I film d’amore solitamente finiscono quando l’amore dovrebbe iniziare: ci sono l’incontro, il corteggiamento, i malintesi del caso, l’unione. Si arriva giusto ai primi attimi dell’innamoramento, alla prima scintilla d’eccitazione, ma poi si abbandonano gli eroi del caso e si sposta lo sguardo altrove. Ma l’amore è tutt’altro e va molto più in là: affonda le sue radici nella quotidianità, nel conoscersi, nei problemi, nella volontà di celarsi, riscoprirsi, viversi.
"Intendiamo amore quando diciamo amore?", domandava Beckett.
Ecco che è dunque giunta nelle grandi sale una storia d’amore (pur se un poco, a modo suo, edulcorata). Parliamo di Le weekend, di Roger Michell. Protagonisti sono Nick e Meg, interpretati da Jim Broadbent e Lindsay Duncan, una coppia di docenti sessantenni che decide di tornare a Parigi per un fine settimana, così da rivisitare il ricordo della luna di miele a trent’anni dal giorno del loro matrimonio e magari ravvivare il loro rapporto, ormai in stallo da tempo.
Da subito si notano i battibecchi, le noie, l’incomprensione e l’insofferenza tra i due, ma anche la schiettezza della comunicazione, l’onestà e il desiderio di capirsi e starsi vicino. La difficoltà di rapportarsi di Nick e Mag, da inizialmente comica diventa lentamente grottesca, fino a stemperarsi magistralmente di fronte allo spettatore che, volente o nolente, finisce per coglierne la rara profondità. Ecco allora l’aspetto funambolico di una relazione, quello più fragile, che ci ricorda di come la forza di un’unione non sia dettata dallo scorrere dei giorni, né dal semplice affetto nei confronti dell’altro, ma da una rara combinazione di volontà e dedizione, coraggio nello scoprirsi e voglia di tenersi per mano e anche solo, semplicemente, ridere insieme.
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