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18 Febbraio 2013 The Human Body Exhibition di Elisabetta De Carli
È da settembre che il Palaolimpico di Torino ospita un’importante mostra che sta lentamente facendo il giro del mondo. La Human Body Exhibition, la cui apertura in città era stata già anticipata per le grandi aspettative del pubblico, si prevedeva che avrebbe tenuto aperte le proprie porte fino al 13 gennaio ma, visto il grande successo riscontrato, è ora possibile visitarla fino al 7 aprile.
Non solo si distingue per il suo peso scientifico e conoscitivo ma, nello svelare senza troppi veli ciò che sta letteralmente sottopelle, risveglia emozioni forti. Non è difficile capirne il motivo, visto che tutto ciò che viene esposto non è frutto di ingegno e creatività, ma di un importante e meticoloso lavoro di plastinazione su corpi umani veri. Questa tecnica, ideata e perfezionata nel 1977 dall’anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, permette di irrigidire i reperti organici, eliminandone l’odore pur mantenendone intatti i colori. Il risultato è insieme strabiliante, affascinante e inquietante.
È un viaggio irripetibile attraverso e dentro il corpo umano, tra vene, muscoli, arterie, organi, viscere, dove non esiste vergogna né pudore, ma solo la bellezza del corpo umano nelle sue componenti più elementari e complesse. Tuttavia, nonostante l’intento positivo, vi sono state comunque opinioni negative forti, un po’ per problemi di legittimità ed etica (i corpi utilizzati, pur esposti senza che venisse violata alcuna legge, appartengono a condannati a morte cinesi), un po’ per via di presunte imprecisioni riportate sul materiale divulgativo distribuito ai visitatori. "La terza ragione", spiegava Giacobini, docente presso l’Università di Torino, già ad ottobre, "sta nelle pose dinamiche. Come docente di anatomia ho il massimo rispetto per i cadaveri, e per la posa composta della morte. Qui siamo oltre i limiti del decoro. Ogni cadavere è stato una persona".
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