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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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14 Novembre 2014
Quale Dio?
di Gianni Pezzano



Quale Dio?
Ku Klux Klan
Come quasi tutte le famiglie di emigrati italiani del dopo guerra, andavamo a messa tutte le domeniche. Da giovane non sapevo di altre religioni, tranne che degli ebrei ricordati nei vangeli e la mia idea di religione era quella delle prediche del prete la domenica. Andavo a una scuola di suore e naturalmente il cattolicesimo aveva un ruolo importante.
Una domenica mentre aspettavo pranzo ho visto un programma televisivo che parlava della Bibbia e il presentatore offriva un volume gratuito a chiunque avesse chiamato. Ho deciso di fare una sorpresa a mia madre e allora ho chiamato il numero e dopo due settimane il pacco è arrivato.
Nel vedere il volume mia madre mi ha chiesto come avevo fatto a ordinarlo. Dopo aver sentito la mia spiegazione lei ha deciso di parlarne con una mia insegnante. Non ho più rivisto il libro, mia madre mi  ha detto semplicemente che non era cattolico.
Era la mia prima esperienza del conflitto tra cattolici e protestanti che si vive nei paesi anglosassoni. In seguito, studiando la storia a scuola ho scoperto Martin Lutero e la sua  Riforma, insieme alla Controriforma della chiesa Cattolica. È un conflitto che non è svanito del tutto e che decide molto di quel che succede in quei paesi.
Come gli Stati Uniti d’America, l’Australia era un paese di maggiornaza protestante e le istituzioni e le scuole riflettevano questo predominio. I collegi privati più importanti e prestigiosi erano protestanti. Con gli studi ho scoperto che il sovrano d’Inghilterra per legge non può sposare una cattolica e questo divieto esiste tuttora. Una sopresa è stata la scoperta che "Guy Fawkes Day", la festa dei fuochi d’artificio a Novembre, amata dai giovani, festeggiava la morte di ribelli cattolici che volevano riportare la loro religione come religione di stato per il Regno Unito. Nel corso di questi studi ho scoperto l’acronimo WASP, White Anglo Saxon Protestants (protestanti bianchi e anglosassoni) che descrive la classe dirigente del paese.
Non parliamo poi delle lotte sanguinose in Irlanda del Nord tra la maggioranza protestante pro Inghilterra e la minoranza cattolica che voleva unirsi alla Repubblica Irlandese e la sua maggiortanza cattolica. Non c’era dubbio che in quegli anni circoli e individui irlandesi in tutto il mondo appoggiavano moralmente e finanziariamente i "loro soldati" a Ulster.
Negli Stati Uniti i cattolici non hanno avuto vita facile e ci sono due esempi classici per dimostrarlo. Il primo nella forma incapucciata del Ku Klux Klan che diffidava dei cattolici perché "inchinavano la testa a un sovrano straniero", ovviamente il Papa, e le vittime di questo gruppo non furono soltanto di colore, ma anche cattolici ed ebrei. Il secondo esempio è il semplice fatto che in oltre due secoli di storia soltanto un Presidente, John Fitzgerald Kennedy è stato cattolico.
Ma la lotta tra cristiani non si limita tra cattolici e protestanti.
Alla fine della Guerra Fredda abbiamo visto altre lotte tra cristianesimi, soprattutto nell’ex Jugoslavia tra i Serbi ortodossi e i Croati cattolici, con una partecipazione tragica dei musulmani della Bosnia. Ricordiamo tutti le stragi nel Kosovo e a Srebrenica dove i cristiani hanno ucciso civili musulmani. Anche in questi casi le comunità all’estero, sia da parte croata che da parte serba, hanno dato appoggio ai combattenti, nella forma non soltanto morale, ma anche in armi, soldi e con combattenti.
Potrei continuare ancora con altri esempi, ma questi casi servono a dimostrare un fatto che troppi si dimenticano, che la lotta tra religioni porta al terrorismo e non si limita al solo Islam come una parte della stampa mondiale fa capire.
Come ci sono divisioni all’interno del mondo cristiano, ci sono divisioni all’interno del mondo musulmano e non semplicemente tra sciiti e sunniti. Le differenze tra cristianesimi ha creato guerre e lotte secolari, perché ci meravigliamo allora delle lotte tra musulmani e pensiamo che il problema sia soltanto nella loro religione?
Le notizie delle stragi all’estero non fanno niente per aiutare gli immigrati musulmani a integrarsi nei loro nuovi paesi. Peggio ancora la parte reazionaria delle popolazioni di queste paesi peggiorano l’odio tra religioni non soltanto etichettando tutti i musulmani come terroristi, ma nel proporre soluzioni controproducenti come proibire la costruzione di moschee, scuole, o modi di vestire.
Abbiamo visto jihadisti da tanti paesi andare a combattere per la loro religione e questo vuol dire che non si sentono accettati dai loro coetanei, che si sentono minacciati. In Inghilterra, Australia, e in altri paesi la presenza di questi jihadisti ha aperto un dibattito all’interno delle comunità musulmane moderate. Questo è l’inizio del processo per capire cosa ha creato questa legione straniera musulmana che sì, ammazza cristiani, ma ancora molto di più uccide altri musulmani di sette diverse.
Senza giustificare la violenza, dobbiamo anche renderci conto che il razzismo verso i giovani musulmani nei paesi occidentali non fa altro che rinfocolare l’odio di questi verso il paese di nascita.
La soluzione ai conflitti tra religioni è la stessa della soluzione contro il razzismo: l’educazione. La paura, il disprezzo nascono dall’ignoranza, in entrambi i sensi della parola, dell’ignoto. Ricordo mia madre dopo la morte dello zio si era vestita di nero con il velo , come per le usanze italiane di allora. Un giorno mentre tornavamo da messa siamo stati bersagliati da battute di cattivo gusto da alcuni ragazzi australiani. Che differenza c’era tra com’era vestita mia madre a come sono vestite tante musulmane? In tutta onestà, nessuna.
Non dobbiamo subire le pressioni di tenere separate le religioni, le nazionalità e le differenze di colore. Questa non è una soluzione e infatti il risultato sarebbe peggio di quel che abbiamo visto fino ad ora. Lasciamo costruire la moschee, impariamo a capire cosa dicono le religioni, accettiamo le differenze e cosi riusciremo a trovare il modo di vivere insieme.
Le scuole di tutto il mondo e non solo in Italia dovrebbero spiegare e insegnare in cosa credono le varie fedi. In questo modo eliminiamo l’ignoranza e prepariamo il terreno per un futuro, speriamo non troppo lontano, dove nazionalità e religioni diverse possono convivere in pace. Per il bene di tutti. 







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