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09 Febbraio 2011
Villa Menafoglio Litta Panza, la grande arte del â??900 protagonista a Varese
di SL


Villa Menafoglio Litta Panza, la grande arte del â??900 protagonista a VareseCostruita nel XVIII secolo come residenza "di piacere" per le vacanze estive, Villa Litta venne acquistata dal Conte Giuseppe Panza nel XX secolo e da lì divenne non solo la residenza del Conte, ma soprattutto una fucina di talenti, dove transitarono la maggior parte degli artisti più noti del ‘900. Ad oggi i Musei più importanti del mondo come il Moma o il Gugghenaim  di New York ospitano moltissime opere lasciate in concessione dal Conte Panza, che infatti fu un grande collezionista e soprattutto un mecenate di grande intuito. La sua maestria stette nel riconoscere i talenti ed aiutarli nella loro produzione anche mettendo a disposizione ale della propria villa, come è possibile osservare al piano superiore e nelle scuderie con le mostre permanenti.
 
La Villa è entrata a far parte dal 1996 del patrimonio del FAI (Fondo Ambientale Italiano), che ne ha curato il restauro e la valorizzazione.
Dopo aver sostenuto importanti investimenti per la cura e la manutenzione, oggi Villa Panza è non solo un museo visitabile, ma anche una location per eventi, matrimoni ed ospita al suo interno il ristorante "Luce" di alto livello.
 
La visita di Villa Panza inizia con gli appartamenti del Conte: gli interni sono stati perfettamente preservati e alle pareti sono appesi i quadri di David Simpson, artista scoperto dal Conte che si dedicava a opere monocrome di cui si possono osservare diversi esemplari. Particolarmente sontuosa la sala da ballo, aggiunta dal Conte al corpo originario della villa: due splendidi lampadari in cristallo, il pavimento in marmo pregiato, specchi e drappi rendono perfettamente l’idea di come dovevano essere le feste da ballo agli inizi del ‘900.
 
Procedendo con la visita si giunge alla parte probabilmente più interessante: le mostre permanenti.
La prima sezione riguarda le opere al neon di Dan Flevin, molto particolari in quanto utilizzano la luce e la sua interazione tra spazio e colori, distorcendo le percezioni del visitatore: in alcune sale il pavimento sembra in salita, in altre il forte coloro rosso delle luci fa sì che in uscita le pareti bianche sembrino verdi. Il culmine del suo lavoro si ammira nel corridoio: neon di diversi colori sono disposti lungo il passaggio che termina con uno specchio creando un effetto futuristico.
La seconda sezione è quella dei neo-magrittiani, surrealisti che utilizzavano non la tela, bensì la luce e lo spazio per creare le proprie opere. Si giunge in stanze completamente bianche dove la luce, le pareti spioventi e la natura al di fuori creano illusioni e veri e propri quadri in costante mutazione in ogni momento del giorno.
Presso le scuderie si possono ammirare altre installazioni della stessa scuola.
 
La visita si conclude con l’ampio ed elegante giardino e la serra.
 
Una villa delle meraviglie, un salto nel tempo a due passi da Milano, che vale sicuramente la pena visitare e conoscere.







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