 | I Negramaro |
“Attenta che mi uccidi in questa stanza…” la voce di Giuliano Sangiorgi taglia, come fa sempre, taglia come la carta, sottilmente, dividendo l’anima in parti distinte e combacianti racchiuse intorno alla sua poesia. I Negramaro, tornano, tornano il 25 settembre, dopodiché la rivoluzione sarà all'inizio. “La rivoluzione sta arrivando”, inediti che riempiranno anima e spazio nel cuore di chi li ha amati dal primo piede messo sul palco, e un tour che si preannuncia già come un grandissimo evento a partire dal 6 novembre per 13 tappe fino al 22 dicembre toccando tutte le principali città italiane.
Di quei primi passi racconta Sangiorgi, che al tempo la fortuna era riuscire a calcarne di palchi quando ancora lontano dai circuiti, si poteva comunque esibirsi, e i locali non mancavano, e la musica dal vivo, la preferita, quella che permetteva di estirpare dalla terra l’urlo potente da restituire al pubblico. All'epoca si poteva anche cantare senza dover necessariamente costruire cover, e non è poco per chi è agli esordi. Quando il front man neanche immaginava di cantare, pensando di restare nella sua dimensione di chitarrista almeno fino ai Negramaro quando gli amici lo convinsero, ed ebbero ragione.
Perché la voce di Sangiorgi non ha eguali nello scenario musicale intorno. Perché non si tratta solo di note, del modo in cui si accolgono e si prendono, si tratta di una forma poetica che sta nel raccontare, vibrando, nel racconto e nel modo di porre il racconto.
Tenendo presente che i testi sono i suoi, allora la voce di poeta chiude il cerchio. E un cerchio intorno ad una terra a tratti brulla come un Grand Canyon dai colori che chi non ha visto non saprebbe descrivere. Il giallo della luce e dei riverberi di sole del Salento, è più giallo e più caldo, e le ombre allungate tra il verde degli ulivi ti dicono che sei della natura, sei una cosa appoggiata sulla terra. Potresti camminarci attraverso e sederti scegliendo di restare fino a diventarne un tutt'uno. Pace, e verde e azzurro. Il mare che scivola improvviso. La terra dalla quale sono partiti questi ragazzi, è terra di andate e ritorni, oggi più che mai.
Da quel momento ufficiale, quel Sanremo del 2005 “Mentre tutto scorre” che resterà in classifica per venti settimane (mentre l’album omonimo ben 89 settimane diventando Disco di Diamante). I sei amici, compagni di brigata, sei pezzi essenziali dall'esordio, resteranno da sempre con i piedi ben piantati come le radici potenti della loro terra madre. Mai veramente scissa da lui, da loro. Puoi girare il mondo intero e non dimenticare mai il ritorno a casa.
Nei due estratti “Attenta” e “Sei tu la mia città” torna la poesia, tornano le raffinate ricerche linguistiche l’attenzione per la parola, tipica, non solo grande sonorità, ma molto di più. “E sciogliti i capelli…” e concediti alla pace della musica, di un sound che colma ogni mancanza. Il nuovo album come ha raccontato Sangiorgi recentemente in un’intervista, nasce da un dolore e da una consapevolezza. Il dolore per la perdita del padre avvenuta tre anni fa, dolore, ferita, mai rimarginata, e probabilmente mai veramente elaborata, e ritorno improvviso: “Mi sono svegliato un giorno e ho capito che la morte è una parte della vita e bisogna vivere e basta, nonostante tutto”. C’è suo padre in tanti testi, c’è dolore, c’è taglio e ferita. C’è la vita che viviamo nelle cose che scriviamo, c’è intimità di anima come c’è sempre stata nei pezzi scritti da Sangiorgi.
Tra i più semplici quelli “facilmente orecchiabili” ai più impegnativi, elaborati, tracce di poesia lasciano sempre il segno. Sarà così anche per questa nuova rivoluzione. Da qui, da queste terre parte, da casa di infanzia, nella quale provare da solo fino alla mattina, all'oggi in cui i Negramaro sono diventati e affermati come realtà, la più solida e potente del panorama musicale, non solo italiano. “Attenta” già impressa nella memoria dei più, un racconto thriller, video del regista Piero Messina in concorso al 72 esimo Festival del Cinema di Venezia con il film “L’attesa,” con, tra i protagonisti, Juliette Binoche. Riporta come in tanti tratti tutto il lavoro discografico, inserimenti legati a quel romanzo da Sangiorgi scritto nel 2013 “Lo Spacciatore di Carne”: “se uno lo va a rileggere, troverà una chiave di lettura per questo album” dice il cantante. Non solo canzoni, atmosfere ricostruzioni da film, sceneggiature dai temi legati all'essenzialità della vita, della vita e dell’amore, della morte, tutto quello che un senso alla vita dà, tutto quello che la vita compone. Tutto raccolto e raccontato dalla voce da brivido di Giuliano Sangiorgi dalla potenza dei Negramaro.
Aspettiamo “La rivoluzione sta arrivando” e non ci deluderà ne siamo certi
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