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Cultura - LibriStefania Castella

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27 Marzo 2015
Malefica luna d'agosto di Cristina Guarducci. Recensioni, impressioni
di Stefania Castella



Malefica luna d'agosto di Cristina Guarducci. Recensioni, impressioni
Malefica luna d'agosto
Malefica, magnifica, immaginifica luna d’agosto. Quella che salirà al cielo stordendo un’infuocata campagna toscana, illanguidita di momentanea normalità, pervasa e scossa dalle turbolenze di un passato imminente. Fulcro, un antico casato in ombra per eredità usurpate. Cristina Guarducci psicanalista junghiana, dopo l’esordio con "Mitologia di famiglia" e "Nonchalance" ci regala "Malefica luna d’agosto" (Fazi) un percorso nel quale vi immergerete come scivolando in un sonno leggero, di quelli che capitano senza che possiate opporvi resistenza. La capacità di uno scrittore è quella del giocoliere, dell’illusionista. Affascinare, sospendere e tenere alta la tensione e l’attenzione. Creare il vero o veritiero, far credere la propria verità. L’immersione con il lettore, la trasmissione della parola che avvolge, la Guarducci riesce a compiere tutto questo accompagnandoci tra incubi e realtà. L’apparente quotidianità si dipanerà davanti ai vostri occhi in uno spaccato di afosa consuetudine, di sole alto e suoni di cicale, indolente calma, finché l’anziana donna seduta a leggere le sue riviste preferite non vedrà il futuro prossimo arrivare, svelando le sue doti di preveggenza e allargando il campo ad una famiglia diversa da come potevamo immaginare. Conoscerete il casato dei Guastaldi,. nobili defraudati dai parenti più prossimi. I due fratelli, Ugonotto molle, insulso, ma dotato di immense capacità di farsi ossequiare senza nessuna ragione apparente, vissuto nella paura del fratello Gaddo, immenso, a suo modo bellissimo uomo pipistrello.
 
Una tara familiare perpetra di generazione in generazioni deformazioni animalesche che toccano anche la bella donna Marisa e la sua unione con Ugonotto. Tutti i figli avranno una caratteristica formidabile e a suo modo brutale. Nella bellezza dirompente di Laurina, nella forza mascolina di Daria, nella immane potenza distruttiva di Giuliano costretto a vivere "amorevolmente" rinchiuso. Proprio lui sente con la sua sensibilità estrema, l’arrivo impellente della forma alata farsi sempre più chiaro. Gaddo approderà come cielo che crolla sulle vite di tutti portandosi addosso il peso di un passato vissuto in gabbia ad osservare il fratello vivere. Odiandolo e amandolo allo stesso tempo, odiato e amato allo stesso tempo ma soprattutto, da quel fratello, temuto. I due passeranno infanzia e gioventù con una coppia di contadini, lontani dagli occhi di un padre che non li avrebbe accettati, e dall'amore della madre colpevole di averli generati pur sapendo di quella dolorosa tara genetica.
 
Rimasti soli, col tempo, non avranno nient’altro che il cognome a ricordare il loro illustre casato, tenuto tra le mani avide dei loro vicini familiari. Il desiderio di riscattare nome e casato passato alle mani di un ramo cadetto di moglie avida, marito vano e inutili pavidi cugini sarà la missione primaria dell’uomo alato. Sentimenti al limite dell’umano sentire inizieranno a farsi strada nelle ordinarie vite di ognuno. Crederete ad ogni singola particella procreata dalla regia dell’autrice che, con descrizione minuziosa, dipingerà ogni personaggio come fosse reale davanti a voi. In ogni animo vi sembrerà di sentirvi trasportati perché in ognuno sentirete un unico bisogno disperato che al di là delle bassezze terrene di titoli e denaro sarà la disperata ricerca dell’amore, amore come attenzione. Attenzione che determina l’andamento della vita stessa. Via via vi accorgerete che il male non è così chiaro e nitidamente posto sotto le fattezze mostruose di un uomo animale. Ma più comunemente disperso nella normale forma umana. Sentirete il bisogno, vivido e sensuale, il trasporto amoroso della bellissima donna Marisa, alla ricerca vana delle attenzioni di un marito vergognosamente assente, tra le braccia di smisurati amanti fino a lui, fino a perdersi tra le braccia alate del possente uomo pipistrello.
 
L’amplesso, tra i due, avverrà in un volo sospeso tra cielo e terra, tra realtà e fantasia, inonderà lo spazio intero di desiderio, ne muterà la forma sarà uno squarcio in una realtà celata agli occhi prima di allora. Gaddo stesso sarà la crudezza attraverso la quale passeranno frantumandosi, tra la paura e la rabbia, tutti. Dalla quietudine immaginata di questa Maremma toscana, sarete catapultati in quel realismo magico in cui il maestro Márquez ricostruiva Macondo, con la differenza che qui non ci saranno cent’anni di solitudine, sotto la luce di una malefica luna d’agosto, nessuno sarà veramente, nessuno sarà mai più, realmente solo, e uguale a prima.
 
Nella ricostruzione illusionistica, l’autrice vi farà spazio nel cuore per farvi entrare le lacrime indurite di Daria del suo amore nascosto dal carattere di ferro per il troppo sentirsi trascurata, l’apnea sospesa di Giuliano che aprirà i polmoni alla vita e le gambe alla corsa sfrenata della fuga per la libertà, aprirete un varco agli sguardi illanguiditi di donna Marisa disperata moglie ingannata da sé stessa. Avrete da sorridere un po’ dell’anziana nonna in adorazione di un cagnolino nel quale immagina di vedere l’anima dell’amato, perduto marito. Proverete pietà per l’anima di Gaddo a tratti famelico, orrendamente distruttore, eppure così umano nei desideri. Aspetterete di scavalcare le pagine una ad una per conoscere il finale e vi resterà un bellissimo ricordo tanto che, forse, guarderete la luna con occhi diversi dopo queste pagine.








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