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Cultura - SocietàFrancesco Pisani

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09 Marzo 2016
Il petrolio va giù.
di Francesco Pisani



Il petrolio va giù.
petrolio

Da anni eravamo abituati a quotazioni del petrolio elevate. Spesso ben oltre la soglia dei 100 dollari al barile. Ma quest’anno il prezzo del petrolio ha visto una rapida picchiata fino a raggiungere livelli impensabili sino a pochi mesi prima.

 

Vediamo come mai questo è avvenuto e soprattutto se questi valori sono un qualcosa destinato a durare nel tempo.

 

Innanzitutto il prezzo di questi giorni del barile è ben al di sotto del muro dei 50 dollari. Il crollo è dovuto a diversi fattori. In primis alla eccedenza di produzione dei maggiori paesi produttori. Pensiamo a tutta la penisola arabica, seduta su quantità enormi di giacimenti, ma anche agli USA e alla Russia.

 

Poi ci sono le scorte petrolifere che sono elevate e che nessuno stato membro vuole ridurre.

Infine ci sono i temi di carattere politico, infatti questi livelli di prezzo mettono di in difficoltà i paesi produttori ma alcuni più di altri.

I primi paesi a soffrire sono la Russia e il Venezuela. I motivi della loro difficoltà sono nella tecnologia di estrazione che questi paesi utilizzano. Si tratta di tecnologie vecchie e molto costose. Tanto da incidere per il 30% sul prezzo finale. Questo significa che per questi paesi è quasi più conveniente non estrarre petrolio che non venderlo e perderci.

 

Al contrario per i paesi più moderni come gli Emirati o gli USA le tecnologie adottate permettono di rendere comunque conveniente le estrazioni e le esportazioni.

Questo fa pensare. E fa riflettere soprattutto al fatto che se questi paesi più all’avanguardia volessero mettere in ginocchio gli altri potrebbero farlo.

 

E forse la situazione è proprio questa. C’è da chiedersi come però un prodotto possa realmente vedere il proprio valore diminuire in modo così drastico in così poco tempo. Probabilmente allora il vero prezzo del petrolio così come per tutti gli altri beni, è ridicolo. Il resto lo fanno le contrattazioni e gli assetti geo-politici che governano gli equilibri mondiali. Noi poveretti non facciamo altro che pagare quello che ci chiedono e finita lì.

Anche perché non è pensabile una diminuzione di prezzo simile se non in presenza di nuove scoperte tecnologiche che lo riducano. O meglio ancora, di scoperte di nuovi giacimenti petroliferi che non ci sono state.

 

Ma intanto per noi il primo grande beneficio è nel prezzo alla pompa, che ci permette oggi di fare un pieno con circa 60 euro contro i 90 di mesi fa. Un bel risparmio senza dubbio.

 

A nostro giudizio questa situazione è destinata a durare nel tempo e sicuramente per tutto il 2016, almeno fino a quando gli attriti con la Russia non saranno rientrati.

 

C’è però in tutto questo anche un prezzo da pagare importante per tutte le economie mondiali. Infatti ricordiamo che il petrolio, insieme alle armi e alla droga, è uno dei 3 mega pilastri su cui si regge la nostra economia. Quindi se uno di questi pilastri, l’unico legale peraltro, viene a perdere forza, c’è il rischio che tutte le economie occidentali vedano ridursi ancora l’inflazione e quel minimo di crescita che poteva partire con il 2016.

 

Staremo a vedere ma certo come si dice in economia nessun pasto è gratis..








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