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Food - GastronomiaDanilo Gnech

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28 Aprile 2011
Bando per l'Happy Meal
di Danilo Gnech


Bando per l'Happy MealChi non conosce McDonald e i suoi prodotti? Vista la sua distribuzione capillare in ben 119 Paesi, è difficile che qualcuno possa dire di non averne mai nemmeno sentito parlare. Nasce negli Stati Uniti intorno al 1940 come ristorante gestito da Richard e Maurice McDonald, ma trascorrono neanche una decina d’anni che i due riorganizzano la propria offerta creando un chioschetto di vendita di hamburger "in serie", ovvero applicandovi le prime tecniche di produzione industriale. Grazie all’interesse di Ray Kroc, nel giro di un'altra manciata d’anni iniziano a svilupparsi i primi locali in franchising alla conquista di più località del mondo. Oggi McDonald è una realtà ben consolidata, apprezzata da orde di ragazzini e famiglie e da un insieme molto eterogeneo di pubblico per i suoi prezzi contenuti e un’offerta che varia veramente di poco di luogo in luogo, facendone una delle industrie più rappresentative della globalizzazione. Che ci si ti trovi a New York, Londra o Mosca, si sa che recandosi al più vicino McDonald il cibo non riserverà alcuna sorpresa, sarà sempre quello che si può gustare anche nel fast-food accanto a casa.
 

Il problema? I componenti nutritivi dei vari prodotti che, a lungo andare, possono creare seri problemi alla salute. Lo dimostra persino "Super Size Me", un film-documentario del 2004 diretto e interpretato da Morgan Spurlock. Il regista decide infatti di riportare su pellicola gli effetti riscontrati sul proprio stato di salute dopo aver mangiato un mese al McDonald. I risultati non sono dei più brillanti e lusinghieri per la catena di fast-food.
 

Oggi nella contea di Santa Clara, in California, una commissione ha invece deciso il bando dell’Happy Meal. Per chi non lo conoscesse, si tratta ovvero una sorta di cesto da pic-nic dedicato ai più piccoli, con hamburger, patatine e bibita. Il cestino di carta è decorato con colori accesi, immagini invoglianti che spesso ritraggono gli eroi dei cartoni animati più in voga del momento e contiene sempre un piccolo regalo per far felici i bambini, che in questo modo al pasto possono accompagnare un po’ di gioco. La decisione della commissione si inserisce all’interno di una campagna volta ad arginare l’obesità infantile, che nella zona ha raggiunto l’allarmante percentuale del 25%, e prevede che, qualora non vengano soddisfatte determinate caratteristiche nutrizionali, non potrà più essere regalato un giocattolo come esca tentatrice per l’acquisto del prodotto. Forse non basterà, ma si spera che col tempo alle iniziative come questa se ne possano accompagnare altre che puntino con più decisione ad una sana educazione alimentare, cercando di eliminare o comunque ridurre gli abusi grazie ad una maggiore consapevolezza dei consumatori.
 







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