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Cultura - MusicaStefania Castella

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22 Aprile 2016
Musica in lutto: Addio Prince dolce irrequietezza geniale
di Stefania Castella



Musica in lutto: Addio Prince dolce irrequietezza geniale
Prince

Probabilmente tra poche ore sapremo tutto di lui, oltre quello che sappiamo, oltre quello che potevamo sapere. Tra poche ore la sua vita sarà scandagliata in ogni angolo come succede sempre, succede per i comuni mortali che scompaiono in “situazioni misteriose” per le celebrità ancora di più, per i mostri sacri inutile dirlo.

 

Sapremo più delle poche notizie che cominciano a trapelare dagli uffici, dalla bocca di uno sceriffo, per l’esattezza della contea di Carver, che cita una chiamata giunta alle autorità, un’emergenza medica richiesta nella mattinata del 21 aprile data che resterà impressa nella memoria dei suoi milioni di fans. Erano le ore 9.43 della mattina (le 16.43 in Italia) quando in uno degli ascensori degli studi nella sua casa di Minneapolis, si tentava una vana rianimazione, il corpo era quello di un piccolo grande uomo, un genio puro ed assoluto, alle ore 10.07 Pince Roger Nelson, veniva dichiarato morto. Un altro pezzo di storia della musica che scompare, seguendo la scia lunghissima dei tanti che in questi primi mesi del 2016 lo hanno preceduto.

 

Lascia una schiera di adoranti estimatori per i quali era un mito vivente, circondato da una particolare aura di mistero, una sorta di aulica autorità, che lo avvicinava ad un essere sospeso in un mondo combattuto a suono di determinazione per affermare su tutto, soprattutto la libertà di espressione. Per quella libertà più di una volta si era scontrato con le major più importanti, senza mai cedere, di alti e bassi se ne faceva probabilmente una ragione, visto che sapeva riprendere in mano forza e gloria diffondendo la sua musica in ogni modo, con ogni mezzo, anche con la guancia che urlava dipinta, uno “Slave” (schiavo) come mai avrebbe voluto sentirsi, liberato dal suo fare musica. Quella musica della quale seguiva ogni passo, le sue canzoni studiate, composte, arrangiate, provate strumento su strumento dalla sua instancabile passione forse eredità della famiglia di jazzisti da cui nasceva 57 anni fa.

 

Musicista ma non solo, regista, attore, produttore dalla fine degli anni ’70 i mitici ’80 lo consacravano a genio assoluto premiato dalle vendite e da un Oscar per la colonna sonora di “Purple Rain” film dell’84, a rivederlo alla premiazione la voce possente e un corpo quasi lieve, su uno sguardo quasi timido. È tutto lì in quel connubio di forza e dolcezza, nella provocazione e nell'innocenza la sua straordinaria camaleontica capacità di essere Di lui si è detto un po’ tutto, dell’ossessione puntigliosa, della ricerca della perfezione, come del tormento per il sesso, circondato di bellissime, si vociferava di una presunta omosessualità, uno schema dietro l’altro, che puntualmente veniva scartato nella ricostruzione successiva. Grande in quello che ha dato e ancora di più molto probabilmente, in tanto materiale ancora chiuso tra i cassetti di una costante instancabile forza compositrice.

 

Mille volti, tanti nomi, una sola potente intensissima voce, in mille profondissimi pensieri prestati anche ad altri, come dimenticare quel “Nothing compares to you” che lanciava l’eterea Sinéad O’Connor, solo per citarne uno. Una carriera lunga trent'anni 100 milioni di dischi venuti 7 Grammy e la stima immarcescibile di colleghi e miti del calibro di Miles Davis che lo aveva paragonato a Duke Ellington. Nell'irrequietezza creativa, la passione per la musica sopra ogni cosa, e poi, lo stordimento, il tam tam che si diffonde sui social alla notizia della scomparsa, che sembra essere stata preceduta intorno al 15 aprile dal sentore di qualcosa che non andava bene. In quell'occasione il suo jet privato aveva dovuto atterrare urgentemente a causa di un malore, le notizie ufficiali raccontavano di una brutta influenza, e il giorno dopo il cantante era ancora sul palco.

 

Intorno a lui, come succede, com'è successo per tanti miti prima di lui, si alza fitta la nebbia misteriosa che avvolge la scomparsa di un personaggio così forte, così intenso, così geniale. Restano i ricordi legati alle atmosfere delle sue canzoni, che hanno accompagnato i nostri giorni in quei rimpianti anni ’80, e resta parte del percorso di un poeta piccolo grande folletto-genio del tutto, che incanalarlo in un solo genere sarebbe assolutamente riduttivo, lui che aveva saputo unire la musica black con quella rock, e sentori jazz, mescolati con la più folle influenza psichedelica.

 

“È tempo di raggiungere qualcosa di nuovo…” Raccontava la sua “Purple rain” crediamo che lassù si stia preparando qualcosa di veramente grandioso, dato il numero di grandissimi saliti a concertare tra le stelle.. mancava probabilmente la voce regale di Sua Maestà. Addio Prince, addio all'icona di un ineguagliabile Tutto musicale.








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