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Cultura - SocietàStefania Castella

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17 Agosto 2025
Nel ritorno di “GustinItaly, il gala dei sapori italiani” , ideato da Piero Mùscari e promosso dal GAL Terre Vibonesi anche di Edoardo Raspelli
di Stefania Castella


Nel ritorno di “GustinItaly, il gala dei sapori italiani” , ideato da Piero Mùscari e promosso dal  GAL Terre Vibonesi anche di Edoardo Raspelli

 

PIZZO (VIBO VALENTIA) “PRIMA CAPITALE DEL GUSTO ITALIANO”

UN OMAGGIO ALLA TRADIZIONE, ALL’ACCOGLIENZA E AI MAESTRI DEL SAPORE

Pizzo si è tinta di orgoglio e sapori nella serata del “GustinItaly – Galà dei Sapori Italiani”, evento ideato e diretto artisticamente da Piero Muscari, promosso e sostenuto dal GAL Terre Vibonesi e accolto con entusiasmo dal sindaco di Pizzo Sergio Pititto. La città calabrese è stata ufficialmente nominata “Prima Capitale del Gusto Italiano”, un riconoscimento che celebra la sua identità gastronomica e culturale, con il Tartufo gelato come simbolo indiscusso.

Il progetto, che proseguirà con tappe in Sicilia e nelle Langhe, nasce per valorizzare i “giacimenti veri” del Paese – prodotti, biodiversità e tradizioni – trasformando ogni evento in un racconto di identità e accoglienza. La motivazione del premio sottolinea come Pizzo sappia unire tradizione e innovazione, l’arte dei maestri gelatieri, la forza di una comunità che crede nel proprio territorio e nella bellezza di condividerlo con il mondo.

 

Dal vigneto alla tavola: un pomeriggio alla scoperta dei sapori della tradizione

 

Il primo incontro si è aperto alle Cantine Benvenuto - unico vigneto nel territorio di Pizzo - con una passeggiata tra i filari, immersi nei suoni della natura e guidati dalle parole appassionate di Giovanni Benvenuto.

Il pomeriggio è proseguito con l’assaggio di alcuni piatti con le eccellenze territoriali del vibonese: Cipolla Rossa di Tropea Calabria, ‘Nduja di Spilinga, Pecorino di Monte Poro, il cui sapore unico è conferito dal microclima del Monte Poro, come ha fatto notare il Presidente del Consorzio Vincenzo Vinci. Quest’ultimo, insieme agli altri presidenti dei consorzi, ha giocato un ruolo di prim’ordine nella realizzazione della degustazione.

Immancabile la degustazione dei vini della cantina Benvenuto in abbinamento ai piatti che – come sottolineato dal Presidente del GAL Vitaliano Pàpillo – si stanno giocando una partita importante. Presente anche sommelier Leonardo Callipo, che con la sua professionalità e competenza ha accompagnato la degustazione con descrizioni raffinate.

Fondamentale il contributo dei presidenti dei consorzi territoriali, veri ambasciatori della qualità calabrese: dalla tutela delle produzioni tipiche alla promozione sui mercati nazionali ed esteri, il loro lavoro è il pilastro su cui si regge l’identità agroalimentare della regione.

Un’esperienza che ha avuto il sapore della poesia, dove esperti di mondi diversi hanno parlato la stessa lingua: quella dell’eccellenza, davanti a un panorama naturalistico mozzafiato, a un cibo di qualità superiore e a un vino capace di raccontare una terra.

 

Una serata di storie, passione e futuro

 

La conduzione di Piero Muscari ha trasformato la serata in un viaggio narrativo, arricchito dagli interventi di Edoardo Raspelli, decano della critica gastronomica italiana e autentico “cronista della gastronomia”. Raspelli ha offerto una lettura appassionata della cucina di Pizzo, riconoscendole il merito di coniugare radici e creatività. Con le sue celebri “tre T” – Terra, Territorio, Tradizione – ha sottolineato il valore unico di eccellenze come la ’nduja di Spilinga, la Cipolla Rossa di Tropea Calabria, il pecorino del Poro, gli oli di olivi millenari, la pesca, i vini locali, invitando a preservare e raccontare queste ricchezze con orgoglio e competenza.

La sua presenza ha rafforzato il respiro nazionale dell’evento, testimoniando l’importanza di Pizzo come modello di promozione del gusto.

Di seguito la voce dei maestri gelatieri e ristoratori della città ascoltati dall’inviata Francesca Franzè: storie di dedizione, sacrificio e amore per un mestiere che spesso richiede giornate di nove, dieci ore di lavoro in laboratorio, sostenuti solo dalla passione e dalla forza delle famiglie.

Sul palco, tra aneddoti e testimonianze, è emerso un filo rosso che unisce tradizione e innovazione: il sapere artigiano tramandato da generazioni, l’orgoglio per il proprio territorio e la volontà di mantenerlo vivo, anche contro le difficoltà.

 

Il riconoscimento e il ponte con la Sicilia

 

Il titolo di “Capitale del Gusto” è stato consegnato a Pizzo con una motivazione che celebra la capacità della città di unire identità, tradizione e innovazione, esaltando l’arte dei maestri gelatai e la forza di una comunità che crede nel valore dell’accoglienza.

Il premio, un’opera in vetro-fusione del maestro Silvio Vigliaturo, è anche il primo passo verso un percorso che vedrà la partecipazione di altre eccellenze italiane, come Cerda (Palermo), la “capitale del carciofo”, in un gemellaggio simbolico tra Calabria e Sicilia. A conferma di ciò, sul palco anche Salvatore Geraci, primo cittadino di Cerda, che ha lodato l’iniziativa di creare un ponte tra Calabria e Sicilia attraverso GustiinItaly, riconoscendo che la promozione delle eccellenze locali passa dal lavoro sinergico tra comunità, amministrazioni e operatori economici. Ha ricordato che l’amore per il proprio paese è un prerequisito per amministrare e fare impresa, invitando tutti a cogliere le opportunità per valorizzare e far crescere i territori.

 

Il valore del cibo come identità

 

Nei talk della serata, relatori come Edoardo Raspelli, Michelangelo Tagliaferri, Mariangela Preta e Rosario Previtera hanno ricordato che il cibo è cultura, storia e identità. Dalla 'nduja di Spilinga ai pani di Serra San Bruno, dai formaggi del Monte Poro alla futura DOC della provincia di Vibo Valentia, la Calabria si conferma uno scrigno di biodiversità, e a tal proposito l’agronomo e divulgatore Rosario Previtera, ha ricordato come ciò che un tempo era considerato “povertà”, come i prodotti fatti in casa, oggi sia un punto di forza. Ha ribadito che l’identità locale e i prodotti tipici, che non possono essere copiati, sono la chiave per competere in un mercato globale; ha invitato a proteggere questa ricchezza, evitando che la globalizzazione spazzi via varietà e sapori, e a raccontare meglio il valore dei prodotti con passione e autenticità.

 

È stato ribadito come la narrazione del territorio – se fatta con passione e competenza – possa essere la leva per colmare il gap reputazionale, attrarre turismo di qualità e generare sviluppo. Un esempio è rappresentato dal lavoro svolto da Mariangela Preta, direttrice del Polo Museale di Soriano Calabro, che proprio durante il talk in piazza della Repubblica, ha evidenziato la bellezza e la ricchezza del museo in un borgo di appena 1800 abitanti, riportando testimonianze storiche che si intrecciano con la cultura gastronomica locale, come i mostaccioli, biscotti dalla ricetta antichissima legata ai pinakes greci, e sottolineando l’importanza di far dialogare cultura e cibo per valorizzare l’identità dei luoghi.

 

Edoardo Raspelli, decano della critica gastronomica, ha raccontato le sue prime impressioni sulla città, sottolineando come la fatica di percorrere i vicoli in salita sia ampiamente ripagata dallo spettacolo del mare e dall’autenticità della cucina locale. Ha ricordato le sue “tre T” – Terra, Territorio, Tradizione – lodando la fantasia equilibrata dei piatti e l’uso sapiente di eccellenze come la ’nduja di Spilinga, la Cipolla Rossa di Tropea Calabria, il pecorino del Poro e una selezione di vini calabresi di grande qualità.

Michelangelo Tagliaferri, fondatore dell’Accademia di Comunicazione, ha posto l’accento sul ruolo attivo che i cittadini calabresi devono giocare nello sviluppo del territorio. Un territorio, ha ricordato, che possiede paesaggi unici, tradizioni autentiche, biodiversità e sapori che nemmeno città come la sua Milano possono vantare. L’obiettivo, ha ribadito, è trasformare il senso di appartenenza in azioni concrete, affinché il patrimonio locale diventi motore di progresso e promozione duratura.

Anche l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Rosario Varì ha invitato a guardare avanti, sottolineando come le nuove generazioni di imprenditori possano unire creatività e tecnologia, facendo leva sulla qualità delle produzioni locali.

Il presidente del GAL Vitaliano Papillo ha sottolineato l’impegno del GAL “Terre Vibonesi” ha ribadito la volontà di “fare sistema”, ascoltare è la parola chiave per poi creare sinergie tra amministrazioni, imprenditori e cittadini per raccontare meglio la Calabria, superando stereotipi e costruendo una narrazione autentica e vincente.

Tra i partner del progetto “Snob”, la rivista italiana di approfondimento culturale, che si definisce un progetto editoriale nato per promuovere la cultura come strumento di crescita sociale; Snob è guidata da Miriam De Nicolò, con cui GustinItaly ha appena firmato un accordo di partnership. Sul prossimo numero ORIENTE – OCCIDENTE ci sarà uno speciale con focus sulle Eccellenze del Made in Italy e nello specifico su Pizzo e le terre vibonesi.

 

Nell’affascinante piazza della Repubblica, accanto ad insegne che hanno fatto e fanno la storia del gelato in Italia (Ercole, Belvedere…) e quello della gastronomia (come il ristorante Locanda Toscano) migliaia di visitatori e tra gli ospiti: Mariolone Fongo, il celebre “panatè” di Rocchetta Tànaro (Asti), Filippo Mobrìci, agronomo, amministratore delegato e direttore generale della produzione della Bersano, presidente del GAL Terre Astigiane e vice presidente del Consorzio del Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Angelina e Francesco Mercuri dell’enoteca Eurodrink di Lametia Terme, Priscilla Gatta, fascia di Miss Senza Trucco al concorso Miss La Più Bella del Mondo, promoter e conduttrice di eventi.

 

Un futuro che parte dalle radici

 

GustinItaly non è solo un evento: è una piattaforma di promozione del territorio, un racconto collettivo che valorizza i prodotti tipici, l’ospitalità e la cultura locale. È la dimostrazione che il successo nasce quando istituzioni, imprese e comunità lavorano insieme, unendo tradizione, qualità e una visione aperta al futuro.

Come ha ricordato Muscari dal palco: “Non basta raccontare un prodotto, bisogna raccontare la sua anima. E l’anima di Pizzo e delle terre vibonesi è nei suoi sapori, nella sua gente e nella sua capacità di far sentire ogni ospite a casa.”








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