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Food - EnologiaElisabetta De Carli

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04 Ottobre 2011
Fiano di Avellino di Mastroberardino
di Elisabetta De Carli


Fiano di Avellino di Mastroberardino
Il Fiano di Avellino 2010 di Mastroberardino non tradisce le aspettative degli appassionati dell'antica casa vinicola irpina anzi, se possibile, li premia con un'annata particolarmente fortunata.  Fregiato dal 2003 della denominazione di origine controllata e garantita D.O.C.G., è un vino fresco e di buona corposità, non particolarmente adatto ad essere invecchiato, riunisce in sé i migliori profumi del territorio. Prende la denominazione dall'omonimo vitigno, dall'antichissima origine, conosciuto anche come 'Latino', in quanto autoctono, per distinguerlo dal vitigno Greco. Queste uve, aggettivate 'apiane" da Plinio in quanto  predilette dalle api, sono poco diffuse e si ritrovano principalmente tra noccioleti.
Al naso il bouquet  presenta sentori di pera, agrumi e, quasi preponderante, la nocciola tostata. Presenti, anche se lievemente, fiori di acacia e biancospino, elegantemente fusi a note di frutta tropicale. In bocca sono piacevoli il corpo ben definito, la giusta acidità e la buona persistenza, l’aroma della nocciola tostata; tutte caratteristiche di questo vino, da bersi ad una temperatura di 9/10° gradi.
Ottimo l'abbinamento di frutti di mare o piatti di pesce. Eventualmente anche carni bianche, purché non troppo elaborate.
Si trova in enoteca tra gli 11 e i 12 euro e, se accettate il consiglio, prediligete sempre l'ultima annata.







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