Al centro dell'opera un‘ossessione: il tradimento. Il protagonista, il Signor del Ceppo, sta per sposare la giovanissima Agnes, una ragazza che ha cresciuto fin da bambina con l'idea di educarla e plasmarla a suo piacimento. "Con le donne faccio a mio modo, sposo una deficiente sottomessa a me completamente". Ma la vita segue il suo corso, e la ragazza si innamora di un giovane che la seduce con premure e tenerezze. La gelosia è uno stato nervoso e il Signor del Ceppo cerca invano di trattenere la bella fanciulla che una volta scoperta la passione ritrova però anche il proprio carattere, "L'amore è un grande maestro". Oltre alla perdita dell'onore, l'uomo soffre soprattutto le pene d'amore. Non trova pace, non riesce a stare fermo, con la forza cerca di strappare la piccola Agnes dalle braccia del giovane rivale, ma i suoi tentativi risultano completamente vani. "Il cuore di un uomo hai fatto sanguinare". La scuola delle mogli diretta e interpretata da Valter Malosti riesce innanzitutto nell'intento fondamentale della commedia, suscita ilarità. Al tempo stesso, però, i personaggi non si riducono a semplici cliché, ma appaiono più complessi e articolati. L'amore e il dolore si scontrano, e le contraddizioni dei personaggi, seppure paradossali, contribuiscono a renderli più credibili. Molti sono i valori di questa pièce. Innanzitutto il testo, tradotto in prima persona da Malosti, che suona armonioso e musicale. Il verso libero non rispetta l'alessandrino di Molière, ma il ricorso a rime, assonanze, giochi di parole ed espressioni francesi sfociano in un risultato davvero comico e interessante. Anche l'interpretazione degli attori è notevole, senz'altro il protagonista dimostra forza, abilità e intensità, ma anche gli altri personaggi sono ben caratterizzati e contrassegnati da peculiarità specifiche. Spicca in modo particolare l'interpretazione di Valentina Virando che veste tre ruoli differenti con abilità e bravura senza mai eccessi di vanità o autocompiacimento. La scenografia, curata da Carmelo Giammello, è semplice, ma con pochi elementi riesce a rievocare la dimensione di isolamento in cui è rinchiusa la bella Agnes, la quale, paradossalmente, in un primo momento pare felice in quel mondo isolato e protetto. Un'atmosfera surreale e carnale pervade lo spettacolo che rievoca un tempo passato ma reinventato, in cui i costumi contribuiscono a dare vita a una scena sui generis, evocativa e fantastica. Brillante, acuto e divertente, La scuola delle mogli di Valter Malosti intrattiene e rallegra in modo intelligente. L'ansia delle corna, la gelosia nei confronti di una "Lolita" che sfugge a ogni controllo e la sofferenza di un uomo che credeva di avere il dominio su ogni cosa provocano il riso ma anche la compassione. Il Signor del Ceppo, che pensava di avere plasmato una "deficiente a lui sottomessa", rimane stregato proprio dall'inferiorità della fanciulla e schiavo della sua fragilità. E quest'uomo prepotente, beffato dalla propria arroganza, quando perde la sua Agnes, non riesce a dire altro se non, "Mi hai fatto del male, non ci hai pensato?".
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