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Cultura - FotografiaVictor

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02 Febbraio 2011
Il ritratto fotografico
di Victor


Il ritratto fotograficoIl fotografo è un mago? È possibile. Il potere che si ha utilizzando una macchina fotografica è unico e indiscutibile. Esistono culture che credono sia pericoloso farsi fotografare, perché temono che la fotografia possa carpire qualcosa di intimo e molto personale, finanche l'anima.
Pensiamoci quando ci appresteremo la prossima volta a "ritrarre" una persona.
Fin dall'antichità è stata chiara la necessità di rappresentare l'immagine di se stessi: basta pensare ai dipinti preistorici come alle monete o ai francobolli e alle innumerevoli rappresentazioni pittoriche. Forse non tutti sanno che agli albori della fotografia era pressoché impossibile ritrarre le persone, perché i tempi di posa erano nell'ordine di 20-30 minuti e uno dei primi ritratti noti, fatto a Dorothy Draper, richiese oltre un minuto di assoluta immobilità del soggetto. Con la naturale evoluzione tecnica, il ritratto fotografico è diventato di uso comune, permettendo di creare situazioni e pose altrimenti impossibili. Per realizzare un buon ritratto si parte generalmente dalla messa a fuoco degli occhi del soggetto. Questo aspetto rende viva e realistica la ripresa fotografica. Resta poi sempre valido il consiglio di "non dimenticare" lo sfondo, il quale, seppure sia di contorno, può essere un valido supporto alla nostra creatività.
I ritratti dipinti erano per lo più limitati alla figura intera o al mezzobusto, con alcune digressioni riguardo ai ritratti di gruppo delle famiglie reali o della ricca borghesia. Oggi possiamo certamente ispirarci a pose classiche come sviluppare nuovi aspetti, variando gli angoli di ripresa, creando così nuove prospettive, impensabili per i gusti del passato.

Si può anche raccontare la persona in un'inquadratura, sfruttando situazioni quotidiani, come la lettura di un libro o una telefonata. Provate con diverse inquadrature, variate tra riprese ravvicinate e altre in campo lungo, in modo da rendervi conto di come sia possibile immortalare emozioni sempre diverse e alla fine sceglierete sicuramente lo scatto perfetto per voi.

I ritratti di gruppo possono essere una sfida impegnativa per il fotografo che non voglia limitarsi ad uno scatto che sia solo una collezione di persone. In una "foto ricordo" c'è il pericolo che i soggetti tendano a sovrapporsi e che qualcuno risulti poi invisibile, mentre in un vero "ritratto di gruppo" si dovrebbe cercare di far risaltare ogni personalità presente. In quest'ultimo caso la composizione dell'immagine è fondamentale. Come sempre è utile imparare dai maestri della fotografia.

Altra variante di questo tipo di immagine è l'autoritratto. Tutti i grandi ritrattisti, siano essi stati pittori o fotografi, sono arrivati inevitabilmente a riprendere se stessi. Come sempre la tecnologia oggi ci aiuta moltissimo, potendo disporre di scatti infiniti con le attuali macchine fotografiche. Può essere però divertente e anche stimolante simulare l'utilizzo di un apparecchio a pellicola e quindi preparare il proprio autoritratto come se ogni scatto ci costasse molto caro. Naturalmente non si vuole sottovalutare il fenomeno del moderno autoscatto, che dilaga da anni su internet, specialmente nei più frequentati social network, ma perché non provare almeno una volta a riprendersi con la stessa cura con la quale si eseguono i ritratti altrui? Quindi macchina sul cavalletto e un po' di preparazione. Provate la messa a fuoco sulla sedia dove assumerete la fatidica posa, sistemate le luci per dare il giusto rilievo alla vostra personalità e via di fantasia, magari evitando l'uso dello specchio!

Il ritratto, alla fine, non è solo una piatta rappresentazione di quello che vediamo, ma è l'immagine che riusciamo a cogliere al di là della "sola" realtà. Immagini di persone che conosciamo bene o che posano per noi la prima volta dovrebbero poter diventare comunque nostre, quasi al punto di dimenticarci ogni altro aspetto che non sia quello della magia di coglierne l'essenza.








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