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15 Luglio 2019
Il film della memoria
di Francesco Taverna



Il film della memoria
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È ormai risaputo che il cervello è capace di mettere in relazione qualsiasi tipo di fatti, collegati tra loro o meno, se verificatisi suppergiù nello stesso momento e,così, di ricordarli. Recenti studi del settore rivelano di più: alcuni scienziati sono infatti riusciti a registrare delle tracce di quel tipo di attività mnemonica contestuale e le registrazioni, prese dai cervelli di persone in attesa di interventi chirurgici per la cura dell'epilessia, rivelano che ciascuna informazione che raccogliamo viene codificata in una specifica sequenza contenente non solo il singolo dato, ma anche tutto ciò che stava accadendo o provavamo appena prima e dopo la formazione di quel determinato ricordo.

"È una bellissima dimostrazione di questa meravigliosa idea di avere ancora, sperduti nella propria testa, dei rimasugli di pensieri precedenti, e che ciascuno lega la rappresentazione di ciò che sta accadendo ora alle ceneri di quei vecchi pensieri", ha affermato Ken Norman, neuroscienziato a Princeton. "Penso che abbiano delle ottime prove sul fatto che questo procedimento sia determinante per marcare temporalmente i ricordi".

Pur non sapendo ancora spiegare il modo in cui la memoria contestuale e i dati immagazzinati interagiscano e riescano dunque a far vivere al soggetto una rivisitazione dei propri ricordi degna della madeleine di Proust, lo studio mostra che la memoria funziona come un video continuo su cui, in modo consapevole o meno, vengono continuamente evidenziati dei punti: parole, suoni, profumi, emozioni, fotogrammi che, l'un l'altro, creano dei collegamenti.

Quindi come funziona? Il procedimento ricalca un po' uno dei metodi migliori che si usano per ritrovare, ad esempio, le chiavi di casa: la ricostruzione. Del genere: "Quand'è che le ho viste l'ultima volta? Sicuramente quando son tornata dal fare la spesa. Ah! La spesa! Ho comprato un sacco di cose, perciò le chiavi non potevo averle in mano...". Un po' come le ciliegie: un ricordo tira l'altro.  
 






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