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Cultura - TeatroStefania Castella

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19 Settembre 2019
Antonio Nobili si racconta. L'amore per il teatro, la poesia di Alda Merini
di Stefania Castella



Antonio Nobili si racconta. L'amore per il teatro, la poesia di Alda Merini
Antonio Nobili

I suoi versi mai dimenticati, la voce roca e potente, le sue evocazioni. I suoi giorni tormentati, la poesia che raccoglie e accoglie e ha ancora tanto da raccontare. Lo fa, anche attraverso il teatro, che la rende tangibile, palpabile, torna attraverso la scrittura e l’interpretazione di chi pezzi di anima ha preso e reso, lo fa attraverso il talento di Antonio Nobili, protagonista già a 13 anni, la recitazione nel sangue, una carriera costruita tra fatica e soddisfazioni, anni di studio al fianco di maestri di teatro e di cinema e tra le tavole del palcoscenico la formazione che resta e che poi ti porta oltre. Alla scrittura, luogo in cui riversare l’anima con i primi lavori di ispirazione shakespeariana, la lettura poetica sperimentale dall'essenzialità del timbro della voce, la ricerca del suono. Poi insieme cinema, televisione, radio.

Alda Merini vive anche grazie alla sua scrittura, direttore del Teatro Senza Tempo, Nobili porta in scena quello che fino ad ora è stato sold out, il ricordo di un’anima mai dimenticata nel suo “Dio arriverà all'alba”. Alda la scompigliata, che passeggia sulle nuvole, Alda e le scritte sul muro, un telefono in perenne sospensione, il rossetto rosso, la “rivive” Antonella Petrone e con lei protagonisti ad alternarsi, Alessio Chiodini-Valerio Villa (Paolo), Davide Fasano-Daniel De Rossi (Arnoldo Mondadori), Virginia Menendez-Sara Morassut (Anna), Alberto Albertino (Dott. Gandini), Sharon Orlandini (la bambina). Un testo pieno di poesia, che crea un legame forte con lo spettatore, in quella sorta di magia che appartiene soltanto al teatro. Antonio Nobili ci racconta di sé, del teatro, del suo “Dio arriverà all'alba”.

Nobili la scena è nel suo DNA. Il teatro l’amore più grande? Il luogo dove poter esprimere il proprio io?

-In teatro confluisce la somma di tutte le sfumature di cui il mio io è composto, almeno quello che finora ho conosciuto, quello che si è rivelato. Ho iniziato giovanissimo sviluppando attraverso il Teatro tutte le capacità e le conoscenze che oggi possiedo, cerco di non dimenticare però che, per quanto magico, questo è un lavoro e per quanto io sia stato scelto più che scegliere, questo rimane un lavoro.-

Come si è avvicinato all'anima potente di Alda Merini?

-L'incontro con Alda Merini ha trovato la sua sede naturale nella passione per la poesia. La mia passione per il linguaggio poetico usato e per la forza espressiva posseduta dalla "poetessa dei Navigli" mi hanno portato naturalmente ad un confronto con un mondo di metafore che sembrava appartenermi più di quanto pensassi. Come un fiume destinato al mare, naturalmente.-

Cosa resta allo spettatore quando si chiude il sipario e cosa resta a lei addosso, dello spettacolo cui ha dato vita?

-Alla fine dello Spettacolo, dopo gli applausi, faccio scendere gli attori dal palcoscenico e, giunti davanti all'uscita del Teatro, salutano una ad una le persone del pubblico. Vedere quello che si è dato prendere forma in lacrime e abbracci è la soddisfazione più grande, quella che ti manda a casa contento di aver fatto bene il tuo lavoro. A me restano frammenti di tutto questo che si confondono al rumore dei passi che mi riportano a casa.-

Cosa non sappiamo ancora di Alda Merini. E perché secondo lei la sua poesia, la sua vita, restano ancora nel tempo? -

L'obiettivo dello spettacolo "Dio arriverà all'alba" è quello di mostrare un aspetto sconosciuto dei poeti, quello privato. Di Alda Merini oggi si conoscono e condividono molti aforismi senza tempo ma del suo essere donna ogni giorno, madre, poetessa si sa poco e venendo a conoscenza di questo "piccolo mondo privato" si scopre, come per magia, quanta Alda Merini ci sia dentro ognuno di Noi.-

Cosa farà domani? Quali sono i progetti imminenti, quelli che vedranno invece la luce in futuro?

-Il futuro prevede una nuova biografia da portare in scena, anche in questo caso si parla personaggi simbolici della cultura Nazionale, per mantenere vivo quel mio principio di Arte come Identità, l'arte come mezzo per scoprire porzioni della propria cultura attraverso "i personaggi di riferimento" a cui questa terra ha dato i natali.-

Il teatro oggi, fatica e soddisfazioni. Più l’una o più l’altra…

-Il teatro è una necessità che necessita di essere riscoperta come tale, per farlo c'è bisogno di impegnarsi in un lavoro durissimo che quando però, alla fine, splende nei ricordi di chi ha visto i frutti del tuo lavoro, accende la più grande delle soddisfazioni.-








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