Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Lunedì 20 ottobre 2025    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - MusicaStefania Castella

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

11 Gennaio 2016
David Bowie addio al Duca bianco, il camaleonte del rock un genio oltre...
di Stefania Castella



David Bowie addio al Duca bianco, il camaleonte del rock un genio oltre...
David Bowie <br> un ritratto del cantante
Il rock che si fa inquietudine, scavando nelle tenebre dell’anima, non era solo rabbia come quello ascoltato fino ad allora, David Bowie era molto di più. Il suo sguardo, due occhi dalle pupille diverse, una più grande dell’altra a causa di un incidente (col pugno di un amico) due visioni che probabilmente osservavano il mondo riflettendo oltre e c’era dell’altro, oltre. La sua voce di oggi intatta e ancora progetti.
 
L’8 gennaio Bowie festeggiava 69 anni un album in uscita rimasto testamento "Blackstar" sette canzoni, il singolo omonimo uscito il 20 novembre sigla della serie tv "The Black Panthers" il brano "Lazarus" profondamente pieno di tutta quell'atmosfera a cui i milioni di fan attingevano, assuefatti quasi dal ritmo ipnotico di una voce ineguagliabile. Il Duca non è andato via del tutto, "Lazarus" è il brano portante del musical scritto da lui in scena a New York in questi giorni.

Era l’8 gennaio del 1947 quando David Robert Jones nasceva a Brixton, Londra, ma tante altre volte ogni volta con una nuova pelle, un nuovo alter ego, prendeva vita e forma, ogni volta il mutante del rock diventava qualcosa di diverso e forte allo stesso tempo. Da Ziggy Stardust l’extraterrestre androgino bisessuale che urlava la forza della diversità sessuale, un passo tra la fantascienza e il teatro giapponese, un passo sempre avanti verso il futuro, da Aladdin Sane al Duca Bianco, ogni volta reinventarsi in una carriera lunga e inarrestabile.

Bowie, definirlo cantante, assolutamente riduttivo, un artista completo un anello tra la ribellione e la cultura letteraria, il talento in tutto quello che era espressione delle arti visive, la perfezione della ricerca nella forma, nella mimica, la rivelazione massima di quell'avanguardia nella quale inserivamo le espressioni pittoriche di quegli anni settanta di fermento e gloria.

Ma dagli ottanta della disintossicazione dalla cocaina, ricominciare a Berlino per il nuovo percorso dopo quel "Station to Station" (ricorderete "Noi i ragazzi dello zoo di Berlino") e "The Thin White Duke", con Brian Eno registrava uno degli album più incisivi della carriera "Low Heroes e Lodger", un nuovo cammino discografico, diverso, ancora una volta diverso, più commerciale e poi ancora cinema e teatro e una moglie, lui così al di sopra di tutto, così eccentrico così estremo, una donna accanto, moglie dal ’92, vicina, sempre, il matrimonio in Italia nella Chiesa americana di St. James a Firenze.

Restano tre figli, una lunga lista di successi che lo inserisce tra i 100 cantanti migliori secondo Rolling Stone. Bowie ha sorpreso ancora tutti, lasciando questo posto per una nuova lontana stazione, in questa notte, e la dichiarazione ufficiale è arrivata attraverso i social con la conferma che dopo 18 mesi di battaglia esaustiva contro il cancro, il Duca, era stato purtroppo sopraffatto dalla malattia. Migliaia i messaggi di cordoglio, da Madonna: "Il tuo spirito vivrà per sempre" al premier britannico David Cameron: "Sono cresciuto ascoltando il genio pop", fino al segretario generale della Nato: "Una vera leggenda".

Resta un ultimo album di inquietudini, quasi presagio di un tempo arrivato al termine, atmosfere tra il jazz sperimentale, New Wave e un senso che andava oltre, oltre la percezione, oltre il presente per raggiungere un nuovo futuro.

Addio Duca, sapevi aprire il varco della percezione come può solo chi raggiunge il livello più alto in una scala musicale ultraterrena. Il tuo sguardo diverso, regalava diversa luce al mondo. Toccare un nuovo stadio, sarà l’ennesimo obiettivo, il culmine del lungo percorso fino ad ora, che esisterà in eterno, qui, in questo piccolo spazio di mondo e di tempo lasciato nell'incredulità di questa perdita.






  Altre in "Musica"