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12 Febbraio 2016
Nei dubbi aspettami...
di Stefania Castella



Nei dubbi aspettami...
Dalida

“Un bel giorno dire basta e andare via” … Se non ci fossimo incontrati saresti ancora qui, l’ho pensato sai, amore mio. Niente avviene per caso e non era un caso che noi eravamo lì. Avevano deciso per noi, cos’era amore mio il destino, le mani dell’uomo? Cos'era e perché? Ho pensato alla fortuna del tuo sguardo su di me, il tuo sguardo corrucciato che sapeva aprirsi in angoli in cui potevi perderti. È passata tutta l’elettricità oltre le tue mani dentro me, è passata tutta la vita dalle tue mani oltre me.

 

Quella sera l’aria leggerissima scivolava tra le tende. Il chiasso intorno si è smorzato quando ci hanno presentato. Quegli incontri a cui puoi prepararti tutta la vita, e non ti senti pronto mai. Che strano, così strano che tu, non avessi deciso di startene solo a fumare guardando l’aria immobile. A coltivare i tuoi pensieri, come facevi prima, prima di quella sera in cui entrambi eravamo noi, e sebbene nessuno dei due avrebbe potuto crederci, non eravamo quelli di prima dopo quella stretta di mano, lo so.

 

Anche se non mi chiami “amore mio” forse un brivido ha sfiorato anche te, anche le rocce le scava la goccia d’acqua che scivola lieve. Avrei carezzato lieve il tuo sguardo di roccia, che un po’ mi spaventava, e sapevi ridere, Sì che sapevi, e ridevo anch'io se sapevo d’incontrarti, e ridevo delle occhiate della gente, delle cose che pensavano, del tuo sguardo intellettuale affiancato al “mon visage d’actrice”. Il mio viso spigoloso coi tuoi spigoli s’incastra perfettissimo. Chissà cosa credevano di noi. Quanto eravamo diversi, così diversi eppure quanta simile diversità ci univa. Non sapevo dei tuoi occhi prima di ingoiarli, che potevano essere così profondi da annegarci senza salvezza. Ci siamo persi, e giurerei che distendevi la tua ruga sulla fronte negli sguardi che alternavi di disprezzo.

 

Tienimi accanto non lasciarmi andare via, perdendomi con te oltre le ombre antiche di questa città come gatti selvatici, scivoliamo lungo i muri, da sentirsi liberi come vorrei, come non sono. Si potrebbe far l’amore come fossimo i primi e gli unici al mondo, come fossi la prima che incontri sulla strada, come non fossimo noi. Ho sentito la tua voce, ha tagliato in due il mio cuore, e il mondo credimi, lo sentirà. Verrà un giorno, il giorno in cui la luce che ora vedo nei tuoi occhi, sarà la luce che il mondo conosce. Ho sentito il tuo giudizio strappare le mie lacrime e non lo meritavo, io che ho detto a tutti “O resta o vado via con lui”, e per questo quella sera eravamo lì.

 

A me bastava stringere le spalle tue di spalle, perché stemperassi via da me lo sguardo che non avresti voluto alzare su di me. L’amore voluto, l’amore preteso, l’amore usato. Io, ti amavo. Io ti sollevavo, Io ti acclamavo, a te non è bastato. “Facciamo quello che si deve e andiamo via”, e non capisci che è di questo che viviamo. Eravamo così simili, entrambi abbiamo creduto che a combattere prima o poi la vita ci avrebbe reso quello che spettava. E invece… La delusione dopo quegli applausi, un lungo corridoio. La cena senza te. Rimugino e il pensiero di averti trascinato in quella bolgia mi leva l’aria. Gli amici intorno alzano i bicchieri, per loro è una serata come un’altra, ti passerà. O forse no, c’è il sentore intorno che qualcosa non si sia conclusa. Via il bicchiere, andiamo via, devo tornare da lui sapere che sta bene.

 

È tardi troppo tardi attraverso i pochi metri, passi persi sulla spiaggia. So che hai bisogno di me. So che hai bisogno di tenere la tua testa tra le mani e io le mani sulle tue. Io te e il mondo fuori che prosegue indifferente. Andremo via amore mio, via lontano dai rumori senza senso. Andremo via, se non andrai via con lei, andremo via. Dimmi che sei lì, che aspetti me, che non è colpa mia il dolore, la tua delusione. La tua immagine deformata, resterà impressa nella testa, nel mio cuore, per il resto dei miei giorni, niente, mai più niente sarà ciò che prima era stato. Ora che il tuo sangue passa oltre il tuo corpo, sporcherà i pensieri ed i ricordi, sporcherà coscienze mai taciute.

 

Lasciatemi andare, dite che non l’amo, che non m’amava allora lasciatemi andare, che v’importa dove vado? Credo di essermi perduta di aver perduto più di un pezzo quella notte. Tutto il tempo che mi ha attraversato dopo, è stato un tempo che ha spazzato contro me soltanto vento da socchiudere gli occhi. Trascinata nella vita in tentativi vani, ero lontana, già lontana. Le parole tue sul foglio, il dolore e i dubbi, e risposte conservate tra gli inganni, strette al cuore tra i pensieri che nessun saprà mai. Amore mio saresti qui adesso, se quella sera le nostre mani avessero stretto altre mani… Nessun alito potrà ridarti vita, e ne avrei dato tanto da sgonfiarmi di ogni singolo spiraglio di respiro. Te lo dovevo, tornerò da te ho sussurrato a te dall’altra parte. Le brutture degli uomini, le bassezze, gli applausi che risuoneranno, i dischi che sbandiereranno quelli che poi compreranno quando non servirà più.

 

Sembravo matta che dovevano tenermi, a gridare sulle loro facce “Tirate giù tutto, spegnete le luci, cancellate ogni cosa. Lui non c’è più”, ma quello no, non era un film dove l’eroe sospende il tempo, il tempo è proseguito senza te, con me dispersa, e ancora adesso andrà così dopo di me. Perdonami amore mio, e spero tanto mi vorrai, ritorno accanto a te come quella sera, lasciatemi dormire, il tuo sorriso bello, i tuoi occhi obliqui a farsi timidi. Eccomi, mi vuoi? Sono qui, te lo dovevo. Ciao amore, ciao, amore, ciao amore ciao.

27 gennaio 1967








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