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26 Aprile 2010 Viaggiatori di pianura di Gessica Franco Carlevero
 | Gabriele Vacis | Fonderie Limone Moncalieri 4 - 9 maggio 2010 VIAGGIATORI DI PIANURA tre storie d'acqua Di Gabriele Vacis e Natalino Balasso Con Laura Curino, Natalino Balasso, Christian Burruano, Liyu Jin. Regia Gabriele Vacis Fondazione del Teatro Regionale Alessandrino Nel 1978 il Laboratorio Teatro di Settimo dava il via ad un'attività di animazione per gli anziani. "Quel lavoro", spiega Gabriele Vacis, "mi insegnò che molti dei vecchietti qualunque che animavamo al Centro d'incontro di Settimo erano persone straordinarie. Una in particolare: Regina". Più di trent'anni dopo, quattro personaggi apparentemente qualunque si incontrano nel vagone di un treno che attraversa la pianura padana. Sullo sfondo il paesaggio monotono di campi, cavi elettrici, cavalcavia, un non luogo che più accelera più sembra immobile. Ciascun viaggiatore ha vissuto un'esperienza tanto intensa da determinarne l'esistenza. I quattro passeggeri hanno ognuno una storia e da tale storia sono accomunati. Innanzitutto Regina, bene interpretata da Laura Curino. Il 18 novembre del 1951 era solo una ragazza e stava festeggiando le proprie nozze. Quel giorno piove. Sposa bagnata sposa fortunata, si dice, ma la pioggia si era trasforma in alluvione. Sono costretti a salire sul tetto, sposi, amici, vecchi parenti, da lì guardano i campi diventare mare che trascina biciclette e comò. Regina racconta l'alluvione e l'alluvione racconta Regina. La mattina del 20 novembre sulla prima pagina del gazzettino compariva la foto di una ragazza col vestito bianco in taffetà mentre raggiungeva i soccorsi. Natalino Balasso, autore del testo insieme a Vacis, nello spettacolo è Cedric Lafontaine, veneto di terza generazione che viene da New Orleans, dove suonava la chitarra in un complesso blues. Il 25 agosto 2005 si trova in cantina a fare le prove, il batterista sente debole il proprio suono, ci vuole qualcosa di più forte, dice, dei piatti splash, sonori. E in quel momento un'onda violentissima invade la cantina. Anche quel giorno le strade erano mare che trascinava auto, alberi, persone. L'uragano Katrina aveva raggiunto New Orleans e Cedric Lafontaine aveva trovato salvezza aggrappandosi a un contrabbasso galleggiante. Lyiu Jin, attenta e curiosa, ascolta queste storie, sta per raggiungere l'università dove la attende un esame di economia. La ragazza segue le vicende con sguardo vispo, "l'economia globale studia come approfittare delle catastrofi", oppure, "Si dice che gli uragani ripuliscano le spiagge e radano al suolo le capanne dei pescatori: per alcuni è una buona opportunità per costruire hotel e grandi opere". Il treno sta arrivando a destinazione e Christian Burruano, il quarto passeggero, racconta la propria esperienza di animatore sulla costa tailandese. Era il 2004, si trovava in una valle dell'Eden, le Phi Phi Islands, quel 25 dicembre si era sposato con Chiara. I l giorno seguente alle dieci e venti del mattino il ragazzo tiene una lezione di aerobica, guardava verso il mare, l'acqua scura, torbida. Improvvisamente una scia taglia l'oceano e risucchia l'acqua, non si era mai vista la bassa marea in quell'ora del giorno. Tutti fuori dagli alberghi fissano il mare che si sta ritirando. Un attimo dopo un'onda di acqua densa - pare dipinta da Pollok, violenta, disperde sua moglie, Chiara. L'alluvione del Polesine del '51 ha fatto quasi cento vittime. Nel 2005 l'uragano Katrina più di milleottocento. Il 26 dicembre 2004 lo Tzunami più di duecentomila morti. "La natura ha qualche ragione per vendicarsi di noi", si commenta nel vagone del treno che sta terminando la sua corsa. I quattro personaggi si sentono vicini, " I primi giorni dopo la catastrofe sono stati i più necessari", commentano. Viaggiatori di pianura tratta un tema forte e rende familiare anche ciò che si presenta lontano nel tempo o nello spazio. Nonostante la presa di coscienza dell'impossibilità di sentirsi al sicuro in alcun luogo, il tono dello spettacolo è comunque leggero, lieve. Ironici e beffardi, i personaggi si discostano dalla retorica della catastrofe. Il disastro, invece che assumere tinte patetiche o lacrimevoli, risalta l'energia e la vitalità dei suoi protagonisti.
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