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Cultura - Cinema e spettacoloLuca Durante

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03 Luglio 2011
A 40 anni dalla morte, Jim Morrison rivive al cinema
di Luca Durante


A 40 anni dalla morte, Jim Morrison rivive al cinemaQuarant'anni fa moriva a Parigi, il 3 luglio del 1971. Eppure, nonostante siano trascorsi così tanti anni dalla sua scomparsa, Jom Morrison continua a far parlare di sé, grazie anche alla continua pubblicazione di libri che ne raccontano la storia ed il mito, così come al susseguirsi delle vendite di dischi che sembrano non voler diminuire (i Doors continuano infatti a vendere un milione di copie all'anno). Jim Morrison è stato uno dei più grandi cantanti del rock. Con i Doors ha venduto, in soli sei anni (1965/1971), ben 80 milioni di dischi.
"When You're Strange" è il primo film documentario che prova a raccontare la storia del gruppo con l'aiuto di materiali inediti, focalizzandosi particolarmente sulla figura di Morrison. Si parte con lo storico incontro tra il cantante ed il tastierista Ray Manzarek tra i corridoi della UCLA (Università della California, Los Angeles), si passa per la fondazione del gruppo con Robby Krieger e John Densmore e poi se ne attraversa la storia, con il successo e la venerazione che travolsero il leader fino alla sua tragica morte in Francia. Il magistrale lavoro di Tom DiCillo è già nelle sale italiane dal 21 giugno, ma il 3 luglio - giorno della morte del
cantante- verrà mandato in onda sul canale satellitare Studio Universal alle 21.15. Il 6 luglio sarà invece disponibile nei negozi in versione home video all'interno della collana Feltrinelli Real Cinema. La voce scelta in Italia per la narrazione della storia è quella di Morgan, ex leader dei Bluvertigo, che rimpiazza quella di Johnny Depp a cui è stata affidata la versione originale.
Il tutto non può non farci ricordare il lavoro di Oliver Stone e lo straordinario successo del suo film "The Doors" del '91, un film biografico di notevole importanza che servì a rafforzare la fama e soprattutto il mito del "re lucertola". Con Tom DiCillo siamo però di fronte a qualcosa di diverso: il documentario ci racconta i rapporti intimi tra i membri del gruppo e il loro modo di lavorare, ci racconta quei lati del leader che meno conosciamo come la sua ironia e la sua spiccata voglia di vita. Al contrario, Oliver Stone propose esclusivamente il Jim maledetto, i suoi eccessi, la sua autodistruzione. Entrambe, in ogni caso, narrano della nascita e del perdurare di un mito.







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