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Cultura - LibriMarta Arnoldi

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10 Febbraio 2015
Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa
di Marta Arnoldi



Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa
la copertina del libro

Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi 

 

Un libro per conoscere “ieri”e guardare al “domani” con più fiducia.  Un inno alla speranza e alla vita per le giovani generazioni. E' questo il messaggio che il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, vuole lanciare ai lettori con il suo libro uscito a gennaio 2015.

 

Il libro inizia a prendere forma tre anni fa, quando Calabresi si incontra con duecento studenti della sponda piemontese del Lago Maggiore: "Alla fine dell'incontro mi avvicina un ragazzo timido – racconta il giornalista - che non voleva parlare davanti a tutti, e mi dice: 'Ma davvero pensa che la nostra scelta individuale possa fare una qualche differenza nelle nostre vite? Io, ma come me tutti i miei compagni, credo che le condizioni esterne siano molto più forti di qualunque sogno e di qualunque volontà, e che l'unica strada sia la fuga da questa Italia. Siamo nati nel tempo sbagliato'". "Questo libro - racconta l'autore - è nato quella mattina. Le domande, lo scetticismo e lo scoraggiamento di quei ragazzi mi hanno tormentato, e allora sono andato a cercare le risposte e gli antidoti. La prima risposta l'avevo sotto gli occhi fin da quando ero bambino e dovevo solo andare a ritrovarla".

 

"La lista di nozze - e da qui prende le mosse il racconto - comprende 22 letti per adulti, 9 lettini per bambini, culle per neonati, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino operatorio, lampada operatoria, attrezzi per la chirurgia. Deve servire ad arredare la loro nuova casa, un minuscolo ospedale in mezzo a una savana molto arida, terra rossa e pochi arbusti spinosi, nel Nordest dell'Uganda. Nessuno regala servizi di piatti o cornici d'argento, le uniche eccezioni due valigie e una sacca rotonda che per anni saranno le loro compagne di viaggio. Alla vigilia della partenza scrivono una lettera di ringraziamento (erano stati raccolti 4 milioni e mezzo di lire, 40.000 euro di oggi): 'Con questa somma si è potuto provvedere all'attrezzatura completa del primo reparto dell'ospedale di Matany. Vi siamo grati perché col vostro gesto avete dimostrato di capire il senso profondo della nostra scelta'. L'ospedale non esiste ancora e quel posto, chiamato Matany, non l'hanno mai visto, è solo un cerchietto rosso su una cartina". Gianluigi Rho, 26 anni, e Mirella Capra, 27, si sposano a Milano nei primi anni Settanta e partono da Linate con un aereo che trasporta i missionari, fanno scalo ad Atene prima di atterrare a Entebbe. Lei si è accorta di aspettare un figlio e forse il lunghissimo viaggio in jeep sullo sterrato non è stata una grande idea, ma la bambina che nascerà in autunno con il nome di Lucia si abitua subito e, a soli due mesi di vita, è presente all'inaugurazione della lista di nozze dei suoi genitori, a cui segue un rinfresco a base di carne di capra arrostita. Mirella, il 15 luglio 1970, dopo la prima visita all'ospedale in costruzione, scrive una lettera a casa in cui, dopo aver evidenziato una lunga lista di problemi, conclude: "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa".

 

Mario Calabresi conosce questa storia da quando è bambino: Gigi e Mirella sono i suoi zii. Quella di Gigi e Mirella, ma anche quella di Elia e la sua lampara che ogni notte prende il largo dal porto di Genova o quella di Aldo che rimette in moto le pale del mulino abbandonato della sua famiglia, sono le storie di giovani di ieri e di oggi che hanno saputo guardare avanti con coraggio. Sono storie di ragazzi italiani che non hanno avuto paura di diventare grandi.

 

 

 








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