
F. ROSSI ALBERTINI “UNICA GARANZIA DI KHALED ESSERE UN ITALO-PALESTINESE. FOSSE STATO SOLO PALESTINESE SAREBBE COMPARSO DAVANTI AI GIUDICI MILITARI”
“Il territorio palestinese è occupato da Israele, è importante chiarirlo altrimenti si crea anche confusione. Khaled El Qaisi attualmente si trova a Betlemme, in Palestina, territorio che, come ben sapete, è sottoposto all’occupazione israeliana”.
Così Flavio Rossi Albertini, avvocato del giovane italo-palestinese Khaled El Qaisi, dichiara a Radio Cusano Campus durante un’intervista nel programma ‘L’Italia s’è desta’. L’avvocato ha parlato a lungo della situazione del suo assistito, cercando di chiarire meglio la vicenda soprattutto in seguito all’inasprimento del conflitto israelo-palestinese di questi giorni .
“Khaled è stato arrestato dalla polizia di confine al valico della frontiera tra Cisgiordania e Giordania. Nell’udienza del primo ottobre è stata decisa la scarcerazione di questo ragazzo – ha spiegato l’avvocato Rossi Albertini – che è stato quindi sottoposto a quella che potremmo definire la custodia cautelare in carcere, cioè a un divieto di espatrio. Per cui gli sono stati tolti i documenti ed è stato assegnato a un garante, lo zio a Betlemme.
L’8 ottobre ci sarà la possibilità di riconsegnare i documenti al ragazzo che potrebbe, così, rientrare in Italia. Se non fosse però che i suoi documenti sono in territorio israeliano e, come potete ben capire, in questi giorni è estremamente difficoltoso fare qualsiasi cosa, soprattutto in Palestina”, ha fatto presente l’avvocato.
“Gli avvocati italiani non hanno alcuna competenza a seguire casi in Israele - ha poi spiegato Rossi Albertini - per cui è stata necessaria la scelta anche di un altro avvocato, Ahmed Khalifa che, tra l’altro, deve essere israelo-palestinese. Se fosse stato solo palestinese – ha sottolineato Rossi Albertini - non avrebbe potuto esercitare la professione in Israele. Io assisto la famiglia in Italia nel tentativo di mantenere alta l’attenzione su questo caso”.
E sulla possibilità di comunicare con i familiari, l’avvocato ha sottolineato:
“Khaled ha sentito la moglie in questi giorni, soprattutto perché hanno un bambino piccolo. Lo scoppio della guerra ha però complicato tutto quanto, anche la stessa mobilità. Per quelle che sono le nostre informazioni, la famiglia di Khaled in Palestina sta attualmente tentando di approvvigionarsi dell’acqua data la situazione”.
Si è poi cercato di capire di più sulla carcerazione di Khaled El Qaisi.
In merito Rossi Albertini ha precisato: “È molto importante conoscere il motivo per cui sia rimasto in prigione per un mese. Probabilmente l’unica garanzia che ha avuto Khaled è legata alla doppia cittadinanza. Se lui fosse stato considerato un mero palestinese, tutta la giurisdizione sarebbe stata militare e le garanzie sarebbero state ulteriormente compromesse”.
Sulla possibilità di un eventuale rimpatrio l’avvocato ha poi aggiunto: “L’interessamento dell’ambasciata italiana a Tel Aviv è relativa ai cittadini italiani presenti in Israele, tutti coloro che sono all’interno dei territori palestinesi occupati non hanno ricevuto le medesime attenzioni”.
Si è infine chiusa l’intervista con una domanda riguardante Alfredo Cospito, altro assistito dell’avvocato Flavio Rossi Albertini. “Il 19 ottobre avremo un’udienza importante, speriamo che si possano conseguire dei risultati”, ha concluso l’avvocato.
|