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07 Dicembre 2015
La storia di Flora, un romanzo di Maria Carla Sanna
di Emma Fenu



La storia di Flora, un romanzo di Maria Carla Sanna
La storia di Flora

“La storia di Flora” è un romanzo di Maria Carla Sanna, edito per Vertigo nel 2013.

 

 

Gli spari rapiscono anime e il sangue schizza, imbrattando le vesti diFlora.

Le bombe devastano case e anche il cuore di Flora è ridotto in macerie.

fili spinati separano popoli e diventano cilicio sulle carni diFlora.

L’ombra della morte avvolge l’Italia, durante la prima metà del Novecento, e Flora, immersa nelle proprie tenebre, conta le sue perdite.

fiori delle primavere incipienti sbocciano temerari per poi essere serrati nelle mani di Flora come doni da consegnare al marmo di una tomba.

La Costituzione viene proclamata e anche Flora affida al mondo una sua figlia tanto attesa.

 

Nel romanzo di Maria Carla Sanna, la Storia si intreccia con la storia. Le vicende personali di Flora, infatti, narrate attraverso i ricordi della sua bambina, divenuta donna, offrono lo spunto per far rivivere decenni di guerre che paiono lontani e distanti quando ne si imparano le date, che li hanno scanditi, sui banchi di scuola.

 

Da cultrice della materia e da insegnante di talento, la scrittrice si serve della atavica tecnica del racconto per tenere il lettore attento e palpitante al seguito del ritmo sapiente della sua penna, per consegnargli, infine, un tesoro: un percorso di vita reale, costellato di nomi, paesi e profumi, in cui è la Storia stessa che implora di essere magister.

 

La storia di Flora” è una delle varie, e preziose, testimonianze del nostro passato, ma ad essa spetta un valore aggiunto: la protagonista, vissuta poi in Lombardia e Sardegna, è nata a Vrtoiba, paese vicino a Gorizia. Quest’ultima città, infatti, fu condannata a subire un destino tremendo: privata di identità perfino linguistica, passò, nel corso di breve tempo, dall’Impero austro-ungarico, all’Italia fascista fino alla Jugoslavia sotto Tito.

 

Questa condizione “liminare” della madre, ha permesso a Paola, la figlia concepita con un padre italiano, di comprendere come la parola “nemico” spesso non abbia significato. Tutti vittime, in guerra. E, talvolta, persino “amici”.

 

 “Quando finalmente gli consegnano il rancio, si avvia pensieroso e dispiaciuto verso l’Acqua Bianca perché comprende che non vedrà più gli amici prigionieri con cui ha instaurato un rapporto molto amichevole. Non verranno più nel cortile a giocare con lui e con Vojko, né si divertirà nell’ascoltarli mentre parlano tra di loro quella stranissima lingua. Improvvisamente capisce che la guerra, oltre che causare disastri e lutti, può far nascere importanti rapporti umani tra “nemici”.

Emma Fenu

 








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