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Cultura - Cinema e spettacoloLuca Durante

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29 Giugno 2011
"Body and Soul", un documentario sulla vita di Michel Petrucciani
di Luca Durante


"Body and Soul", un documentario sulla vita di Michel PetruccianiQuesta è la storia di un nano che diventa un gigante: un miracolo dei nostri giorni. Il documentario di Michael Radford, uscito da poco nelle sale, ci racconta la vita di uno dei più importanti pianisti jazz del '900: Michel Petrucciani. Nato nel 1962 e affetto da una rara patologia di osteogenesi imperfetta che colpisce le sue ossa, palesa fin dall'infanzia una rara e sorprendente attitudine per la musica. Nonostante questo, supportato dalle sue mani grandi e sproporzionate in confronto al resto del corpo, si dimostra capace di poter sfidare musicalmente tutto e tutti e già a 13 anni, sotto la guida del padre che gli ha trasmesso lo smisurato amore per quest'arte, propone la sua prima esibizione da professionista. È l'inizio di una grande carriera che porterà questo piccolo grande uomo in giro per il mondo a suonare con i più grandi musicisti del jazz, permettendogli di sublimare le sofferenze per la malattia e trasformare la sua esistenza in un inno alla vita. Petrucciani capì subito di non avere tempo da perdere, che la vita stessa era una corsa contro l'avanzare del suo handicap e questo lo condusse a vivere intensamente e senza freni. Di Petrucciani la pellicola non propone soltanto la grande carriera costellata di successi e riconoscimenti come il Django Reinhardt Award e la Legion d'Onore francese, né si sofferma solo ad elencare gli altri indimenticabili momenti della vita dell'artista, come l'esibizione, due anni prima della sua morte, dinanzi a Papa Giovanni Paolo II: Radford cerca di mettere l'accento sulla personalità instancabile e sulle vicende personali dell'artista, come i vari matrimoni e gli eccessi con alcool e droghe. Ci viene raccontato il musicista attraverso gli altri grandi che lo hanno incontrato e hanno suonato con lui, ci viene raccontato l'uomo e la sua personalità fatta di ironia e forza e proposta come un esempio per tutti.
"Diverso io? I diversi erano gli altri, erano loro ad essere dei giganti in questo loro mondo. In un altro mondo magari il gigante ero io!".
Il documentario termina inevitabilmente con la morte del pianista all'età di 36 anni. Questo evento, come del resto tutto il film, si propone come un omaggio alla vita "senza se e senza ma" e ci ricorda, a soli 10 anni dalla sua scomparsa, che siamo di fronte ad una di quelle stelle che non smetteranno mai di brillare.







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