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23 Agosto 2016
I nostri disastri quotidiani
di Gianni Pezzano


I nostri disastri quotidiani

La frase sembra bella, ma c’è un motivo per cui gli inglesi la chiamano la maledizione cinese. “Che tu possa vivere in tempi interessanti”. Certo che tutti vogliamo una vita interessante e anche tranquilla, però nel caso dei cinesi tempi interessanti vuol dire periodi di guerra e di catastrofe e quindi una vita tutt'altro che tranquilla.

 

Questi spesso sono i periodi che cambiano di più la Storia dell’uomo e il mondo in cui viviamo. Basta vedere un film degli anni trenta e poi quelli americani dell’immediato dopoguerra per renderci conto dei cambiamenti enormi di vita e di tecnologia dei sei anni successivi  alla Seconda Guerra Mondiale.

 

Oggi la generazione che fu testimone diretta di questi cambiamenti sta sparendo e in pochi anni le uniche nostre testimonianze dell’epoca si troveranno negli archivi e nei documentari televisivi, come anche l' ispirazione di romanzi e di film. I nostri metri di giudizio cambieranno e utilizzeremo le nostre esperienze per giudicare quel che ora succede nel mondo.

 

In quel modo capiremo che il modo con cui vediamo il mondo e quel che succede subisce variazioni naturali perché, da esseri umani, la nostra memoria ha il vizio di scordare dettagli e dunque di modificare il modo in cui pensiamo.

 

Abbiamo avuto un esempio strano di questo fenomeno qualche giorno fa da Rudy Giuliani durante un discorso nella campagna elettorale americana quando disse che gli attentati americani sono accaduti solo recentemente e dunque la colpa è dell’attuale amministrazione presidenziale. Una dichiarazione strana quella del Sindaco di New York nel 2001 durante l’attentato dell’11 settembre. Pur di screditare l’avversario politico e di difendere l’amministrazione repubblicana dell’epoca Giuliani ha sfruttato la nostra memoria selettiva per promuovere il suo candidato, Donald Trump. Sappiamo che le falsificazioni fanno parte delle campagne elettorali, ma molti di noi si rendono conto che Giuliani sapeva benissimo che molti dei giovani in ascolto non avrebbero ricordato i dettagli di quell'attentato e che hanno nella memoria solo gli atti terroristici recenti.

 

Noi esseri umani viviamo in un presente eterno dove molti scordano quel che era già successo e dunque non sanno come agire davanti ai problemi che vediamo ogni giorno.

 

Purtroppo in molti casi la tecnologia non ci aiuta a superare questa nostra memoria selettiva. Anzi, con la crescita di canali giornalistici televisivi, di siti internet e dei giornali online che ci danno le notizie costantemente, è aumentata la corsa a fornire notizie nuove al pubblico e il più presto possibile.

 

Questa concorrenza spietata per attirare il pubblico, e dunque aumentare gli introiti della pubblicità necessaria per mantenere in vita i servizi, fa sì che molti dei siti e servizi mettano in risalto le notizie più catastrofiche con più impatto sul pubblico. Immagini di attentati, bombardamenti e di tragedie ci riempiono gli schermi dei televisori e dei nostri pc e tablet. I giornali poi forniscono i dettagli degli orrori del giorno prima. Tutto nel nome non tanto del servizio giornalistico, ma per attirare il pubblico.

 

Sarebbe facile dire a questi fornitori di servizi giornalistici di concentrarsi sulle notizie positive e di non concentrarsi su quelle negative, particolarmente quelle apocalittiche, però un tentativo negli Stati Uniti di fornire un servizio del genere ancora serve da lezione per i dirigenti responsabili. Alla fine degli anni 60, in piena epoca dei figli dei fiori e delle speranze di un mondo migliore, nonché l’epoca della Guerra del Vietnam, una stazione radio americana ha tentato di dare solo notizie positive. L’esperimento durò poche settimane. Di tanto in tanto ci sono tentativi di rifare esperimenti del genere, l’ultimo l’anno scorso da una stazione radio cinese, ma come gli americani, la stazione ha subito la stessa fine. Di conseguenza le notizie catastrofiche prendono i primi posti dei notiziari.

 

Disgraziatamente, la concentrazione di notizie cattive dei servizi di informazione ha avuto l’effetto di intimorire il pubblico internazionale. In questo modo pensiamo di vivere in quei famosi “tempi interessanti”, anche se una ricerca del passato dimostrerebbe il contrario. Quel che è cambiato è la nostra percezione della situazione attuale.

 

Due aspetti hanno cambiato queste percezioni. Il primo è la velocità della trasmissione delle notizie. Con il passare del tempo la velocità di trasmissione delle notizie non è più un limite, ora abbiamo le prime notizie di fatti importanti in secondi e per le vicende più importanti anche trasmissioni dal vivo, a volte solo dopo poche ore. Il problema di questo sviluppo tecnologico è che le notizie sono trasmesse immediatamente e senza essere confermate con il risultato di confusione nelle percezioni e dunque possono portare a reazioni sbagliate.

 

Il secondo aspetto non è meno importante. I servizi giornalistici sono internazionali e devono per forza coprire un mercato sempre più esteso geograficamente. Mentre una volta le notizie internazionali rappresentavano solo una parte limitata del contenuto di giornali e telegiornali, ora vicende di altri continenti occupano sempre più spazio nei servizi giornalistici.

 

Perciò, il pubblico con la memoria corta si trova convinto di vivere in un periodo particolarmente interessante. Però, ci vuole poco per capire che in paragone ad altri periodi storici, recenti e lontani, il nostro mondo corre molto meno rischi di altre epoche e che non si limitano solo alle due guerre mondiali, ma anche ad altri periodi importanti. Durante la Guerra Fredda in almeno tre occasioni il mondo ha corso il rischio vero di guerra nucleare. L’Europa dell’Impero Napoleonico e anche nelle crisi del 1848 subì cambiamenti epocali che ancora sentiamo. Le guerre coloniali, gli scontri culturali veri come le crisi tra le potenze occidentali e l’Impero cinese della fine dell' 800 portarono a molti più morti della crisi terroristica attuale.

 

Come mondo dobbiamo tenere presente il nostro passato per darci la misura del periodo in cui viviamo. Esistono problemi da affrontare, ma niente che non sappiamo risolvere se affrontato nel modo giusto. Le strade e i mezzi per trovare soluzioni esistono, ma solo con la calma.

 

Soluzioni non si trovano con il panico e con la paura. Siamo noi che dobbiamo capire quel che succede intorno a noi. Siamo noi che dobbiamo guardare e seguire le vicende internazionali e locali e giudicarle senza arrenderci a paure infondate. Siamo noi che dobbiamo rifiutare i tentativi di farci condizionare da politici che cercano di sfruttare le paure create dalle immagini che vediamo.

 

Questo non vuol dire far finta di niente, le tragedie succedono e fin troppo spesso. Vuol dire giudicare e agire con calma e razionalmente. L’abbiamo già fatto in passato e lo faremo di nuovo.

 








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