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Cultura - SocietàPaola Federica Giordano

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07 Novembre 2014
ŠCEC, la moneta per una solidarietà efficace
di Paola Federica Giordano



ŠCEC, la moneta per una solidarietà efficace
I tagli disponibili degli ŠCEC

In tempi di crisi, si sa, ognuno tira acqua al proprio mulino. E la coesione sociale viene a mancare. Ci sono però associazioni che si prefiggono l’obiettivo di salvaguardare i rapporti tra le persone. Come fa da anni l’associazione ArcipelagoŠCEC, che ha messo in piedi un progetto originale, consistente in un patto fra persone comuni, imprese commerciali, artigiane ed agricole, fra professionisti ed Enti Locali, al fine di promuovere localmente lo scambio di beni e servizi consentendo che una parte del prezzo sia corrisposta in ŠCEC.Questi, in sostanza, sono dei buoni locali, emessi e distribuiti gratuitamente dall’Associazione, che possono solo passare di mano in mano. Ed infatti ŠCEC è l’acronimo di Solidarietà ChE Cammina.

Attraverso questi buoni, il cui cambio con l’euro è 1:1, è possibile pagare, insieme agli euro, nelle attività commerciali che aderiscono all’iniziativa, una parte variabile dal 5 al 30 % della spesa totale. Ciò vuol dire, in pratica, che se una persona associata fa una spesa di 50€ presso un’attività che accetta di ricevere ŠCEC pari al 10% del totale, quella persona pagherà 45€ e consegnerà 5 ŠCEC al venditore, il quale potrà, a propria volta, riutilizzarli presso le altre attività aderenti, creando in tal modo un circuito virtuoso semplicemente attraverso atti di reciproca fiducia. Gli ŠCEC sono quindi una rappresentazione dell’atto di fiducia che gli associati si attribuiscono a vicenda; il loro scopo è quello di aumentare il potere di acquisto delle famiglie che partecipano al circuito di Arcipelago ma anche e soprattutto di arginare l’emorragia di ricchezza innescando circuiti economicamente e socialmente virtuosi.Ponendosi la domanda “cosa possiamo fare noi per il paese?” sulla scia della celebre frase pronunciata da John Fitzgerald Kennedy durante il discorso inaugurale del proprio mandato («Non chiedete cosa possa fare il paese per voi: chiedete cosa potete fare voi per il paese»), l’Associazione ha cercato di dare una risposta concreta partendo dal settore economico e, in particolare, dal mezzo di scambio, perché è necessario riappropriarsi di quel valore che l’uso del denaro ci ha tolto: non il denaro in sé, che è solo uno strumento neutro a cui convenzionalmente si conferisce un valore ma l’uso che ne è sempre stato fatto, un uso a detta dell’Associazione distorto e fuorviante. Ecco perché è nata quella che è possibile definire come una “contabilità” della reciproca fiducia, cioè un metro di misura per una solidarietà efficace per tutti. Perché, come recita uno degli slogan cardine dell’Associazione, “lo ŠCEC è il mezzo, il fine siamo noi”.








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