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Cultura - SocietàAlice de Carli Enrico

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21 Settembre 2010
Halloween? Può essere una scienza
di Alice de Carli Enrico


Halloween? Può essere una scienzaUn tempo lo si vedeva solo nei film: "dolcetto o scherzetto?". Halloween, una tradizione che fino a qualche anno fa non ci apparteneva ma a cui ci siamo abituati gradualmente vedendola rappresentata nei numerosi film giunti da oltreoceano e oggi, oggi è anche una festa – ufficiosamente – nostrana. Perché, del resto, lasciarsi sfuggire una così bella occasione per far baldoria.
Nonostante le nuove tendenze dell’ultimo decennio, che hanno visto riproporre con sempre maggior vigore le figure di vampiri, licantropi (da Buffy a Twilight, senza dimenticarsi di True Blood), streghe e zombie su ogni mezzo a disposizione dei mass media, non bisogna dimenticarsi che nulla ha origine dal nulla e che, dietro ad ogni mito, c’è una parte di verità.
Qualche idea? Per cominciare possiamo parlare di stregoneria. Alcuni speculano derivi dall’uso, poco controllato, di farmaci allucinogeni naturali. La muscarina o l’ergot, per esempio. La prima non è altro che un principio attivo del simpatico fungo rosso e bianco che tanto spesso compare nelle fiabe, l’agarico muscarico; consumarne anche una minima quantità può causare a chiunque allucinazioni tanto forti da rendere plausibile una chiacchierata con folletti e gnomi, magari in volo. Il secondo, scientificamente noto come Claviceps purpurea, è un ascomiceta che fa da base all’LSD, forse l’allucinogeno più potente tra quelli esistenti. Cresce come parassita della segale e il ‘viaggio’ che permette a chi ne fa uso induce visioni che in molti definiscono, per l’appunto, ‘magiche’. Mary Kilbourne Matossian, una ricercatrice sugli effetti delle malattie della storia, aveva già osservato alcuni anni fa che molte delle dicerie relative alle streghe si erano diffuse proprio in luoghi dove la coltivazione della segale era ampiamente diffusa.
Possiamo poi continuare parlando di zombie. Anche in questo caso alcuni ricercatori ritengono sia molto plausibile che si tratti di persone sotto l’effetto di droghe. Sono i "morti viventi", la cui trasformazione si ritiene derivi dall’intossicazione di un individuo con una tossina presente nei pesci palla capace di indurre uno stato di trance da cui è possibile uscire grazie ad una pozione ricavata dai semi di una pianta allucinogena nota come erba del diavolo.
Il vampirismo, invece? Secondo quanto ipotizzato dal chimico David Dolphin nel 1985 si tratta di una malattia genetica nota come porfiria, il cui effetto principale è una sensibilità talmente elevata alla luce del sole che un’esposizione diretta porterebbe all’apparire di bolle e cisti. Come se non bastasse, questa malattia causa anche la ritrazione delle gengive, tale da far apparire i denti di una persona molto più lunghi della norma, e un’urina di colore rosso sangue.
Altre speculazioni non mettono da parte neppure i licantropi, ovvero la trasformazione di alcune persone in lupi durante le notti di luna piena. Una delle possibili spiegazioni si riporta alla rabbia, malattia trasmissibile, come la licantropia, attraverso il morso di un lupo e che renderebbe le persone, nelle sue ultime fasi, molto simile all’animale.
Interessante è comunque notare come dietro ad ogni storia ci possa essere una buona dose di realtà. Non ci resta che attendere con trepidazione di sapere da dove mai possano derivare i draghi.







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