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14 Settembre 2016
La macchina del tempo
di Gianni Pezzano



La macchina del tempo
La Macchina del tempo

Quando si va in Calabria si pensa di godere del sole e invece questa volta abbiamo trovato la pioggia. Così ho deciso  finalmente di rileggere il libro che tenevo nel tablet da tempo. Avevo letto “La Guerra dei Mondi” di H. G. Wells nella mia lontana gioventù  e ho trovato una storia e dei dettagli che mi hanno evocato un altro libro dell’autore inglese “La Macchina del tempo”.

 

Sappiamo tutti che il romanzo racconta l’invasione della Terra da parte dei marziani. A differenza dei film tratti dal libro, il bersaglio dell’invasione non erano gli Stati Uniti, ma le periferie di Londra e Wells racconta magistralmente non solo l’invasione, ma il panico e l'eventuale distruzione di parte della metropoli inglese. La storia è raccontata da un narratore che non viene mai identificato, anche se lui stesso si sente obbligato ad identificare i personaggi che vede nel corso delle settimane dell’invasione. Wells fornisce dettagli dell’Inghilterra di allora, le frasi e gli accenti, ma anche dettagli affascinanti che più che altro dimostrano come cambiano i tempi grazie alla tecnologia e dunque di come vediamo il mondo delle notizie.

 

Il Narratore ci introduce al giornalista Henderson e descrive come invia i suoi servizi dell’arrivo dei marziani al suo giornale via telegramma e come le notizie vengono trattate a causa della mancanza di dettagli. Nella sua ricerca della notizia il giornalista sarà poi una delle prime vittime del raggio micidiale che tanto spaventò il primo pubblico del libro.

 

Naturalmente ci viene descritta la reazione degli abitanti di Londra centrale vista dal fratello del Narratore e vediamo in questo capitolo l’uscita delle notizie da parte di una stampa che era interamente cartacea. Vediamo la prima reazione calma della popolazione londinese e poi la crescita del panico man mano che arrivano le notizie dei morti e l’approccio degli invasori verso la città.

 

Il dettaglio più affascinante di questi capitoli è di leggere dell’uscita delle edizioni straordinarie con i nuovi dettagli del pericolo in arrivo. Però, la bravura di Wells è anche di farci sapere che il prezzo delle edizioni aumentavano mentre si avvicinava il nemico extraterrestre. Sembra quasi di intuire l’arrivo del moderno Pay for view di oggigiorno, anche se in versione primitiva.

 

La tecnologia di oltre un secolo fa limitava i mezzi per poter comunicare e avvisare il mondo. Nell'Inghilterra di Wells della fine dell' 800 il telefono non aveva ancora avuto l’impatto nella vita quotidiana e certamente non ancora per la trasmissione di notizie da una parte all'altra del mondo.

 

Quasi sessant'anni più tardi e dopo gli sviluppi tecnologici delle due guerre mondiali Indro Montanelli nella sua cronaca della Battaglia di Budapest ci fa notare che la mattina dell’attacco sovietico alla capitale ungherese non poté inviare il servizio al Corriere della Sera perché gli aggressori erano stati attenti a tagliare le linee di comunicazione all'estero per prevenire fughe di notizie. Così il primo servizio del giornalista di Fucecchio uscì nel giornale solo molti giorni dopo.

 

Pensavo questo mentre leggevo il libro e sullo schermo televisivo uscivano le immagini di Hillary Clinton dopo il malore che l’ha colpita durante il servizio di commemorazione per le vittime dell’attacco alle Torri Gemelle dell' 11 settembre 2001. Ora vediamo notizie in tempo reale con le immagini che ci arrivano contemporaneamente.

 

Come vediamo in “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore abbiamo avuto l’anteprima di questi fatti dove, in un mondo ancora senza televisione, il cinema proiettava i filmati di notizie. Infatti queste proiezioni svolgevano un ruolo fondamentale nella crescita delle due dittature europee. Ma dobbiamo riconoscere l’uso delle schermo cinematografico anche da parte degli alleati quando il film Der Fuehrer's Face vinse l’Oscar, film dove Paperino  aveva come antagonista il dittatore tedesco Adolph Hitler.

 

E come Wells descrive l’aumento del prezzo del giornale, la crescita dei canali e dei programmi giornalistici soprattutto alla televisione, ma anche su internet, vede una concorrenza in costante aumento tra i canali e le agenzie per attirare il pubblico e dunque gli introiti pubblicitari che li finanziano.

 

L’entrata di interessi finanziari e politici nei servizi ha poi aumentato il rischio di interferenze nella presentazione delle notizie, spesso per promuovere i programmi politici dei loro proprietari. Chi segue le notizie americane e inglesi sa già che il magnate di origine australiana Rupert Murdoch è la figura centrale di questa crescita di interesse con il suo Fox News e i giornali. Però questo uso dei giornali per promuovere idee controverse non è nuovo e non si limita solo ai servizi della tecnologia moderna.

Nel celebre caso Dreyfus in Francia il giornalista/autore Emile Zola scrisse il grande articolo “J’Accuse” per accusare il paese e soprattutto le autorità di comportamento apertamente antisemitico nel loro trattamento dell’ufficiale ebreo accusato di fare la spia contro la Francia. Un caso montato ad arte per cercare di coprire il vero colpevole, un ufficiale aristocratico e dunque parte dell’establishment.

 

Qui in Italia la rottura pubblica tra Indro Montanelli direttore de “Il Giornale” e Silvio Berlusconi era dovuta al fatto che Montanelli si rifiutò di permettere l’uso della testata da lui fondata per promuovere le ambizioni politiche del suo nuovo proprietario. Una controversia che lo seguì per il resto della vita ed è parte centrale di qualsiasi ricerca sulla vita del giornalista.

 

Ora con i mezzi moderni di comunicazione le notizie arrivano senza filtro di tempo e i telefoni satellitari garantiscono che i cronisti siano in grado di poter trasmettere le loro storie direttamente al pubblico internazionale. Questi mezzi ci permettono di sapere le ultime notizie senza filtro e senza paura di censure da parte di dittature o di altre autorità.

Però, almeno in teoria, questi mezzi devono essere utilizzati con cura e non senza il filtro del buon senso e di cautela da parte dei redattori responsabili. Per quanto siano importanti le prime notizie, raramente ci dicono tutti i dettagli e anche noi spettatori dobbiamo stare attenti a non trarre conclusioni affrettate prima di sapere tutti i dettagli e non semplicemente i primi annunci.

 

Per poter vivere in una democrazia moderna dobbiamo avere accesso ad informazioni e a notizie sicure. Allo stesso tempo sappiamo benissimo che noi esseri umani abbiamo il vizio di cercare di approfittare di ogni occasione. Perciò noi utenti e lettori dobbiamo capire bene quel che leggiamo e seguiamo nei giornali e sugli schermi. Le prime reazioni sono quasi sempre quelle sbagliate e quindi dobbiamo imparare ad aspettare sviluppi e dettagli.

 

Solo cosi sapremo evitare la trappola che nel passato ci è fin troppo spesso capitata, di essere manipolati.








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