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Cultura - SocietàStefania Castella

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18 Agosto 2015
Marzia Caccioppoli, voce di madre nella Terra dei Fuochi
di Stefania Castella



Marzia Caccioppoli, voce di madre nella Terra dei Fuochi
Marzia e Antonio

“Antonio è andato via di domenica a mezzogiorno nel giorno del Corpus Domini”. Un giorno solenne in cui si celebra sangue e corpo di Cristo. Un giorno così carico di memoria e dolore e sentimenti per chi Crede e dopo aver ascoltato la sua storia, so, così carico e importante per lei, la donna che ha aperto il suo cuore al racconto della sua vita.

 

Marzia è una donna che non dimenticherò mai, i suoi occhi così belli, al primo sguardo non ti accorgeresti di quello che celano, l’immensità del dolore più grande che una madre possa sopportare, la sua cascata di capelli lucidi bellissimi, i suoi occhi così simili a quelli della sua creatura, Antonio testa di riccioli, sorriso dolcissimo come sua madre, occhi limpidi come i suoi. Il loro racconto nella speranza che possa scuotere le coscienze di chi ha taciuto, per troppo tempo. Qui. A due passi da lei, in tanti, ognuno con la propria storia, il proprio futuro da costruire, che il futuro non dovrebbe essere speranza e basta, dovrebbe essere certezza e diritto prima di tutto, qui in queste terre speranza e diritto sono parole messe da parte, troppo dolorosamente da parte. Mi racconta di sé.

 

Mi dice “volevamo un futuro per lui. Pensavo vivendo al centro, che trasferirci in periferia volesse dire stare lontani dallo smog, vivere in un posto migliore, nel verde…” invece… Mi trapassa con i dubbi che mille volte ci attanagliano quando, madri, osserviamo i nostri figli crescere e sentiamo cose che a volte sfuggono a chi fa altri mestieri. “La febbricola, il vomito al mattino... sai io ho il vizio di leggere troppo, internet, notizie... sentivo che qualcosa non andava, vedevo che la gambetta di Antonio non andava per bene. Dicevo “ti fa male?” e lui diceva “no mammina”. Poi comincia la trafila dai medici, le diagnosi, le prime notizie confuse. Pensavano ad una forma anomala di sclerosi, ma il mostro contro cui sentirsi in una lotta impari, ha un nome difficile, è un mostro raro, si chiama Glioblastoma multiforme, una forma maligna, una forma crudele. Ma qui in queste terre accadono cose che non crederesti, che non vorresti, che nessuno vorrebbe affrontare mai. Questa Terra madre, terra fertile, terra mutilata dagli uomini, diventa terra matrigna.

 

Oggi brucia ancora, come i ricordi. Brucia come brucia l'anima ascoltare e vedere con i propri occhi questo inferno. Terra e vita strappata, avvelenata e sull'altare del malaffare vittime sacrificali, ferite profondissime. Tra queste terre, storie, facce, sono mani e braccia che urlavano la voglia di una vita normale. Madri che aspettano figli, figli che aspettano giochi, nonni che aspettano abbracci, come altri nonni, come altri luoghi. Bambini che non diventeranno mai grandi. E credi di essere al sicuro un metro più in là, perché vedete, il meccanismo della mente è così, si auto-protegge nascondendosi nell'illusione che la testa nella sabbia sia salvezza. Non è così. Nascondersi non cancella, non più ormai.

 

Qui la terra ingoia ancora, e occultare le coscienze, non si può più. Un poeta diceva “È un tempio, la natura” ma la mano dell’uomo sa come sacrificare gli altari e creare sarcofagi trasformando in cenere la bellezza. Marzia Caccioppoli viveva con la sua famiglia in provincia di Napoli, Casalnuovo, uno dei comuni che rientrano in quella famosa fascia denominata Terra dei fuochi, sito posto tra le province di Napoli e Caserta, terra diventata famosa a livello mediatico a causa della presenza di rifiuti tossici e nota per i numerosi roghi pericolosissimi. Racconta, mostrando ferite ancora troppo giovani per rimarginarsi, le chiedo “dove finisce la fede in certi momenti?” mi risponde che si rafforza  “non ho mai chiesto un Miracolo per mio figlio. A Genova, tra tutti quei bimbi, i tubicini, il dolore, ho pensato solo, Signore o li salvi tutti o nessuno…” e proprio la fede l’ha aiutata nelle vesti di padre Maurizio Patriciello che le è stato vicino “mi ha detto, se hai bisogno di risposte, le cercheremo insieme”. Un dolore da raccogliere, e una forza che travolge “oggi qui dove vivo, sono un’aliena, dove vivevo prima no…”

 

“Una famiglia su tre?” chiedo… “No, tesoro, di più”, mi risponde con voce dolcissima e ferma, e capisco che una su tre, era appena un’illusione. E a chiederle cosa possiamo fare, mi risponde parlandomi dell’iniziativa di SMA Campania e di un’applicazione che tutti possono utilizzare per segnalare roghi tossici, discariche abusive, che qui quello che non è stato interrato ieri, viene ancora oggi smaltito illegalmente proprio attraverso i roghi che immettono nell’aria tutto quello che non è scivolato sotto terra, facendo proprio dell’aria una lunga nera scia, bomba chimica assassina.

 

Qui a due passi in una vita come tante, questo racconto di vita è uno strappo, vita vissuta con lo scopo di aiutare la sua terra e altri come noi, dispersi, con la sensazione di essere abbandonati. La sua forza è un raggio di sole fortissimo che arriva da Lui da quell'Angelo che la tiene in piedi ancora.

 

Marzia ci racconti come è iniziato tutto?

 

Tutto è cominciato quando a Genova mi chiesero se con mio figlio vivessi in zone industrializzate...vicino a discariche …. Perché il Glioblastoma da cui era affetto non si riscontra facilmente nei bambini, ma in età avanzata, e che tale patologia era molto diffusa nelle aree del Giappone.

Aree radioattive (ndr)

 

Marzia, com'era la tua vita prima?

 

Prima della malattia di Antonio, la mia vita scorreva serena e gioiosa per la presenza di questo bimbo che mi riempiva l’esistenza, ci organizzavamo la vita, cercando di viverla appieno, sempre, costruendo un sereno futuro per il nostro piccolo...avevamo il teatro, gli amici, ogni tanto un viaggetto non mancava e tanti piccoli sacrifici per rendere il futuro più leggero negli anni a venire.

 

Come hai capito che ci poteva essere un nesso tra questa terra e la malattia terribile del tuo Antonio?

 

Il nesso tra l’inquinamento e la malattia, l'ho compreso al rientro a casa da Genova dopo la morte di Antonio. Aprii facebook e trovai sulla mia pagina tanti articoli di Terra dei fuochi che padre Maurizio Patriciello aveva scritto, dove si parlava di questi rifiuti industriali che uscivano fuori dalla madre terra! E poi parlava di un’altra vittima… (mio Figlio) colpito da tumore per l'inquinamento... lì capii le parole dell'oncologa, quando mi chiese dove vivessi... e tutto mi fu chiaro… troppo chiaro.

 

Hai mai avuto l'idea che tutto fosse troppo grande anche solo da crederci?

 

Il tutto mi sembrava ingoiasse le nostre vite...Lo STATO, in cui credevi, aveva taciuto per anni, le istituzioni che dovevano tutelare la salute dei cittadini si erano macchiate delle loro sofferenze, una guerra silenziosa che mieteva vittime innocenti, una bestia assetata che corrodeva il nostro DNA senza scampo. Lo Stato… mio Padre... aveva venduto i suoi figli!

 

Pensi che qualcosa sia cambiato oggi per queste terre?

 

Poco è cambiato, perché lentamente si procede verso una risoluzione... Ma abbiamo ottenuto un decreto legge (Terra dei fuochi) che anche se blando, comunque ci ha dato l'opportunità di BOLLARE che Terra dei fuochi esiste e non è un sogno. Aspettiamo ben 60 milioni di € per le bonifiche, che noi attivisti attenti faremo in modo vengano smistati nei 50 e più comuni compromessi, in modo pulito e chiaro, così che non finiscano in mano alla criminalità organizzata

 

Ci sono state due frasi che mi hanno colpito tra le cose che ci siamo dette, una riguardava l'incontro con Carmine Schiavone (amministratore e consigliere del clan dei Casalesi prima, collaboratore di giustizia poi) durante un’intervista. L’altra, una frase, ricordo dolcissimo, testimonianza dell'amore di Antonio. Ti va di ricordarle?

 

L'incontro con Schiavone fu toccante e agghiacciante, sentire che con le sue mani aveva ucciso più di 50 persone era da brivido, ma io non tremavo... perché per colpa loro, avevo perso tutto ciò che era a me unico e caro. Lui voleva stringermi la mano ed io gli dissi che per nove anni avevo accarezzato un Angelo e non potevo sporcarmela.

Antonio invece, prima di andare via, ci lasciò una testimonianza di amore. Vicino al coma e con un ultimo alito di vita, mise la sua mano sul piccolo petto e disse: “Mammina... Papà... Sapete chi siete voi? Il gioiello del mio cuore... Voi e tutti quelli che esistono al mondo” E quando è arrivato alla fase terminale, ho ascoltato il suo piccolo cuore rallentare... tre battiti... due battiti... uno... ed ho pigiato le mie labbra sulle sue... tirando in me La Sua Anima… Perché da piccino lui mi diceva sempre “Mammina tu sei l'anima della mia anima”, ed in quel l'attimo che stava per andare via, tutta la sua breve vita mi passò nella mente, lo feci entrare nella mia anima... dove resterà per sempre

 

Oggi Marzia hai un impegno che è quello di divulgare, sei parte di comitati che si prefiggono lo scopo di ricordare che Terra dei Fuochi va raccontata, mai dimenticata, è così?

 

Si, da quel dolore è nata un'associazione "NOI GENITORI DI TUTTI" che ha lo scopo di aiutare con piccoli gesti i bambini malati oncologici e le famiglie, cercando di supportarli con piccoli doni e sostegno morale, informazioni mediche e ospedaliere, tutto questo anche grazie a piccole donazioni alimentari o in soldi fatte da persone di buon cuore. Organizziamo incontri con i presidi di "Libera" contro le mafie, parliamo ai bambini nelle scuole, informando e formando le loro coscienze sulla salvaguardia del creato, spiegando cosa accade alla nostra terra. Continuiamo a raccontarci in televisione, rinfrescando la memoria a chi cerca di affossare ciò che accade, denunciando tutto...

 

Un lavoro importante…

 

Si molto, affiancate a Padre Maurizio Patriciello, aiutate a divulgare le notizie anche dalle diocesi, dalla Chiesa. La lotta è dura, la missione è divina. La forza dell'anima...ma proseguiamo senza sosta!

 

Mi dice: “Oggi non ho paura di morire, dopo che hanno aperto la testa di tuo figlio per tre volte, non ti fa paura niente, forse, si, forse solo la malattia, perché, la conosco…”

 

Marzia una donna dal coraggio indescrivibile, dalla Terra dei fuochi alla terra di tutti, che anche qui si ha diritto ad un sole meno malato e una terra, che non ingoi i suoi figli, terra che non bruci…








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