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Cultura - LibriElisabetta De Carli

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07 Giugno 2023
Il giocatore, di Fedor Dostoevskij
di Elisabetta De Carli


Il giocatore, di Fedor DostoevskijFaccio bene o faccio male?

Quanti di noi si soffermano ogni giorno a riflettere sulle proprie scelte e a chiedersi, costantemente, quale sia il giusto cammino da seguire! La risposta è soggettiva e dipende dall’insieme di valori etici e morali che abbiamo deciso di portarci dietro. Alcuni lo chiamano ‘bagaglio’, altri ‘fardello’, per altri ancora è un libro fatto di codici dettagliati che prendono in esame anche situazioni molto particolari e per pochi è un camaleontico elenco della spesa, che può cambiar dettami ad ogni soffio di vento.

Non per tutti la scelta "giusta" è quella più sensata (anche in questo caso, sensata per chi?) e questo bisogna tenerlo bene a mente quando si seguono i passi di Aleksej Ivanovic, protagonista di questo romanzo, per le strade di Rolettemburg, Germania. Precettore al servizio di un generale, Aleksej si lascia guidare dalla sua passione per la giovane Polina, che lo condurrà nelle vorticose sale da gioco. La consapevolezza dell’errore, invece di mutare la scelta, la carica al contrario di un fatalismo senza mezzi termini, di un sentimento di sacrificio che innalza il sentire. L’amore non è più un dolce scambio tra due amanti, ma la distruzione dell’uno attraverso la propria rovina e l’abnegazione.

Il Dostoevskij de "Il giocatore" è sempre il cinico e arguto osservatore che ci ha abituati a conoscere con le sue opere. La sua è una realtà "più vera della realtà stessa" e, per questo, preziosa. Insegna che le scelte, quelle, non sono mai sbagliate e che ciò che può essere folle, a volte, è solo l’inconsapevolezza.






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