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22 Novembre 2011 Francis Bacon a Ostia Lido di Gessica Franco Carlevero
Francis Bacon a Ostia Lido, a cura della giovane compagnia G.B. Studio, porta in scena un significativo frammento della biografia dell’artista. Nel 1954 Bacon era ospite alla Biennale di Venezia come rappresentante della Gran Bretagna, in quell’occasione rifiutò di soggiornare nella città lagunare preferendo invece una permanenza al Lido di Ostia. Una scelta che dichiaratamente mostrava il distacco dalle "regole del gioco", l’indipendenza e l’individualità caratteristiche non solo del lavoro ma anche dell’esistenza dell’artista. Francis Bacon a Ostia Lido prende le mosse dalle difficoltà derivanti da tale atteggiamento caratteriale, dalle conseguenze che scaturiscono dall’ essere diverso, dal non riconoscersi negli schemi preconfezionati ed accettati dalla società. Il pittore diventa così simbolo di una più generale condizione umana, isolata e osteggiata. Un primo quadro metaforico e simbolico della pièce dà ad intendere il percorso per la conoscenza e l’accettazione della propria personalità. La difficoltà di reggersi sulle proprie gambe dimostra letteralmente la problematicità del comprendere l’individualità personale, fino a quando uno specchio impolverato diventa rivelatore e capace di condurre l’individuo ad una vera e propria danza. Altra storia narrata è quella di una presunta ragazza dell’Est, le sue illusioni infrante, lo spaesamento derivante dal trovarsi in un paese straniero, i soprusi subiti e i maltrattamenti inflitti. Uno dei tanti casi in cui la sofferenza è imputabile all’essere diverso, straniero, condizione che conduce, nel caso della ragazza in scena, a trasformarla in prigioniera. Ma il senso di spaesamento e malessere è vissuto anche dall’ultimo personaggio, un uomo comune, probabilmente nato e cresciuto sempre nello stesso luogo, Ostia. In un primo momento appare spensierato e gaio, ma ben presto l’indifferenza e l’egoismo da cui è circondato lo portano ad una riflessione sull’essere umano e le sue angosce. "Francis Bacon ad Ostia Lido" mostra tre individui soli, isolati ed oppressi da un potere superiore che continuamente tenta di piegarli. Francis Bacon diventa dunque metafora del disagio interiore e del malessere, lo stesso che esprimeva con le sue opere pittoriche le quali, attraverso la trasfigurazione di elementi reali, mostravano quel forte senso di pena e inquietudine.
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