| F. Innocenzi |
"Canto del vuoto cavo" (Transeuropea Edizioni) esaltazione della parola, flashback che mostrano e nascondono, parole come attimi e allucinazioni, è la nuova silloge composta da sessanta liriche di Francesca Innocenzi che attraverso lo schema dell’haiku e delle sue varianti, costruisce i suoi canti che risuonano in più lingue, ricercando quella bellezza che avrebbe la perfezione di una lingua universale. Nel pozzo di desiderio millimetricamente misurato, la libertà della solitudine individuale e collettiva, lo spazio interiore da preservare e coltivare, la piena come di un fiume che s’ingrossa di vita e il vuoto della deriva sociale. Nessun Io, nessun fulcro da ego primeggiante Canto del vuoto cavo è tutti, è possibilità, è itinerario, immagini, riflessioni, in una parola sola -Poesia- nella sua eccezione più pura quella che aiuta a esplorare l’indefinito spesso sotto gli occhi di ognuno e ugualmente sconosciuto.
Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). È laureata in lettere classiche e dottore di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Attualmente insegna nella scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (2007); le sillogi poetiche Giocosamente il nulla (2007), Cerimonia del commiato (2012), Non chiedere parola (2019), Canto del vuoto cavo (2021); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (2011); il romanzo Sole di stagione (2018). Ha diretto collane di poesia e curato alcune pubblicazioni antologiche, tra cui Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010). È redattrice del trimestrale di poesia «Il Mangiaparole» e collabora con il sito letterario Poesiadelnostrotempo. Ha ideato e dirige il Premio letterario Paesaggio interiore.
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