Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Giovedì 18 aprile 2024    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - SocietàStefania Castella

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

15 Agosto 2018
Genova il crollo del ponte e la notte infinita tra le macerie
di Stefania Castella



Genova il crollo del ponte e la notte infinita tra le macerie
Il ponte Morandi dopo il crollo

Genova- Mentre il cielo continua a lasciare andare la pioggia, e il sole sembra arreso, l'alba di questo ferragosto rassomiglia a un devastante Day after dal quale ci si vorrebbe catapultare lontano. I vigili indomiti continuano il lavoro instancabile e quello che resta del ponte genovese crollato dopo il nubifragio che ha diviso l’Italia in un’estate da dimenticare; è una forma da relitto che ha ingoiato decine di vite, in uno spazio di terrore breve che agli occhi di chi c'era, sarà sembrato un momento eterno. "La speranza è l'ultima a morire" per Emanuele Gissi dirigente dei vigili del fuoco, e si scava tra le macerie dopo il crollo, senza sosta.

Il Crollo

Sono le 12 del 14 agosto un orario critico in un luogo in cui la percorrenza è alta, ponte Morandi A10 Genova viadotto Polcevera, un giorno come tanti si tramuta in una tragedia umana in cui quasi 440 persone saranno evacuate a seguito del crollo dopo lo sgombero precauzionale da parte della protezione civile di circa 11 palazzine. Il numero di morti e feriti è andato aumentando di ora in ora, l'ultima delle cifre parla di 35 vittime e almeno una quindicina di feriti, nove dei quali in codice rosso. Il crollo dovuto all'inadeguatezza di una costruzione datata (Autostrade per L'Italia ha ricordato che "Sulla struttura -risalente agli anni '60- erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e come da progetto era stato installato un carro-ponte per lo svolgimento delle attività di manutenzione") mentre si assicura, che ci sia stata una costante (scostante a questo punto e a conti fatti) vigilanza da parte della direzione. Chi c’era ha però visto l’inferno, il boato e una coltre di fumo, lo stordimento inziale, la paura di finire nel vuoto, di essere ingoiati dal torrente, in un attimo che devastava in cui si accolla la responsabilità a una fatiscente e menefreghista amministrazione, al tempo, al fulmine caduto presumibilmente poco prima, a un fantomatico scenario (da complotto) che insinua la presenza di tritolo sotto il ponte…insomma la solita sequenza di polemiche post evento l'ha fatta da padrone tra i social mentre le uniche certezze in attesa della certezza dell’attribuzione delle vere responsabilità, sono che al momento del crollo almeno 35 vetture e 3 mezzi pesanti transitavano su un ponte che al tempo della costruzione non era certo preparato al contenimento dei mezzi e delle percorrenze attuali, ma il tempo della polemica si può rimandare ora che è tempo di lavorare come la protezione civile sottolinea, instancabilmente evitando l’inutile presenza di quel -senno di poi- che dovrebbe innescarsi prima di ogni evento dalla portata devastante come questa.








  Altre in "Società"