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Cultura - SocietàTommaso Mazzuca

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29 Aprile 2015
Essere sé stessi, nel 2015
di Tommaso Mazzuca



Essere sé stessi, nel 2015
Who are you?

Se c’è una cosa che è davvero di ardua realizzazione è essere sé stessi. Ognuno di noi ha un certo carattere, un certo modo di vivere le situazioni, certi atteggiamenti tipici. Ebbene, dar spazio alla propria natura è forse la cosa che più costa fatica. Perché oggi, nel 2015, Pinco Pallino non vive da Pinco Pallino? Le persone oggigiorno sono costruite, sono artificiali, sono il risultato dei condizionamenti sociali.

 

Tutto ciò che omologa è la tomba dell’essere sé stessi, tutto ciò che ci rende schiavi ostruisce la libertà di esser spontanei. Le mode, le abitudini correnti, la mentalità che va per la maggiore sono tutte cose che ci ingabbiano, senza che noi ce ne accorgiamo. Oggi si deve apparire, non si deve essere. Oggi si deve dimostrare sempre, non si deve vivere. Oggi non siamo noi a decidere, sono gli altri che ci influenzano. Siamo fragili e non riusciamo a dare un senso alla vita, o forse non ci interessa neanche darglielo: perché vivacchiare è più comodo che vivere.

 

 

 

E allora cosa significa concretamente essere sé stessi? Avere fiducia nei propri mezzi è un ottimo punto di partenza. Non avere paura del giudizio e della critica altrui è un ulteriore passo. Accettarsi per quello che si è, sempre e comunque, è davvero decisivo. Essere sé stessi vuol dire avere coraggio, che poi diventa naturalezza una volta che ci rendiamo conto che non c’è niente di più bello di esprimere un’emozione, di andare controcorrente e di fare delle scelte perché siamo noi a volerle. Rifugiarsi dietro a quello che i mass media ci propongono sotto forma di bombardamento è facile, ma uccide lo spirito critico e ci fa essere dei burattini. Oggi sono soprattutto le nuove generazioni di ragazzi ad essere colpite brutalmente da questa massificazione. E anche le famiglie forse sono poco motivate a far sì che i loro figli siano genuini: educarli alla vita è compito per pochi, educarli al fatto che hanno sempre ragione e al principio secondo cui “mio figlio è migliore degli altri” è compito ben più comune. La speranza è che i ragazzi, crescendo e maturando, si realizzino, ognuno secondo la propria vocazione. 

 

 

Non c’è bisogno di correre in libreria per comprare ogni libro che abbia nel suo titolo qualcosa che richiama all’essere sé stessi. Ascoltare la nostra voce interiore è difficile, ma è la chiave di volta. L’esterno è rumoroso e in un batter d’occhio ci condiziona. E invece lasciarsi condizionare dal cuore, dai sentimenti, dalle persone care sarebbe sinonimo di svolta. Una svolta che non ci preclude affatto il beneficiare delle cose materiali, delle cose che appartengono al mondo in cui viviamo. «Per uscire da te stesso, rientra in te stesso: nell’intimo dell’uomo risiede la verità», diceva un certo Sant’Agostino.








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