Rss di IlGiornaleWebScrivi a IlGiornaleWebFai di IlGiornaleWeb la tua home page
Venerdì 19 aprile 2024    redazione   newsletter   login
CERCA   In IlGiornaleWeb    In Google
IlGiornaleWeb

Cultura - MusicaLuca Durante

CONDIVIDImyspacegooglediggtwitterdelicious invia ad un amicoversione per la stampa

21 Settembre 2012
La dieta dell'imperatrice: intervista a Umberto Maria Giardini
di Luca Durante


La dieta dell'imperatrice: intervista a Umberto Maria Giardini"La dieta dell'imperatrice" è il titolo del nuovo album di Umberto Maria Giardini, in uscita il 5 ottobre per La Tempesta Dischi/Woodworm. In attesa di poter acquistare l'album, ho avuto la possibilità di porre qualche domanda all'artista, che ci ha così parlato del "cambio di pelle" da Moltheni ad Umberto Maria Giardini, del nuovo disco e delle fondamenta sulle quali è nato. A ragion di cose si tratta di uno dei lavori più attesi dell'anno per gli appassionati della buona musica d'autore e Umberto ha voluto raccontarlo così.

Il tuo nuovo album, che abbiamo potuto ascoltare in anteprima su XL, è un album maturo, sia nelle sonorità che nei testi. Possiamo considerarlo un nuovo esordio? 

Si, lo possiamo considerare anche così, è soprattutto l'inizio di un nuovo ciclo. È ciò che ora voglio essere... sono io.

Sembra che le tue sonorità siano state spogliate e portate completamente a nudo.  Il titolo stesso lascia riflettere sulla possibilità di essere più minimalisti, concisi. Perché proprio "La dieta dell'imperatrice"?

Può essere anche inteso così, del resto "il minimalismo" è stata sempre una mia chiara scelta di vita, è un po' come essere, oggi, fortemente ecologista. Il titolo è un preludio a ciò che sento, "L'imperatrice" è la musica italiana costretta a mettersi in dieta per colpa degli addetti ai lavori, e per chi la maltratta.

Da cosa è stata dettata la scelta musicale di mettere da parte il basso, che non vedremo sul palco nei live che seguiranno l'uscita del disco?

È stata dettata dalla voglia di cambiare e di considerare tutto e nulla necessario.
Gli incontri e i bei discorsi fatti in varie occasioni con Anna Calvi mi hanno poi fatto capire molto in riferimento all'argomento in questione. Le basse frequenze si possono ottenere anche in modi diversi, enfatizzarle in maniera differente. È anche bello così.

Come in ogni tuo disco, anche questa volta hai voluto proporre dei pezzi strumentali come "L'imperatrice" e "Il desiderio preso per la coda". Come nascono questi tuoi pezzi?

Nascono esattamente come gli altri, la sola differenza sta nel non scriverci nulla sopra. Le parole a volte rovinano, le canzoni come le vite delle persone.

Il penultimo brano dell'album, "Il sentimento del tempo", sembra essere un viaggio musicale che parte dall'influenza dei Doors per arrivare fino ai Pineda, ultimo gruppo nel quale hai suonato. Quali sono le radici musicali che si fanno più sentire in questo tuo nuovo lavoro? Ci sono dei gruppi o degli artisti in particolare che hanno ispirato qualcuno dei brani? 

No, non credo. Io e la mia nuova band veniamo tutti da esperienze molto differenti; abbiamo semplicemente sputato fuori quello che avevamo dentro, e lavorato molti mesi nel capire e nel montare questo puzzle del nuovo album. Nella mia mente ho ricercato la mia parte nascosta dell'eleganza, e tutto questo grazie ad Anna, ma anche a dischi meravigliosi del passato. Da Nina Simone, a Buckley, da Miles Davis a PJ Harvey… dai Doors agli Other Lives e via dicendo. 

Impossibile non chiederti qualcosa in merito al progetto Moltheni. Non ha mai avuto un successo di ampio respiro e siamo stati sempre abituati a considerarlo un cantautore di quelli rari. Questo è forse dovuto al fatto che non si è mai voluto piegare al modo di fare delle major che la fanno da padrone e che - a mio avviso - appiattiscono il livello musicale nel nostro paese. Io aggiungo anche però che se Moltheni non ha avuto il successo che meritava è per l’impossibilità di collocarlo nel panorama musicale a cui siamo abituati: le sue radici musicali  non affondano infatti nella tradizione italiana (sembra che le sue sonorità si rifacciano piuttosto a gruppi ed artisti esteri, hanno poco o nulla a che vedere con la musica nostrana) e, in secondo luogo, il cantautorato di Moltheni è arrivato nel momento sbagliato, negli anni ‘90, quando la musica di qualità veniva sempre più strozzata a favore di determinate logiche di mercato. Sei d'accordo?

Si, ce ne sono tante di motivazioni oggettive per le quali possiamo spiegare o se non altro giustificare il "non successo" di Moltheni. Ma così in fondo in fondo non è … La mia più grande soddisfazione forse sta nel fatto che Moltheni è restato immacolato, puro, senza sporcarsi con la discografia e con il denaro che progetti contemporanei hanno accumulato. A parte i Verdena, il marciume e il puzzo di falso che sta attaccato alla pelle degli idoli delle ragazzine italiane odierne non mi appartiene, e con Moltheni fu solo sfiorato dalle vicende del rock degli anni ‘90.
Tutti coloro che hanno fatto musica in quegli anni, e che ancora la fanno oggi, a parte pochi casi occasionali, sono infetti, senza rendersene conto.
Sporchi dei compromessi e dei soldi guadagnati a sbafo, dimenticandosi di coloro che fanno finta di rappresentare (come gli operai) cedendo e obbedendo solo alla Dea cocaina e alle groupies di passaggio. Moltheni non è stato nulla di tutto questo.

Avremo ancora modo di poter ascoltare dal vivo i brani del progetto Moltheni?

Si probabile, qualcosa di vecchio lo riproporrò, ma solo brani poco amati dal pubblico e molto da me.

Nei giorni scorsi abbiamo potuto vedere il video che accompagna "Quasi Nirvana". Ti abbiamo visto vagare senza meta in un bosco, in uno splendido contesto naturale, alla ricerca di rifugio, e poi finire in città, quasi messo spalle al muro, sanguinante. Al pari del testo della canzone, le immagini sono assolutamente evocative. Il videomaker che ha girato il video si chiama Nicola Santoro, puoi dirci qualcosa in più sul come le vostre strade si sono incrociate e perché è stato scelto proprio lui?

È stato scelto Nicola Santoro perchè la sua purezza di ragazzo dei giorni nostri mi ha affascinato. La naturalezza e la semplicità dell'approccio (casuale) rivoltomi mi ha quasi commosso. Ero e sono stanco dei videoclip, sono forme d'arte che non mi affascinano più, se non altro guardando quello che ci viene proposto in Italia e dalla fantasia dei grandi registi nostrani. Ho voluto dare una chance a un ragazzo giovanissimo, piuttosto che a quelle cariatidi che si definiscono professionisti del settore.

L'attesa per il tuo ritorno sembra molto sentita e lo si comprende subito girando per il web, tra le pagine che ti riguardano. Ci sono tante persone che non aspettano altro che di vederti salire nuovamente sul palco. Tutto questo ti mette pressione o ti è semplicemente da stimolo?

Né l'uno né l'altro, fondamentalmente mi rasserena. Amo il mio pubblico, perché riconoscere negli altri la stessa luce che ti abbaia quando scrivi e componi ti fa sentire a casa e chissà… meno solo. La mia speranza ripone nel fatto che il prossimo live possa piacere e non deludere, il resto è tutto relativo.

Umberto Maria Giardini sarà in tour in tutta Italia a partire dal 13 ottobre, queste le date per vederlo dal vivo:

13/10 Karemaski - Arezzo
19/10 Teatro Petrella - Longiano (Fc)
20/10 CSC - Schio (Vi)
26/10 Kalinka - Carpi (Mo)
27/10 Circolo degli Artisti - Roma
01/11 Doria 83 - Napoli
02/11 Mumble Rumble - Salerno
09/11 Piccadilly - Ancona
10/11 Oasi san Martino - Acquaviva delle Fonti (Ba)
15/11 Magnolia - Milano
17/11 Spazio 211 - Torino
23/11 Zu Bar - Pescara
24/11 Beat Cafè - San Salvo Marina (Ch)
30/11 Spazio Musica - Pavia
01/12 Scuderie - Bologna
07/12 Lio Bar - Brescia
08/12 CSO Rivolta - Marghera (Ve) LA TEMPESTA
15/12 Tambourine - Seregno (Mi)
 
Il sito dell'artista: 
www.umg-music.com/ 
 

 







  Altre in "Musica"