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Cultura - LibriStefania Castella

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13 Maggio 2015
Il Perdono, la trilogia di Sara Bilotti si compie. La bellezza del perdono dopo l'attesa
di Stefania Castella



Il Perdono, la trilogia di Sara Bilotti si compie. La bellezza del perdono dopo l'attesa
La trilogia di
Sara Bilotti

“Il mio diletto è bianco e vermiglio, le sue guance sono oro sopraffino, il suo collo stelo soavissimo, i suoi occhi, sono occhi di colomba, le sue gambe, due colonne d’alabastro”. Ma resterà sempre un teppista da quattro soldi, perciò, non sarà mai il mio diletto. Che peccato.

 

Il Cantico dei Cantici nell'elaborazione poetica e realistica del maestro Sergio Leone, diveniva la visione di un amore purissimo e impossibile, contaminato e pure perenne. Chissà perché la mente a volte crea delle connessioni che provocano strani legami. Potere evocativo della parola. Potere evocativo di chi scrive a penna ed anima. Non è mai facile, non è mai sempre catartico. Se ne intravede il sottofondo. Questo, come gli altri, Non è Solo un romanzo erotico, questo Non è Solo un romanzo romantico.

 

Questa è la storia di Eleonora, ma rassomiglia alle storie di tante che forse non hanno la fortuna/sfortuna di inciampare nella bellezza potente dei due fratelli co-protagonisti del racconto, ma possono riconoscersi nell'anima controversa di lei. “L’Oltraggio”, tutto iniziava da lì. Dai passi incerti di Eleonora giovane, bella, con l’animo sospeso tra la delusione e l’attesa, apertura speranzosa di ritrovo, di abbraccio, tra gli abbracci dell’amica d’infanzia Corinne. La rivelazione di un’amicizia ammantata di rancore, lo scambio di anime, occhi negli occhi, con due fratelli opposti e complementari.

 

Alessandro bello, imponente, apparentemente buono e docile, suo fratello Emanuele schietto, ruvido, sincero da lasciare graffi dietro ogni vellutata carezza. Alessandro insegnerà la protezione quasi ossessiva di chi non può perdere ciò che pretende essere suo, Emanuele l’arrendevolezza e l’eccitazione allo stato puro, l’ebrezza della perdita di controllo del corpo e la rabbia che questo scatena. Adrenalina.

 

Ecco che si compiva il primo dei primi passaggi nell'animo inquieto. Innamorarsi, cosa può voler dire? Accettare di seguire l’istinto, rischiando di ferirsi, mettere da parte ogni altro sentimento. Oppure accogliere la durezza di essere trascinata tra le voglie, presa a forza per i capelli e portata giù nelle viscere dei desideri. Accettare o ribellarsi, finire o meglio lasciarsi finire nel precipizio delle apparenti prepotenze o come diceva un grande scrittore “prender l’armi contro questi guai e opporvisi e ucciderli” ucciderli nascondendosi, negandosi a loro, che vuol dire negarsi allo specchio. Eleonora sa, ma finge di aver bisogno di ignorare.

 

Scoprirà, capirà e noi con lei, ma non sapremo rassegnarci. Saremmo atterrati con l’animo in subbuglio ne “La Colpa”,  lì dove si rivelavano le scelte più dolorose, quando trame cercavano di trovare il loro assetto. Illusorio. Niente è definito e definitivo. C’è ancora da aspettare e ancora tutto da aspettarsi. C’è ancora il sudore dei desideri nel calore dell’animo inquieto. C’è ancora da far posto alla rabbia, accettando Eleonora per ciò che è, una donna, solo una donna che non riesce a compiersi, perché non riesce a perdonarsi. Ed eccolo arrivare sotto forma di ultimo capitolo questo atteso finale, quadratura del cerchio. Forse.

 

Esistono ritorni che non compiendosi fanno ancora più male. Eleonora aveva accettato di lasciarlo andare quell'uomo dalle forme apparenti (e poi svelate) rivelatosi uomo come tutti, fragile e non perfettissimo. Ma amore quasi. Quasi perché Eleonora è nell'incompletezza dell’animo, che si completa. Quanto sarebbe, impossibile estasi, avere in forma unica un amore composto dalle imperfezioni perfettissime e della fusione dei due fratelli…

 

Abbiamo ascoltato e accolto e accettato Eleonora, le sue debolezza e la sua forza. Il suo abbandono, bramando di desiderio con lei. E con questo non si può non sottolineare la capacità di scrittura della brava autrice Sara Bilotti, capace di infondere e inondare di sensualità le sue pagine, senza mai eccedere, senza mai scadere scivolando nella volgarità. Ogni passaggio è lasciato e tenuto, cammino pericolosissimo in bilico tra amore e ardore dei sensi. E l’immaginiamo come lei questa Eleonora, indomita amazzone dei sentimenti, uguale e forse opposta nell'infantile incapacità di chiarirsi dentro. Pretendendo senza pretendere, chiedendo senza parole, di essere accolta, capita, semplicemente amata. Perdonata anche e soprattutto da sé stessa.

 

Cosa vuole Eleonora? E quanto avrebbe resistito nell'involucro costruitole intorno dal bellissimo Emanuele, prima di lasciare l’anima libera di sentire il bisogno di evasione alla ricerca di “lui”. Una delusione e poi, l’ennesima fuga.. una scusa, forse..

 

I piccoli passi di Eleonora, sono diventati lunghissime falcate di precipitose evasioni e l’abbandono di quel regno incantato e perverso di Bruges, allo stesso modo lasciato richiudersi in sé stesso. Ultimo capitolo voleva dire compimento. E sembra che quella bellissima tenuta toscana abbia allontanato tutti i suoi figli da sé. Ognuno lontano a leccare le proprie ferite, ma ognuno legato all'altro, sospeso nell'attesa che si tirino i fili e tutti tornino ad imbrogliarsi imbrigliandosi ancora, legandosi l’uno all'altro.

 

Arriverà l’assoluzione in questo gorgo in cui mancare d’ossigeno e vivere senza, adattandosi a respirare in apnea. Potenza della traspirazione della carne che apparentemente fa bastare anche la mancanza di vita. Saremo sospesi ancora tra le facce buone e cattive di buone e cattive apparenze, confusi tra strade mai facili, mai scontate. Ci mancherà infine l’attesa di un altro compimento, di un’altra bramosia, di un altro colpo da maestro della brava Bilotti.

 

Salutando il borgo toscano e i suoi abitanti, come alla fine di un’estate, empi di ricordi e di esperienze, crederemo di aver imparato qualcosa, come Eleonora, per scoprirci sempre e comunque come lei, impreparati di fronte alla vita e le sue passini. E solo per un’unica motivazione, vivere e mai lasciarsi vivere.

 

Grazie Sara Bilotti per questa bellissima indomita galoppata nell'animo inquieto degli umani, stupiscici ancora accompagnandoci in altri viaggi. Abbiamo atteso l’assoluzione del tuo “Perdono” dacci ancora qualcos'altro che nutra il nostro animo di realissimi sogni.

“Il Perdono” Sara Bilotti. Einaudi editore.








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