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21 Giugno 2010 Cara bionda, quanto è difficile dirti addio. di EF
Aumenta le capacità cognitive e la concentrazione, è eccitante e provoca dipendenza anche se la maggioranza dei fumatori definisce il proprio vizio come un piacere da cui si potrebbe fare a meno in qualunque momento, ma a cui non si vuole rinunciare. Beata illusione! Assunta attraverso il fumo di sigaretta, la nicotina ha, infatti, un’elevata capacità di indurre dipendenza. La dipendenza da nicotina è una delle epidemie mondiali ed è la causa del più grande numero di morti evitabili oltre ad essere il peggior nemico della pelle e causa dell'invecchiamento precoce. Queste, insieme ad un'infinità di altre motivazioni dovrebbero indurre qualsiasi fumatore a rinunciare al tabacco. Eppure, nonostante le leggi, i divieti, le multe e le campagne d’informazione sui danni alla salute, i fumatori aumentano perché smettere di fumare è una vera sofferenza. E lo è soprattutto per quelle persone che da anni sono assoggettate alla dipendenza fisica e psichica dalla sigaretta, per le quali questa è diventata una sorta di partner affettivo inseparabile. Chi ha tentato almeno una volta lo sa: smettere è davvero difficile perché la forza di questa sostanza è quella di arrivare velocemente al cervello colpendo dei punti specifici che favoriscono il rilascio di sostante associate a sensazioni di piacere e gratificazione, mettendo poi in moto una catena di eventi fisiologici che porta ad uno stato di euforia: aumenta la frequenza del battito cardiaco, la salivazione, l’azione dei succhi gastrici. Le cosiddette terapie antagoniste quali cerotti, gomme da masticare, inalatori, sigarette elettroniche, omeopatia, agopuntura o ipnosi non hanno sortito gli effetti sperati. La scienza punta sul cervello, alla ricerca di quell’interruttore che da solo basterebbe a spegnere il desiderio e quindi la dipendenza. Accendiamo la speranza di dire addio alla bionda.
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