 | | Una pagina dell'epoca sulla strage di Bologna |
Federico Umberto D'Amato(co/autore della Guida dei Ristoranti dell'Espresso) con 1 miliardo e mezzo di lire stornate da Licio Gelli dal Banco Ambrosiano avrebbe pagato gli assassini materiali
"Corte d'Assise di Bologna, via Farini 1,aula 11. Il Procuratore Generale visti gli atti del procedimento penale indicato in epigrafe nei confronti di Bellini Paolo, Segatel Piergiorgio, Catracchia Domenico cita...". Ultimo e non ultimo atto, ulteriore passaggio investigativo e giudicante, di uno dei momenti più tragici, più sconvolgenti della storia d'Italia.
Venerdì 21 dalle 9.15 si continuerà a parlare della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto del 1980 che fece 85 morti e più di 200 feriti. Tra i testimoni il giornalista Edoardo Raspelli che l'anno scorso era stato già contattato ed ascoltato in chiave amichevole su un aspetto tragicamente singolare della storia dell'attentato.
Nella primavera del 1978 Edoardo Raspelli fu tra i fondatori della Guida dei Ristoranti d'Italia dell'Espresso: con la sua squadra di autori doveva recensire i ristoranti di Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia e Sardegna. Un gruppetto di locali era appannaggio del duo francese Henry Gault e Christian Millau creatori in Francia (prima che Raspelli in Italia) della vera e propria critica gastronomica, quella che dava ai ristoranti anche voti negativi.
Il resto dell'Italia era competenza, appunto, di Federico Umberto D'Amato, capo della Polizia di Frontiera e, soprattutto, in precedenza, responsabile dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero dell'Interno, insomma, la "spia" più importante d'Italia.
Autori della strage, cui è stato comminato l'ergastolo, sono Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e, il 20 gennaio dell'anno scorso ha avuto la stessa pena Gilberto Cavallini. Dopo 40 anni, assieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani, Mario Tedeschi, Federico Umberto D'Amato è stato ritenuto uno dei mandanti dell'attentato alla stazione.
A BOLOGNA L'INCONTRO DEL 2020
CON I MAGISTRATI INQUIRENTI
Di seguito Edoardo Raspelli nel numero di marzo del 2020 del suo RASPELLIMAGAZINE:
Per la strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980 con 85 morti
"OGGI MI SPIEGO PERCHÉ VOLLERO PARLARMI 3 PROCURATORI DELLA REPUBBLICA"
Indagini concluse con l'identificazione dei mandanti, tra cui Federico Umberto D'Amato, cofondatore
con Edoardo Raspelli della Guida dei Ristoranti d'Italia dell'Espresso.
"Dottore, sono il capitano xyz della Guardia di Finanza di Bologna. I magistrati vorrebbero farle alcune domande... Quando può fare un salto da noi ?".
Il tono era gentile, le parole educate, non oppressive, tranquillizzanti; avrei dovuto andare senza avvocato: non ero né testimone né tanto meno imputato ma, semplicemente ( ?) "persona informata dei fatti".
Faceva un po' impressione passare in via Indipendenza davanti al Diana dove avevo cenato sontuosamente la sera prima, superare piazza Maggiore e sbucare davanti al palazzo di giustizia fortificato e superprotetto. Fuori, le troupe di Canale 5 e Rai1 aspettavano una delle ultime udienze a Gilberto Cavallini, poi condannato all'ergastolo il 20 gennaio 2020 perché ritenuto colpevole dello stesso reato di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti: concorso nella strage della stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e più di 200 feriti.
Il dottor Ignazio De Francisci, procuratore generale di Bologna, ex braccio destro a Palermo del procuratore generale Gian Carlo Caselli, era stato mio autore per la Sicilia della Guida dei Ristoranti dell'Espresso che avevo diretto tra il 1996 ed il 2001 ma mi ero ben guardato dall'avvertirlo: sarebbe potuta sembrare una richiesta di aiuto...
In un clima amichevole, una tazzina di caffè davanti, seduto su un grande comodo divano, ho risposto alle domande di tre magistrati sulla mia conoscenza, sulla mia amicizia, per un personaggio che ha fatto (ahimè) la storia d'Italia, Federico Umberto D'Amato, capo dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero dell'Interno ( la Spia Numero 1 in Italia) coautore con me e responsabile di ¾ d'Italia nella Guida dei Ristoranti dell'Espresso...tra la nostra fondazione nel 1978 ed il 1981.
I tre magistrati mi chiedevano tante cose. In particolare che disponibilità di denaro avesse e che cos'era quel dato piatto. Dietro il nome di quella ricetta (mi sembra di aver capito) c'era un messaggio in codice per un’iniziativa criminale, terribile, tremenda, raccapricciante: dopo 40 anni, assieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani, Mario Tedeschi, Federico Umberto D'Amato è stato ritenuto uno dei mandanti dell'attentato alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e più di 200 feriti.
Dalla fondazione nel 1978(con il marchio 1979) fino all'edizione 1981 ero responsabile e coordinavo la mia squadra di autori sguinzagliata tra Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia e Sardegna. D'Amato aveva la responsabilità di tutto il resto d'Italia.
Abbassai il voto della celebre Locanda dell'Angelo di Ameglia (La Spezia) di Angelo Paracucchi, affacciata sulla baia militare più importante d'Europa..., vistai le bozze... Quando la Guida uscì vidi che, a mia insaputa, il mio pezzo era stato sostituito con un altro dal voto innalzato. Scrissi una letteraccia allo staff dell'Espresso ed il principe Carlo Caracciolo non mi rinnovò più l'incarico. Scoprii poi che D'Amato e Paracucchi erano entrambi iscritti alla Loggia P2...Non una congiura, quindi, ma certo una cortesia tra...amici...Come se io, a quell'epoca cattolico praticante, avessi sostenuto che la mia coautrice Suor Germana fosse la più grande cuoca del mondo...
La cosa finì su tutti i giornali d'Italia e, da certe dichiarazioni rese poi sul mio conto da Federico D'Amato, seppi che si era fatto dare dai carabinieri il mio fascicolo (niente di grave, sciocchezze, ma brutti ricordi di una adolescenza depressa finita nel pubblico dominio )...
L'ultima volta che sentii D'Amato fu quando, nel 1996, Carlo Caracciolo mi offrì la guida della Guida sostituendo Giorgio Lindo che, nel frattempo, aveva preso il posto di Federico D'Amato: il superpoliziotto, attraverso di me, si era...vendicato e ne era felice. Per fortuna queste sue vendette, con noi, si limitarono a queste cose...
Dopo l'articolo sul suo RASPELLIMAGAZINE Edoardo Raspelli ha avuto molte interviste. Così, di nuovo sul suo mensile digitale gratuito, commentò le domande fattegli dal Times di Londra.
"In un'altra occasione sarei stato felice; se il motivo fosse stato diverso mi sarei riempito d'orgoglio e mi sarei trasformato non in un pallone gonfiato, no, no, proprio... in una mongolfiera. Chi non sarebbe orgoglioso se il Times di Londra, il quotidiano più autorevole del mondo ti intervistasse? Così ha fatto Tom Kington dal suo ufficio di corrispondenza dall'Italia a Roma. Mezza giornata che poi ha condensato in una pagina quasi interamente dedicata alle sue domande riguardanti la storia che lo aveva interessato e che voleva raccontare ai suoi milioni di lettori.
Una chiacchierata sul turismo in Italia? Qualche domanda su quali sono i vini più interessanti ed i ristoranti da non perdere se un britannico vuole conoscere il nostro Paese? La preghiera di fare il punto, di dare il voto ai ristoranti più significativi e più celebri del Tricolore, che so, i Santini del Pescatore di Canneto sull'Oglio, Massimo Bottura a Modena , Gianfranco Vissani a Civitella del Lago ? Niente di tutto questo. Le domande del Times ad Edoardo Raspelli vertevano sulla strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e 200 feriti.
Come mai le domande del Times?
Tutto parte da un mio articolo uscito su questo RASPELLIMAGAZINE l'anno scorso, il numero di marzo. Questo era il titolo:
" Per la strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980 con 85 morti -OGGI MI SPIEGO PERCHÉ VOLLERO INTERROGARMI 3 PROCURATORI DELLA REPUBBLICA- Indagini concluse con l'identificazione dei mandanti, tra cui Federico Umberto D'Amato, cofondatore con Edoardo Raspelli della Guida dei Ristoranti dell'Espresso".
Ne avrei fatto a meno ma quel mio lungo racconto è stato ripreso su tutta la pagina 75 da Giacomo Pacini nel suo libro edito da Einaudi: “La spia intoccabile-Federico Umberto D'Amato e l'Ufficio Affari Riservati"(anche se l'autore non cita il RASPELLIMAGAZINE)". Oltre al Times, Raspelli venne intervistato anche da Guy Chiappaventi su La7 per lo speciale Bersaglio Mobile di Enrico Mentana.
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