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19 Luglio 2016
Banca Monte Paschi e il buon senso che non c'è più
di Francesco Pisani


Banca Monte Paschi e il buon senso che non c'è più

Da mesi ormai si parla delle difficoltà vere o presunte delle banche italiane. Tutto questo perché in momenti più o meno alternati si sono avuti crolli di istituti bancari in Italia. Le ultime vicende hanno riguardato istituti di secondaria importanza ed erano in vero alquanto annunciati ma ciononostante molte persone hanno visto andare in fumo i propri risparmi. In queste settimane l’attenzione, anche della borsa, si è spostata su Banca Montepaschi le cui vicende vanno avanti da circa 2 anni con continue iniezioni di capitale da parte dei soci e cambi del management.
Siamo di fronte, diversamente dalla piccole banche locali "fallite" nei mesi scorsi, ad una banca importante per il nostro paese e per questo si può escludere che possa fallire. Il vero snodo è la necessità, o forse dovremmo dire l’obbligo, di iscrivere i crediti veri ed esigibili che questa banca ha in pancia. Il problema infatti è che quanto si legge nei bilanci potrebbe essere rilevante ma non veritiero rispetto alla capacità della banca stessa di riappropriarsi dei valori iscritti nei conti.
Proviamo a fare un esempio semplice per chiarire a tutti di cosa parliamo: io presto dei soldi a un amico diciamo 100 euro per semplicità. Questo amico dato che mi ha chiesto dei soldi evidentemente farà fatica a restituirmeli. Però io, pur consapevole delle sue difficoltà, segno nel mio libricino degli appunti sempre 100 euro. Passano i mesi e quei soldi non rientrano. Magari dopo un anno il mio amico a seguito di ripetuti solleciti mi dice che onestamente di quei 100 euro può ridarmene solo 40. Che faccio? Li prendo e accuso una perdita di 60 euro oppure continuo a scrivere che me ne deve ancora 60€ bene sapendo che non li avrò più?
Ecco moltiplicate questo esempio per miliardi sostituite l’amico con aziende di varia natura e specie ed avrete la situazione di MPS.
La banca centrale europea chiede "solo" che la banca iscriva a bilancio quanto davvero può ricavare dai soldi prestati. Nulla di più. Se ci pensiamo non è nientaltro che buonsenso.
Noi risparmiatori ci chiediamo che senso possa avere continuare a tenere bilanci ricchi ma finti perché pieni di valori che non sono più esigibili. In fondo si tratta di un principio da buon padre di famiglia.
Ma il mercato bancario, la borsa e tutto quello che ci sta attorno da tempo ormai hanno abbandonato questi principi di buon senso prima ancora che di buona gestione.










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