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Cultura - SocietàStefania Castella

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17 Aprile 2019
Marinella Cozzolino in amore e nella vita, giochiamo a "Carte Scoperte"
di Stefania Castella



Marinella Cozzolino in amore e nella vita, giochiamo a
Marinella Cozzolino

Marinella Cozzolino psicologa, psicoterapeuta, sessuologa, presidente dell'Associazione italiana di sessuologia clinica e un'infinità di competenze che riguardano oltre la sfera sessuale, le relazioni affettive che si compongono di ciò che siamo e mostriamo e tutto ciò che cerchiamo spesso di dominare, come la dipendenza, la gelosia, sentimenti con i quali conviviamo spesso con disagio.

Il suo ascolto anche dalle pagine di settimanali come F o For men Magazine, ha creato un legame stretto con i lettori che si fidano della parola di una professionista sensibile e con un bagaglio di venticinque anni di esperienza come terapeuta. La sua grande preparazione l'ha spinta a cercare un modo di affrontare temi per tante e tanti, ancora tabù, attraverso una modalità nuova: "Carte scoperte" uno strumento utile a coppie, amici, famiglie, per interagire e imparare a comunicare, cosa che spesso proprio tra le persone con cui si divide la vita in modo stretto e intimo, non sempre accade. Carte scoperte è un "gioco da tavolo" pensato per raccontarsi, rispondendo a domande poste su ciascuna delle 52 carte presenti, che aiuta a liberare pensieri e desideri in modo quasi "leggero". Giocare proprio a carte scoperte, come dovremmo fare nella vita e nelle relazioni di coppia. A lei chiediamo di raccontarci qualcosa di più, per affrontare argomenti che toccano le nostre corde più profonde.

Dottoressa Cozzolino come ha pensato ad una modalità di comunicazione a “carte scoperte”, ad una forma di convivialità "giocosa" per toccare temi spesso ancora fonte di tabù…

-Carte Scoperte nasce dopo venticinque anni da psicoterapeuta. La maggior parte di queste domande sono quelle che rivolgo ai miei pazienti durante la prima seduta. Servono a me per conoscere chi ho difronte e capire i punti di forza ed i punti deboli della persona in questione. Non sono domande scomode o profonde ma semplicemente conoscitive. Faccio un esempio: descriviti con tre pregi e tre difetti. Oppure: come vuoi che si comportino gli altri con te quando sei nervoso?. Con mio stupore, ho constatato negli anni, che le domande semplici e generiche che ponevo in prima seduta, la persona che avevo davanti non le aveva mai fatte a nessuno e nessuno gliel'aveva mai fatte. Facile intuire che se non si conoscono cose così semplici del partner, dei figli, dei fratelli, degli amici più cari, significa davvero che si parla poco-.

Una domanda schietta. Perché è così difficile comunicare la parte più intima spesso proprio al proprio partner, che di noi magari dovrebbe conoscere angoli che nascondiamo agli altri?

-Accade per molti motivi. In assoluto direi la paura di essere giudicato, criticato e quindi respinto. Indossiamo spesso una maschera, non sempre cattiva o egoistica, ma comunque una maschera per farci accettare dagli altri. E’ un errore enorme: cercare di essere come ci vogliono-.

Si può considerare un errore tenere una parte, un angolo segreto, soltanto per noi stesse?

-Assolutamente no, sottolineiamolo dieci volte. E’ fondamentale avere una parte solo per sé, la più preziosa. Non si tratta necessariamente di segreti ma di intimità vera, quella che si può condividere solo con se stessi. Io lo consiglio in terapia. Apritevi quanto volete, ma lasciate una finestra chiusa-.

Nell'era della comunicazione globale-totale, si ha l’impressione che si sia persa l’abitudine ad ascoltare realmente l’altro. Crede che sia così? Che in questa era social sia diventato più complicato conoscersi, fidarsi, aprirsi agli altri, nonostante gli strumenti a disposizione?

-Non credo che i social c’entrino con questo, anzi se vogliamo dirla tutta, aiutano tantissimo. I genitori imparano a conoscere i figli (e viceversa) proprio attraverso quello che scrivono e pubblicano. Vale lo stesso discorso per la messaggistica: prima nessuno si scriveva più e parlarsi era davvero difficile, i messaggi aiutano tantissimo anche a dirsi “ti voglio bene”-.

Quanto, secondo la sua enorme esperienza, raccontarsi intimamente può aiutare una coppia ( Raccontarsi realmente bisogni o fantasie, non può creare in una relazione situazioni poi difficili da affrontare?)

-Molto dipende dalla coppia. Sarei sempre sul non raccontare tantissimo della propria intimità al partner, ma solo per mantenere un alone di mistero molto utile al desiderio. Lasciamo che il partner (o la partner) ci scoprano-.

E impariamo a giocare a "Carte Scoperte". 

 








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