| Musa al pianoforte F. Malanima |
Ha un tratto elegante pieno di sfumature come certi dipinti che nascono dagli acquerelli Franco Malanima, che dipinge -Musa al pianoforte- (Iacobelli editore) con una scrittura tratteggiata da chiaroscuri delicati, indelebili e tenaci come acquaforte dal sapore antico e misterioso e parole che hanno dentro aria e vento e spingono altrove. Oltre la trama che racconta, quello che appaga è assaporare tratti e vicoli, in una periferia francese che sa sussurrare come vento di mare. Qui, e il paragone artistico non è stato un caso, si muove l’arte di Malbec infilato in un giallo in cui dovrà difendersi dalle accuse e dai colpi della vita che oltre la capacità di dipingere, sono ulteriore dote salvifica che prende forma tra le tracce lasciate dalla bella pianista dal corpo sinuoso e avvolgente, incuriosita dall'artista in fuga, dalla storia che lo chiama a rispondere alle accuse di omicidio, e forse ancor di più da quella fuga da se stesso. Insieme a lui tra le domande che incalzano, quelle sulla vita, sul senso dell’arte, sul significato dell’esistenza, cercherà anche lei la sua liberazione, quella che forse chiediamo tutti ognuno a modo proprio al susseguirsi della vita. Avvinghiati all'amore per l'arte e una fiducia a cui arrendersi tenacemente, scivoleranno insieme tra mille facce e vite divise tra ebrezza e disperazione respirando quella clandestinità che salva dall'abbandono che incatena e libera e spinge a percorrere un’umanità che ci rende somiglianti anche quando chiusi nella bolla delle nostre vite ci muoviamo nel timore di urtarci troppo forte ed esplodere davanti a certe verità mentre vaghiamo alla ricerca di quel faro che s’accenda sull’unico buio che spaventa più di tutto, quello che ingoia ciò che c’è dentro prima di tutto quello che s’allunga fuori.
Musa al pianoforte
di Franco Malanima
Iacobelli editore
219. pag.
Nella trama
Un artista parigino, ricercato per un omicidio avvenuto all’interno del
Ministero della Salute, decide di nascondersi sotto falso nome in una
zona degradata della periferia di Nizza. Qui, incontra una pianista italiana
che diventa la sua musa ispiratrice e lo segue, lo protegge, incurante
della possibilità che le accuse siano fondate e lui si riveli pericoloso. La
pianista è “una donna piena di mondi”. Riesce ad alternare la vita da
impiegata a quella da musicista, dividendosi tra i concerti e l’agenzia
artistica in cui lavora. Ha un rapporto morboso e conflittuale con il
figlio adolescente, e cerca di liberarsi dalla morsa dell’ex marito, il quale
esercita su di lei un malsano potere psicologico. Affascinata dal giovane
pittore, lo trascina con sé nei bassifondi dell’ambiente artistico. In questa
loro emozionante vita clandestina, incontrano individui eccentrici,
felici interpreti di una certa follia liberatrice. Intanto le indagini vanno
avanti e tutti i protagonisti si scoprono coinvolti, ognuno con un ruolo
preciso quanto casuale. Sullo sfondo, una città di mare, un mare forte,
agitatore. Una città contraddittoria, “con vesti francesi e sottane
italiane”. Accogliente e pericolosa, tragica e divertente, generosa e
spietata, al centro di inarrestabili correnti umane. Nei suoi vicoli più
fetidi, all’ombra dei quartieri alla moda, si muovono antieroi perseguitati
dalla dimenticanza, che lottano per trovare una via d’uscita dalla loro
condizione di emarginati, tutti alla ricerca disperata di una musa.
Franco Malanima, è nato in un piccolo paese della Costiera Amalfitana.
Figlio di una maestra d’italiano e di un ufficiale di marina, è cresciuto perlopiù
con una zia materna, un’attrice di teatro, con cui ha viaggiato in tutta Europa.
A vent’anni si è imbarcato su una nave cargo per seguire le orme del padre.
Oggi vive in Provenza, con un cane e tre pappagalli
|