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21 Giugno 2010
La vecchia città di Gerusalemme, un'atmosfera surreale nella culla delle 3 religioni monoteiste
di SL


La vecchia città di Gerusalemme, un'atmosfera surreale nella culla delle 3 religioni monoteisteIsraele in questo momento non è proprio la prima scelta per chi debba scegliere una meta per le proprie vacanze. Unica eccezione è rappresentata da Gerusalemme che è principale meta di pellegrinaggi religiosi. I turisti italiani sono sempre infatti ai primi posti per numero di presenze ed in effetti la visita della Cittadella è qualcosa di profondamente toccante anche per chi non vi si reca per fini religiosi.
L’area delle Vecchia Gerusalemme si rende immediatamente visibile in quanto la cittadella è fortificata e collocata su un promontorio. Al suo interno è divisa in quattro quartieri: cristiano, con il Santo Sepolcro, arabo con la Moschea con la Cupola della Roccia,  ebreo con il Muro del Pianto ed armeno. In un così piccolo spazio sono i racchiusi alcuni dei tesori e dei luoghi oggetto di culto delle 3 grandi religioni monoteiste.
Mentre purtroppo non è possibile visitare la Moschea, si può invece entrare sia nel Santo Sepolcro che ammirare il Muro del Pianto, anche se non credenti.
Due emozioni forti ed incredibilmente diverse.
Nella parte cristiana è possibile percorrere la Via Dolorosa (Via Crucis) fino a giungere al  Santo Sepolcro, gestito e protetto dai Copti; è possibile a tutti entrare con la sola raccomandazione di un abbigliamento appropriato. In ingresso si può subito ammirare la lastra di marmo su cui si crede sia stato adagiato Gesù Cristo una volta deposto dalla croce ed il Santo Sepolcro che ne ospita le spoglie. Bisogna avere la pazienza di affrontare una lunga coda prima di accedere nel piccolo spazio racchiuso dove si suppone vi sia custodita la Santa Reliquia. Per i credenti, questo rappresenta uno dei massimi punti di contatto con il divino e non è quindi raro assistere a scene di profonda commozione. 

Nella parte ebraica invece milioni di visitatori ogni anni vengono in pellegrinaggio per pregare di fronte al Kotel, ovvero il Muro del Pianto che rappresenta ciò che resta del Tempio di Davide e soprattutto il segno della diaspora ebraica. Donne e uomini separati pregano in forte raccoglimento leggendo il Talmud (libro sacro) e spesso piangendo, in quanto per ogni ebreo è uno dei massimi onori poter giungere al suo cospetto. I fedeli dopo aver pregato, lasciando talvolta bigliettini con le preghiere nelle sue fenditure, devono lasciarlo senza mai rivolgergli le spalle. Per questo motivo si possono osservare migliaia di persone che si avviano verso l’uscita camminando all’indietro.
Nella parte araba si trova invece il coloratissimo Suk, il tipico mercato di bancarelle che vendono dai prodotti artigianali alle spezie. All’interno dei  suoi vicoli si possono trovare una moltitudini di ristorante dove gustare l’humus, la mousse di ceci tipica dei paesi arabi e assoluta specialità del posto.
La cosa più incredibile della città vecchia di Gerusalemme, anche per chi non è credente,  è l’incredibile atmosfera di pace e serenità che regna. Le 3 religioni, in lotta, da sempre qui convivono civilmente nel reciproco rispetto. Non si incontrano cortei, scritte sui muri e pochissimi militari sorvegliano le strade; è più facile sicuramente incontrare giovani militari davanti al Muro in preghiera.
Questo dovrebbe essere una lezione per tutti: la religione, se vissuta nel rispetto, è solo fonte di pace e di unione al di là delle divisioni volute per semplici ragione economico/politiche. 







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