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05 Dicembre 2014
L'intelligenza artificiale porrà fine al genere umano?
di Fabrizio Paciocco


L'intelligenza artificiale porrà fine al genere umano?"Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe portare alla fine della razza umana". Sono parole pronunciate da Stephen Hawking, fisico di fama mondiale e malato di sclerosi laterale amiotrofica, in un commento rilasciato nel corso di un’intervista alla Bbc.

Stephen Hawking lo conosciamo tutti, o quasi. In caso, il prossimo anno un film in uscita nelle sale cinematografiche e a lui dedicato lo porterà all’attenzione anche dei meno attenti. Nel 1961, appena un ragazzo, la malattia iniziò a rendergli la vita sempre più difficile, e i medici gli diedero due anni di vita. Oggi ha quasi 71 anni ed è un esempio per molti, come studioso e come essere umano, ma anche per essere riuscito a sfruttare la tecnologia a proprio vantaggio. Per comunicare, infatti, con la guancia stimola un sensore posto sui suoi occhiali attraverso cui digita su una tastiera e compone le frasi, successivamente convertite in una voce elettronica. Visto però il peggioramento delle sue condizioni e le sempre maggiori difficoltà di controllo motorio, la Intel, insieme alla società Switkey, ha messo a punto una nuova versione del software che permetterà ad Hawking di risparmiare tempo ed energie. Il programma è predittivo, pertanto prevede la composizione delle parole e di digitare molti meno caratteri per comporre una frase.

"Ora, grazie ai miglioramenti della tecnologia, sono di nuovo in grado di scrivere velocemente", ha dichiarato Hawking in conferenza stampa, al contempo dando voce anche al timore proprio nei confronti di quell’intelligenza artificiale che gli ha reso possibile la parola: "Le primitive forme di intelligenza artificiale sviluppate finora sono utili, ma temo le conseguenze che potrebbero derivare dalla creazione di un’intelligenza pari o persino superiore a quella umana. Inizierebbe a svilupparsi da sola e a rimodellarsi a una velocità sempre maggiore. Gli umani, limitati da una lenta evoluzione biologica, non potrebbero competere, e verrebbero surclassati".







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