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24 Settembre 2016
Il mio mondo al di là
di Stefania Castella



Il mio mondo al di là
figura di donna nell'ombra

Soffio sulle mani viola di freddo, cerco di scaldarle, nell'aria gelata del primo mattino. Gocce di brina, l'ombra dell'alito che si ferma nel grigio di un luogo deserto. Tempo immobile, solo i miei passi fanno rumore. Che fottutissimo posto dovevo raggiungere, che fottutissimo mestiere dovevo cercarmi. Ne ho preso di freddo, di acqua e di vento. "Trova qualcuno, la famiglia, un vicino, ci serve una voce che testimoni qualcosa dei fatti”.

 

Fatti, facce storie, dolori, momenti, diventano fatti, e in certi momenti manderesti a cagare i tuoi stupidi sogni di far la cronista. Una storia di quelle che vanno in prima: "Giovane donna in preda a crisi psicotiche sconvolge la dolce armonia di una piccola comunità della Bassa Bresciana…" ne avevamo già battuti di pezzi, ma sembrava non bastare. “Aggredisce suo padre, afferra un coltellaccio si rifugia in Chiesa e colpisce l'anziano parroco che sussurra il suo requiem”. Anni di silenzio, nessuna denuncia, qualche tentativo di cura in un centro, la donna svanisce senza lasciare traccia…

 

Il parroco anziano dopo un paio di anni di coma smette di vivere, ed ecco che il mondo si accorge che esiste, e che c'era anche lei, la donna eclissata... La strada è deserta poche luci aranciate, nell'aria pesante occhi che spiano i miei passi sconnessi. Eccola in fondo la Chiesetta in mattoni, sul bordo di un lugubre viale alberato. È piccola e sembra cadere a pezzetti. Potrei aspettare, cercarmi un locale, cerarmi un caffè, ma la luce leggera percorre trapassando la vetrata a colori, spargendo pagliuzze dorate e rossastre sulla strada di fronte, spettacolo insolito, sarà un gioco di luci del sole che spunterà alle spalle, tentata di entrare precorro il vialetto, un paio di gradini mi intingo di luce che scalda e un po’abbaglia, scosto il portone di legno pesante marrone, la luce si allarga alle spalle, potente, socchiudo un po’gli occhi e cerco di abituare le pupille ai contrasti, scorgo dei banchi, due file ordinate, odore di incenso mi prende da sempre una fitta allo stomaco, un po’ di stanchezza che sento salire, i sentori ecclesiastici percorrono il tempo, e anche senza la messa, la messa rimane, rimangono odori e litanie già sentite.

 

Intravedo figurine di donne spalle piegate, sembrano fantocci tre da una parte tre dall'altra. Tiro su il braccio, mi faccio la croce, mi fermo a mezz'aria trattengo la mia imprecazione ma come? Era carico, e nuovo, l’orologio è fermo, immobile, lancetta bloccata. Lo porto al destro, una piccola abitudine, è fermo alle tre, picchietto sul vetro, non ne vuole sapere. Potrei accostarmi a qualche vecchietta, sondare il terreno, chiedere qualcosa… Affianco i miei piedi non faccio rumore, cerco di non dar fastidio un passo soltanto e le vedo sollevarsi, spalle drizzate, mi sembrano enormi che quasi scavalcano i banchi si scostano insieme per uscire dal posto, si voltano insieme per guardare il mio lato, le vedo di fronte ghigni mostruosi, denti sporgenti occhi felini strettissimi gialli mi arresto di botto, due passi, poi mille, scosto il portone e fuggo veloce, non penso, non respiro, corro soltanto, tra strade svuotate e sterpi taglienti, corro, inciampo, cado. Buio.

 

Sento un torpore che sembra calore, sembra coperta, sento dei passi che mi ruotano intorno, vedo in penombra figure che guardano, cercano, toccano, sfiorano, sussurrano, cerco di aprire gli occhi faccio fatica, le voci aumentano il volume è assordante, mi tappo le orecchie, mi alzo a sedere. "Dove? Dove sono?" "Buongiorno, cara. Ha riposato un bel po’ gradisce un bel the? qualcosa di caldo? Sa, non viene mai nessuno a trovarmi" La donna è vicina, mi parla guardandomi fissa negli occhi mi carezza la fronte, è giovane bella, una donna gentile," "Deve dire grazie al mio Fil, il mio cucciolo che l'ha vista a ridosso del bosco, rischiava la mangiassero i lupi"

 

Ride, ma la risata si infrange sul mio viso di pietra, "Scherzavo, cara, ma non sul fatto che era a terra svenuta" "Io, credo di aver avuto un mancamento" "Lei non ha certo l'accento del luogo cara, da dove viene?" "Io, io vengo da… non importa, senta io dovevo lavorare incontrare delle persone e…" "Doveva comprare, vendere, una casa forse?" "No, non sono un agente immobiliare, io sono una giornalista" "Ah" vedo i suoi occhi fermarsi in una espressione di ghiaccio. “Allora è venuta per la storia di Candida, la ragazza che ha accoltellato il parroco sicuramente, ne sono venuti tanti" "Si, si lei, la conosce, può dirmi qualcosa?" “Prima un caffè?".

 

Mi metto a sedere e aspetto di veder comparire qualcuno, ero circondata di gente, ne ho visti che... "Quanto zucchero?" Prendiamo il caffè, scaldando un po’ il petto, che sembrava di pietra. Fuma nervosa, accende poi spegne, poi accende di nuovo. "Fuma?" accetto, e rilasso le spalle. "Candida, cosa vorrebbe sapere che non è già stato scritto?" "Cosa, cosa è successo veramente, magari qualcuno sapeva di qualche disturbo preciso …" "Disturbo preciso." Ride, “Candida era così dolce, un visino gentile, Aveva tutto quello che desiderava, gli amici, la scuola, la famiglia, un fidanzatino. Poi l'università e ritornata da lì, da un viaggio di studi non è più stata la stessa.

 

Aveva visioni, crisi di ansia, diceva di stare male, di notte non poteva respirare, si sentiva soffocare" "Ma lei la conosceva bene?" Non mi ascolta, fuma guarda nel vuoto. “La notte, lo sa, la notte è difficile”. La notte è difficile non lo dica a me. Non dormo da anni, da quando ne ho memoria. Mi sveglio di continuo faccio sogni agitati, mi sento sempre in balia di…" "Mi stava ascoltando?" No, non stavo ascoltando pensavo a tutt'altro..."Si, certo l'ascolto" Mento. "Un giorno l'hanno vista uscire di corsa di casa, era nuda, davvero nuda, i vestiti le bruciavano addosso la casa sembrava volesse andare a fuoco, Si è buttata per strada, gridava frasi sconnesse 'l’han dovuta tenere in dieci.

 

Ma non succedeva sempre, Aveva un giovane accanto, l'ha avuto per tanto tempo, sua madre lei è morta, buon'anima disperata per le sorti di quella ragazzina. Il padre è sopravvissuto a più di un attacco" "Attacchi di cuore, immagino e...." "No, no attacchi della figlia. Tante volte gliel'hanno tirato via dalle mani, lui provava a trascinarla dai medici, ma niente, se ci andava tornavano a casa sconfitti. Niente di niente. Due medicine e via" "E poi com'è successo che è in quella Chiesetta..." "Quella Chiesetta, quella è la Chiesa più vecchia di tutto il paese, c'era già quando non c'eravamo noi, e neanche i bisnonni. È piena di storie, piena di dolore. Si dice ci vadano le anime del purgatorio a pregare al mattino quando non c'entra nessuno..." E quasi mi sentivo svenire di nuovo... "Lì c'era il parroco che ogni tanto aiutava Candida.

 

Faceva preghiere, le diceva di dire il rosario, una volta o due. Voleva aiutarla..." "Che c'entra un prete..." sobbalzo, qualcosa mi fa uscire il cuore dal petto e guardo verso il corridoio. La donna non si scompone, era un urletto, un verso, come il singhiozzo di un neonato, guardo aspettando di vedere il bimbo che mi arriva davanti. Ma niente non arriva nessuno. "C'è qualcuno qui, che vive con lei che..." Mi guarda sconvolta. “Io, vivo da sola. Eravamo noi due soltanto, io e il mio piccolo poi un incidente se l'è portato via" Mi sembra di impazzire, vorrei andare via, la stanza mi sembra si stringa sopra di me, mi manca l'aria. "Lei ha visto, qualcosa?" "Io, io non " "Candida vedeva cose. Sa, io lo so. Io la conoscevo bene. Candida vedeva e sentiva cose che nessuno poteva.

 

Qualche volta facevamo le carte sedute spiritiche" Ha la testa abbassata la tira su di colpo con voce potente "Queste cose non andrebbero fatte lo sa? Non si può giocare con cose che poi non si possono controllare" Comincio ad essere confusa, non so chi è questa donna non so neanche perché sono qui. "Senta io dovrei andare, cercare qualcuno che mi parli di lei" "Le parlo io di lei. Dicevano che l'avrebbero curata ma lei non voleva le loro medicine. Diceva che doveva essere forte e lucida per combattere. Ma era sola e stanca, e non poteva farcela, Quel prete aveva promesso un aiuto e invece non era servito. Le voci erano ancora più forti di prima" "Mi scusi mi sta dicendo che, che non c'entra la psicologia, la schizofrenia, la medicina e..." "Lei ha fatto una seduta spiritica? Ha cercato qualcuno che le leggesse la mano, le carte..." Faccio mente locale, ricordo risate cretine, ragazzi, un cerchio, un bicchiere "metti su il dito fai una domanda, dai non lasciare, fai un pensiero dai... cazzo si muove, che cosa? Che dice, che cosa hai pensato?

 

Dice che si chiama... dice che dobbiamo smetterla, che non vuole andare via, che ..." via via tutto, nascondiamo ogni cosa, togliamo... "No, che c'entro io, cosa... Io dovevo solo fare domande e...." "Lei ha visto il bambino. Lei è venuta qui. Lei è svenuta a due passi dalla chiesetta, dove la mattina le vecchiette del paese pregano per tornare dal mondo dei morti." Mi sembra di impazzire, mi alzo di botto, mi prende le mani. "Non puoi andare via" Non voglio restare io non voglio restare. "Non puoi liberarti non hai ancora capito? Hai sentito il mio odore per questo sei qui. Studiavi all'università, volevi fare la giornalista, quelle pillole non le volevi prendere, tuo figlio l'hai ammazzato tu, e poi tuo padre sopravvissuto per caso, e poi il prete…

 

Sei appena uscita dal centro, sono passati tanti anni... Adesso siediti, ti faccio un caffè mettiti ferma non ci metto tanto. Resta seduta Candida, resta seduta, resta tranquilla qui nessuno ti verrà a cercare..."








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