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Cultura - ArteGianni Pezzano

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06 Ottobre 2015
Di Ben Hur, Fiamminghi e Bologna
di Gianni Pezzano



Di Ben Hur, Fiamminghi e Bologna
Brueghel
Bologna

Un gran parte del piacere di girare il Bel Paese è di andare in città come Bologna per un motivo e di trovarsi ad andare a manifestazioni o mostre inattese. Così è successo domenica scorsa quando una visita di famiglia è diventata l’occasione di visitare una mostra a Palazzo Albergati nel centro della città.

La mostra è dedicata alla famiglia fiamminga dei Brueghel, iniziando da Pietro il Vecchio e passando ai suoi figli e arrivando ai suoi nipoti. A differenza dell’arte in Italia di quel periodo l’arte fiamminga non era in particolar modo rappresentativa delle signorie o della chiesa e perciò le opere in mostra erano legate soprattutto alla vita quotidiana, con solo un numero limitato dedicato alle opere religiose che invece era il tema preferito degli artisti italiani contemporanei.

 

Come ci si poteva aspettare, l’inizio della mostra spiegava le origini artistiche di Pietro il Vecchio e l’ispirazione di Hieronymus Bosch che aveva una visione particolare dell' aldilà e dei castighi che attendevano i peccatori nel mondo dell’oltretomba. La visione dei mostri nell’inferno e i castighi dei peccatori nei quadri di Bosch e in quelli dei suoi contemporanei fiamminghi non lasciavano dubbi della loro visione di un mondo pieno di peccatori.

 

 

Decenni dopo la morte di Bosch, l’arrivo di Brueghel ha cominciato a cambiare il modo di interpretare il mondo e i tormenti delle anime dei defunti. I mostri e i castighi di Brueghel erano meno espliciti di quelli di Bosch e non sappiamo quanto di questo sia dovuto ai cambi degli insegnamenti del protestantesimo succedutosi nel frattempo.

 

Ma il cambio più grande nell’arte di Brueghel (e di conseguenza i suoi figli e nipoti e tutto il movimento artistico nelle Fiandre) si ebbe in conseguenza al suo viaggio in Italia quando fu ovviamente colpito dallo splendore della montagne che dovevano essere una meraviglia per chi, come lui, era nato e cresciuto in paesi di pianura come le Fiandre. A livello artistico le opere di Pietro, i suoi figli Pietro il giovane e Jan, insieme ai loro figli dimostrano chiaramente come abbiano subito l’effetto di questa visione nuova del mondo.

 

Passando da stanza a stanza con i cambi di temi intellettuali e artistici, il visitatore rimane colpito prima di tutto della forza delle immagini e i temi molto più “banali” delle opere commissionate dai signori italiani ai loro artisti. Come si vede dall’immagine utilizzata per il manifesto della mostra i quadri molto spesso catturavano la vita del popolo. La festa di nozze illustrata fa vedere dettagli affascinanti del popolo dell’epoca a partire dai costumi, come si vede con il signore con la bracchetta in mezzo ai danzatori, poi la sposa che riceve i regali in soldi e tutte le azioni degli ospiti alla nozze.

 

In una serie di quadri vediamo ogni fase di un matrimonio dalla preparazione della sposa, alla processione in chiesa, alla festa di nozze e infine l’immagine degli effetti del cibo e soprattutto l’alcol consumato, fino al comportamento di alcuni ospiti che si sono lasciati troppo andare in questa occasione. E come le nozze, vediamo altri aspetti della vita quotidiana come le attività invernali e le fiere.

 

A un certo punto la mostra è diventata un gioco tra vari artisti della famiglia Brueghel e chi esamina i quadri. La bravura di questi artisti era tale che oggigiorno gli scienziati sono capaci di identificare precisamente quali piante e animali venivano dipinti. Nel caso delle piante gli scienziati si trovano in grado di potere vedere come erano le piante che sono sparite nel corso dei secoli. In altri quadri vediamo immagini dove moderni esperti di armi e di monete possono vedere rappresentazioni precise di armature, armi e monete.

 

In una stanza gli organizzatori hanno sfidato il visitatore a cercare insetti celati in mezzo a piante, o altri oggetti come uccelli e quadri dove gli artisti ci avevano “nascosto” nei loro dipinti sia per gioco quanto per sfidare la capacità di osservazione del visitatore. Infatti, a un certo punto noi abbiamo notato che, quadro dopo quadro, apprariva lo stesso uccello che osservava con occhi acuti chi esaminava i dettagli del quadro. Per noi è diventato un gioco divertente cercare questa immagine e altre che si ripetevano in quadro dopo quadro.

 

Ma questo esame dimostra anche, che il passar degli anni, il talento che avevano i padri è diminuito progressivamente nei figli dimostrando chiaramente che i doni e i talenti della natura non sono dovuti a tutti, ma solo agli eletti e che non possiamo ereditare per nascita.

 

La meraviglia della mostra era dovuto alla generosità dei proprietari di collezioni private che hanno messo a disposizione della mostra. Come di consueto abbiamo controllato i nomi delle collezioni che sono state fornite ed erano quasi tutte private, con pochi nomi di proprietari mostrati, ma il nome di una collezione ci ha colpito, era quello di Miklos Roscza, il famoso compositore di colonne sonore di film classici che ha vinto tre Oscar per il suo lavoro, uno dei quali era per Ben Hur del 1959.  

 

Ma le meraviglie della mostra non si limitavano solo alle opere esposte e la bravura degli artisti, ma anche al luogo utilizzato. Palazzo Albergati è uno dei palazzi più belli di Bologna che apparteneva a una famiglia importante della città e con una facciata degna di una grande città d’arte. In ogni stanza abbiamo visto soffitti bellissimi che erano una chiara indicazione che al suo tempo la casa doveva essere davvero fonte di orgoglio per i suoi proprietari che senza dubbio non esitavano a metterla in mostra per gli ospiti. La prova di questa disponibilità si trova all’uscita vicino al portone dove abbiamo notato una targa in marmo in ricordo della visita della Zar Nicola Primo che fu ospite in quel palazzo nell’ottocento, un segno chiaro dell’importanza della famiglia.

 

Questa mostra è l’ennesima prova di quel che le città del nostro paese ci offrono: innumerevoli occasioni di poter vedere opere importanti da tutto il mondo. Nei prossimi mesi vedremo l’annuncio e l’inizio di mostre sparse per tutto il Bel Paese di artisti italiani e stranieri in gallerie e palazzi che sono l’invidia del mondo. Le mostre sono importanti non solo per le gallerie, ma anche per il Paese. Sono fonte di soldi per la manutenzione della opere stesse e dei luoghi d’arte, ma sono anche un incentivo per turisti e dunque anche fonte di guadagno e posti di lavoro per il Paese.

 

La mostra dei Brueghel vale davvero la pena di essere vista e la fila all’entrata dimostrava chiaramente l’interesse del pubblico per artisti importanti come loro. La mostra sarà aperta fino al 28 febbraio prossimo.








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