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Cultura - LibriLuca Durante

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03 Luglio 2013
Tutto torna, di Giulia Carcasi
di Luca Durante


Tutto torna, di Giulia CarcasiEsce in libreria il terzo lavoro della scrittrice Giulia Carcasi, romana, classe 1984. Si intitola "Tutto torna" ed è una storia semplice, quasi comune a tante altre: un giovane uomo di nome Diego, continuamente in treno per motivi di lavoro tra Pisa e Roma, sta lavorando alla revisione di un vocabolario. La sua ossessione per le parole, che inscatola e mantiene sotto controllo, sembra possa diventare per lui una chiave di lettura della realtà che lo circonda, un aiuto per dare un senso logico e quasi anaffettivo alla propria vita. Tuttavia, le emozioni si insinuano di forza in questo suo gioco solitario: a incrinare il controllo e la routine che tenta di mantenere in ogni circostanza ci pensa il treno su cui viaggia, che un giorno si ferma per un guasto. Lo choc è talmente forte che Diego sviene. Sarà una voce a risvegliarlo, a portarlo fuori dal tunnel della paura momentanea e della propria chiusura nei confronti del mondo: la voce di Antonia, insieme alle sue parole.

L’incontro casuale porterà due realtà a confrontarsi: da un lato l’uomo metodico che ha bisogno di catalogare, definire e controllare ogni aspetto della propria vita; dall’altro una donna che mostra le proprie maschere, che nasconde se stessa in ciò che racconta ma che si ripropone attraverso i gesti d’affetto, le cure che è in grado di elargire, i bei momenti che è pronta a regalare. All’incontro sul piano del reale segue quello tra due solitudini diverse ma simili, la familiarità, l’affiatamento. E Diego, a poco a poco, non può che perdere testa e cuore…

A dispetto della sua giovane età, Giulia Carcasi utilizza il personaggio principale del suo libro per mostrare una certa dose di saggezza nell’atteggiamento verso la vita e l’amore, così come i rapporti umani in genere. Le considerazioni alle quali Diego si lascia andare, incastrate perfettamente sul filo degli avvenimenti, riescono a compiere una piccola magia: quella di trasformare un libro di sole 120 pagine in un continuo spunto di riflessione. Tanto nella negazione quanto nell’accettazione dei più comuni sentimenti che appartengono a una storia d’amore, il lettore può ritrovare le dinamiche umane che più gli appartengono.







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