| Stardust. Il biopic su David Bowie |
Un viaggio il primo negli Stati Uniti dell'allora 24enne David Bowie. Questo il racconto di "Stardust" pellicola che Gabriel Range avrebbe dovuto presentare in questi giorni al Tribeca Festival e che a causa dei blocchi forzati del coronavirus debutta online compreso di clip su YouTube. Così il Duca Bianco rivive nella pelle di Johnny Flynn protagonista nei panni umani e poi distopici, alieni, del suo Alter Ego Ziggy Stardust. Era il 1971 erano i primi di quei lunghi anni in cui Bowie attraverso più di una trasformazione camaleontica, anni di luce e controversi periodi di buio, sarebbe diventato icona universale, il più poliedrico e geniale artista della scena musicale di tutti i tempi. Il film annunciato all'inizio dello scorso anno mostra scorci mitici tra cui la significativa conversazione tra Bowie e l’editore della Mercury Records Ron Oberman, interpretato da Marc Maron: -Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un sognatore che cambi il mondo, giusto? Beh, qui ce ne sono ben due!- e sull’esperienza del tour negli States aggiungeva quell’occhiata, perfetto quadro d’insieme:-Credo che diventerai la più grande dannata stella in America-. La pellicola è quindi la narrazione di quella genesi che avrebbe portato Bowie a scontrarsi con una dimensione nuova che cominciava piano a recepire i suoi messaggi musicali, e alla nascita di quel leggendario Stardust a cui seppe dare un significato che andava oltre ogni spiegazione.
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