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Cultura - SocietàGianni Pezzano

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23 Settembre 2016
Sotto quante bandiere?
di Gianni Pezzano


Sotto quante bandiere?

Nella mia ex città di Adelaide in Australia esistono oltre cento circoli italiani e credo che ormai  la cifra sia più vicina a duecento. Regolarmente vedo sui social media i post e le fotografie di feste religiose e non, cene, incontri e riunioni e infine negli ultimi anni annunci funebri da parte dei circoli che rendono onore ai fondatori degli stessi che sono passati a miglior vita.

 

Naturalmente queste associazioni rappresentano vari interessi e dimostrano, in una città, la nostra tendenza nazionale di sventolare varie bandiere spesso prima ancora di quella del tricolore nazionale. Infatti, questa tendenza dimostra chiaramente che le nostra identità non è formata soltanto dalla nostra origine nazionale.

 

Non dovrebbe sorprendere che i gruppi più numerosi siano legati alle regioni e paesi d’origine delle nostre famiglie. Non solo esistono circoli dedicati alle regioni, ma ci sono club dedicati a paesi individuali. Cosi non solo abbiamo un Campania Club, ma numerosi circoli di paesi come Altavilla Irpina, San Giorgio la Molara e Molinara per nominarne soltanto tre. Poi c’è il caso della regione Calabria dove la frattura all'interno della comunità ad Adelaide ha portato alla luce non una, ma ben tre Associazioni Calabresi, senza scordare i club paesani.

 

Legate alle regioni e ai paesi individuali troviamo poi le Associazioni e Società religiose che onorano santi e Madonne da tutta la penisola. Visto che il numero di comitati religiosi ha superato la settantina le processioni e feste religiose ad Adelaide superano la media di una alla settimana.

 

Anche in questo caso vediamo la tendenza di dividerci in base a conflitti all'interno delle nostre associazioni. Ad Adelaide esistono ben due Feste di san Giuseppe e di santa Lucia. Allo stesso modo in un  caso di un paese  non meglio identificato, la rottura tra paesani è arrivata  non soltanto al punto che viene festeggiato il santo patrono del paese, ma persino di due delle sue frazioni con la conseguente rottura di rapporti anche all'interno di alcune famiglie.

 

Altre due categorie di associazioni italiane comprendono gli sport e le attività di assistenza sociale, cultura e beneficenza. Come è facile da prevedere le attività sportive si concentrano soprattutto sul calcio e in quella città esiste una Juventus, ex campione nazionale, e anche un’Inter insieme alle altre squadre, alcune legate ad associazioni regionali/paesane ed altre indipendenti da appartenenza regionale.

 

Per quel che riguarda le attività di assistenza sociale, cultura e di beneficenza, i rispettivi comitati di solito non si identificano con regioni particolari. Come in tutti i grandi centri con emigrati italiani esistono ad Adelaide la Società Dante Alighieri e anche filiali locali di patronati italiani per assistere i pensionati italiani all'estero. Nel caso dei gruppi di assistenza sociale ai nostri connazionali  in due casi, l' Italian Benevolent Fund e la Società di Sant'Ilarione, gestiscono case di cura indirizzate principalmente, ma non esclusivamente, ai nostri anziani. Il caso dell’ultima società è particolare perché nacque per onorare il santo patrono di Caulonia (RC), una delle feste religiose più vecchie e importanti della città, per poi assumere anche la responsabilità enorme di prendersi cura dei nostri anziani. Bisogna anche notare che esistono gruppi internazionali come i Lions e i Rotary che hanno sezioni italiane, ma queste sono governate secondo le regole generali e di solito si comportano in un modo molto diverso dalle altre associazioni.

 

Queste attività lodevoli fanno capire il livello di impegno dei nostri connazionali all'estero e di cosa sono capaci di fare quando sentono il bisogno di intraprendere qualsiasi iniziativa. Esistono sedi e centri sparsi per tutta la città che sono la bandiera di queste attività comunitarie. Però, gli sforzi per costruirle sono anche prova della nostra tendenza di dividerci tra di noi come nei casi già citati.

 

Sarebbe interessante fare paragoni tra le varie comunità italiane in altre città e in ogni paese per vedere se questa tendenza si ripete, ma temo che troveremmo che ogni centro di emigrati italiani abbia casi come quelli di Adelaide. Come italiani, almeno nelle prime due generazioni, tendiamo ad identificarci soprattutto con le regioni e i paesi di origine dei nostri genitori.

 

Con il tempo e il matrimonio dei discendenti tra persone di altre regioni, o che non sono italiani, i legami con paesi e regioni specifici non avranno la stessa importanza per i loro discendenti, anche se l’esperienza americana dimostra che dalla quarta generazione in poi i discendenti vorranno sapere di più delle loro origini.

 

Per questi motivi la nostra voglia di formare club italiani dedicati a regioni e paesi specifici, a lungo termine, rischiano di creare problemi per le generazioni future. I fondatori dei club regionali/paesani hanno concentrato le risorse in sedi adatte per le loro attività e pochi hanno pensato alle future generazioni e l’eventuale destino delle sedi.

 

La concentrazione delle forze nelle sedi di club di appartenenza era tale che ad Adelaide nessuno ha potuto formare e mantenere un vero centro culturale malgrado il tentativo della Società Dante Alighieri. Esistono due stazioni radio, ma non esiste un teatro, un cinema o una biblioteca di lingua italiana degni di una comunità che conta ben oltre 200.000 persone tra prima, seconda e terza generazione.

 

Non intendo puntare il dito contro questa città, ho partecipato per decenni a queste attività, soprattutto nei gruppi assistenziali/culturali e chi mi conosce sa benissimo che indico questi problemi da molti anni, persino quando facevo parte dell’esecutivo di alcuni. Sappiamo tutti che con il tempo molte delle sedi sono destinate a sparire, particolarmente a causa della perdita dei fondatori principali che inesorabilmente sta indebolendo le strutture di questi circoli.

 

Per questo motivo l’Italia, come paese, potrebbe avere un ruolo importante nell'incoraggiare i nuovi esecutivi di guardare bene il futuro delle comunità e di progettare un futuro dove le eventuali vendite e chiusure di circoli non comporteranno la perdita di questi beni da parte della comunità italiana in generale. Dobbiamo incoraggiare l’associazionismo italiano all'estero a concentrare le strutture per aiutare a promuovere la nostra lingua e Cultura  per le future generazioni e di conseguenza tenere vivi i rapporti tra il Bel Paese e il paesi d’origine di milioni di oriundi in tutti i continenti. Abbiamo già strutture e mezzi esistenti che potrebbero essere la base per concentrare le nostre infrastrutture in vista del futuro.

 

La grandezza della comunità non si dimostra dal quel che ha attualmente, ma da cosa lascia per il futuro. Dunque, incoraggiamo i nostri connazionali all'estero a fare questo passo perché arricchirebbe non soltanto loro, ma anche la nostra Cultura.








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